giovedì 11 giugno 2015

93 anni di mito e canini...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

aveva ormai i suoi annetti, ma una faccia e una classe che non si dimenticano :-)
PIPPO

sartoris ha detto...

Beh indubbio fascino e faccia espressiva. E poi era un grande!

CREPASCOLO ha detto...

Cesco Skaramanga ha passato l'eternità ad archiviare pratiche di cui non sa nulla. Chiuso nel suo loculo dall'alba al crepuscolo, efficiente come una macchina, ma triste come solo un essere umano può essere quando solo al mondo. Cesco la Macchina aveva involontariamente seppellito sotto una montagna di altra carta un documento fondamentale per incriminare Vlad " Teppa " Zeppola, lo zar di tutti i traffici che non sopportano la luce del sole. Vlad poteva essere un birichino, ma non era un ingrato. Aveva regalato al ragionier Skaramanga un viaggio premio nella terra del Sol Levante e Cesco aveva apprezzato xchè di solito all'alba era già al lavoro. Ora era in un ristorante di Tokio e stava prendendo con le bacchette una pallina di riso e salmone dal corpo liscio e pallido di una ragazza piatto di portata. In quel momento le luci si spensero e dal soffitto calarono ninjas armati di croci e paletti. La ragazza piatto di portata sibilò come una biscia prima di lanciare da parte il vasetto del wasabi e cominciare a mordere i suoi nemici. Era un non morto dell' Ordine dei Tre Capezzoli ed il terzo comparve sulla fronte nel momento dell'estasi assassina che durò il tempo necessario per rompere le bacchette e piantarle nel cuore del vampiro. A darle la pace era stato un'altra creatura della notte che aveva scelto di non aderire al lato oscuro. Cesco stava vivendo esattamente quanto aveva sognato si nascondesse tra le pieghe di quei documenti che aveva x tanti anni religiosamente inumato. La vita può essere sogno a volte.

Il dottor Kushing era sicuro che la Macchina fosse inceppata per sempre, ma era votato alla sua missione e combatteva xchè un giorno il suo paziente tornasse indietro da dovunque fosse finito.
Se solo non avesse preso in mano quella busta con il biglietto aereo x il Giappone ! La carta era imbevuta di un potente allucinogeno...

Anonimo ha detto...

Un signore. Eleganza e maestria. Il resto non conta.

Ethel