martedì 3 febbraio 2015

la Grande Depressione nelle foto di Evans

In questo spazio adottiamo spesso e volentieri, a corredo di stralci dei grandi scrittori southern-gothic cui buona parte di questo blog è dedicato, splendide immagini in bianco e nero ritraenti rottami, paesaggi rurali e catapecchie abitate da derelitti: si tratta sovente di foto firmate dal grande, inarrivabile Walker Evans.
Nome di spicco nel panorama della fotografia della prima metà del Novecento, Evans fu implacabile nel documentare col suo obiettivo gli effetti della crisi del '29.
Nato a St. Louis, Missouri, da una famiglia benestante, dopo aver studiato in alcune scuole esclusive come il Williams College, nel Massachusetts, lavorò per un breve periodo alla Public Library di New York e, nel 1926, partì per Parigi dove frequentò per un anno alcuni corsi alla Sorbona
. Rientrato negli Stati Uniti si avvicinò alla fotografia in modo sempre più professionale e iniziò a misurarsi con quello che era in quel periodo uno dei massimi fotografi: Alfred Stieglitz. Considerando però il lavoro del maestro troppo ''artistico'' e lontano dalla realtà sociale, 

Evans rifiutò questo modello e, una volta entrato a far parte dello staff della Farm Security Administration (l’organismo che Roosvelt in persona orchestrò per il monitoraggio delle politiche e della situazione economico-sociale delle aree più periferiche del paese) nel 1935, s'impegnò a svolgere reportages che testimoniassero la vita dell’America rurale all’indomani del crollo di Wall Street.

Il lavoro di Walker Evans, assieme a quello di altri professionisti di grande abilità che lo fiancheggiarono all'interno dell'agenzia, contribuirà a creare un immaginario sudista che giungerà a maturazione in opere coeve come Furore di John Steinbeck. A dispetto dei suoi colleghi fotografi però, Evans manifesterà sin da subito una forma di ribellione verso la didascalicità delle direttive impartite dall'FSA per maturare un proprio personalissimo sguardo poetico e toccante. Privilegia infatti aspetti minimi della vita quotidiana - le bande per strada, i relitti di veicoli abbandonati, le sale da barba ricolme di niggers e scalzacani, oltre ad architetture e ritratti.
Assieme allo scrittore James Agee produrrà Let us now praise famous men (1941) uno dei reportage più famosi della storia. Per rappresentare la profonda povertà dell'Alabama, egli si affidò all’uso del grande formato e alla ricerca della nitidezza più estrema: obbliga lo sguardo sui particolari minimi della scena e mette lo spettatore in diretta comunicazione con la realtà di fronte all’obiettivo. L'obiettivo del fotografo non ci risparmia nulla della sofferenza che gli scorre davanti, evitando con maestria e sensibilità l'approdo entro qualsiasi forma di forzato sentimentalismo. Nessuna concessione "arty" ma la scelta di inquadrature immediate, ottiche leggermente lunghe per non dare «impressioni prospettiche» alla composizione. Non cerca eclatanti frames ma lavora sulla serie, nutrendo con rigore compositivo il suo occhio che in una famosa intervista definirà «affamato». Il suo stile, estremamente crudo e autentico, fatto di primi piani, immagini di vetrine e finestre, interni di negozi, ha influenzato il modo di fotografare di diverse generazioni di fotografi, americani e non, tra cui Robert Frank.
L'altro grande soggetto di interesse per Evans è rappresentato dalle architetture, ed è proprio attraverso la lettura di queste ultime che l'artista riesce a rivelarci con sorprendente chiarezza il percorso peculiare della vita e della cultura americana. Prese singolarmente, le immagini di Evans trasmettono il senso inconfondibile dei singoli luoghi, luoghi che nell'insieme evocano in modo corale il senso profondo della vita in quell'immenso, minuscolo paese che sono gli USA.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Magnifiche foto

sartoris ha detto...

che te lo dico a fare :-)

LUIGI BICCO ha detto...

Bellissimo post. Ewans genio, ma che te lo dico a fare per davvero.
In ogni caso, visto che mi sembri persona saggia e pronta alle sorprese più imprevedibili, eccoti un sito sgangherato nell'aspetto, ma zeppo di robe sue, soprattutto i suoi lavori pubblicati sulle riviste. Tienti forte.

https://www.fulltable.com/vts/f/fortune/menug.htm

sartoris ha detto...

Bicco, grande segugio delle pianure web, grazie per il bellissimo link :-)))