giovedì 1 ottobre 2015

a Bari, per gli editori indipendenti...

Il Premio internazionale degli editori indipendenti Sinbad - Città di Bari nasce dall’idea di alcuni editori di portare alla luce il lavoro di cura e di ricerca che svolge l’editoria indipendente, e dare visibilità alla ricchezza e alla varietà di un’offerta letteraria pressoché invisibile nell’ambito dei grandi premi nazionali. I criteri ispiratori sono la qualità e la trasparenza.
Le candidature per questa prima edizione sono state 89 (68 per la sezione narrativa italiana e 21 per la sezione narrativa straniera) e da pochi giorni sono noti i finalisti alla prima fase di selezione. Eccoli qui di seguito.

Sezione narrativa italiana
1. Mauro Pistacchio, Laura Toffanello, L’estate del cane bambino, 66thand2nd (9 voti)
2. Ilaria Bernardini, L’inizio di tutte le cose, Indiana editore (8)
3. Mario Capello, L’appartamento, Tunuè (8)
4. Tommaso Pincio, Panorama, NN Editore (8)
5. Paolo Zardi, XXI secolo, Neo Edizioni (8)
6. Simone Marcuzzi, Dove si va da qui, Fandango (6)
7. Beatrice Masini, La cena del cuore. Tredici parole per Emily Dickinson, Illustrazioni Pia Valentinis, Edizioni RueBallu (6)
8. Lou Palanca, Ti ho vista che ridevi, Rubbettino (5)
9. Lidia Ravera, Chiara Mezzalama, Gaia Formenti, Tre donne sull’isola, Iacobelli editore (5)
10. Eugenio Vendemiale, La festa è finita, Caratteri Mobili edizioni (5)

Sezione narrativa straniera
1. Miriam Towes, I miei piccoli dispiaceri, Marcos y Marcos (11)
2. Annie Ernaux, Gli anni, L’orma editore (10)
3. Helen Humphreys, Il canto del crepuscolo, Playground Libri (10)
4. Joao Ricardo Pedro, Il tuo volto sarà l’ultimo, Nutrimenti (10)
5. Fredrik Sjöberg, L’arte di collezionare mosche, Iperborea (10)
6. Sorj Chalandon, Chiederò perdono ai sogni, Keller (8)
7. Ayelet Gundar-Goshen, Una notte soltanto, Markovitch,
Giuntina (8)
8. Tomas E. Martinez, Purgatorio, SUR (7)
9. Zdravka Evtimova, Sinfonia, BESA Editrice (6)
10. Olivier Rolin, Tigre di carta, Clichy (6)
La giuria nella prima fase del Premio Sinbad - Città di Bari era composta da biblioteche, blogger, circoli di lettura e librerie indipendenti, ed è interessante rilevare come i voti indichino una sostanziale convergenza nelle valutazioni. A decretare invece la terna di finalisti (che verrà resa nota il prossimo 21 ottobre), in un incontro alla Casa delle Letteratura di Roma, sarà una qualificata giuria tecnica: Franco Cordelli, Andrea Cortellessa, Marcello Fois, Michele Mari, Elisabetta Rasy per la sezione narrativa italiana; Simonetta Bitasi, Concita De Gregorio, Nicola Lagioia, Marco Missiroli, Michela Murgia per la sezione narrativa straniera. Il 21 e 22 novembre al Teatro Margherita di Bari verranno annunciati i due vincitori (cui spetteranno 4000 euro ciascuno) in un incontro pubblico, durante il quale ogni giurato dovrà motivare la propria scelta.

3 commenti:

Goliarda ha detto...

che bella festa di parole...
e quanti nomi interessanti1

sartoris ha detto...

Hai visto Goliarda? (manca il mio però, di nome:-)))

CREPASCOLO ha detto...

" Dammi tredici parole / cuore sole amore e la loro prole " cantava nel crepuscolo Marcuzzo Masini, perso nel panorama del suo personale purgatorio. Una notte soltanto lo seperava dal Premio. Aveva vissuto, ma la festa è finita. Aveva attraversato il XXI secolo credendo fosse l'inizio di tutte le cose, ma ora era consapevole di esser stato solo una tigre di carta che collezionava mosche, cosa che rubricava ormai come uno tra tanti piccoli dispiaceri.
All' alba, Sinbadass , il Re dei Bari, il tizio che ti racconta una altra versione della storia e ti fa siglare l'unico contratto che conti, sarebbe passato a riscuotere il suo Premio.
Marcuzzo non dormì quella notte se non per pochi minuti in cui sognava un cane bambino che cenava con il suo cuore.
All'alba si destò nella sinfonia della estate. Sinbadass gli porse la carta e la penna. Marcuzzo lesse rapido, sorrise e notò che mancava il suo nome. L'Altro sorrise - spettacolo ipnotico come una festa di parole - e disse che il suo volto sarebbe stato l'ultimo perchè ci si stufa di bussare a porte che non vogliono aprirsi per proporre patti che nessuno vuole sottoscrivere. Adoro il lieto fine.