domenica 31 maggio 2015

la malinconia western di Shepard

Samuel Shepard Rogers meglio noto come Sam Shepard (Fort Sheridan, 5 novembre 1943) è un commediografo e scrittore statunitense considerato dalla critica l'unico vero erede del grande teatro americano, il solo drammaturgo capace di competere con Eugene O'Neill. Con la sua straordinaria capacità di mediazione tra cultura alta e popolare, tra ricerca sperimentale e tradizione folkloristica, tra adesione ai valori americani e critica ai miti della società del consumo, ha ottenuto grandissimi successi sia come scrittore ma anche come attore (di una bellezza fulgida ed enigmatica in giovinezza, era oggettivamente magnifico in I giorni del cielo di Malick).
Nei diciassette racconti contenuti in Il Grande Sogno, Shepard attinge alle medesime sorgenti che l'hanno fatto apprezzare sul (e dietro il) palcoscenico: il sesso e la nostalgia, lo struggimento per una frontiera ormai irrimediabilmente compromessa, il tragicomico divario d'incomprensione tra uomini e donne e la distanza ancora più profonda che separa gli uomini da loro stessi. Paesaggi sconfinati in cui il tonitruante rombo delle automobili si è via-via sostituito al galoppo dei cavalli. E le macchine in disuso, il relitto del benessere contemporaneo, che diventano parte della narrazione, come la vecchia Chevrolet del primo racconto. L'eco delle atmosfere del film Paris, Texas (1984), del sodale Wim Wenders, di cui Shepard non a caso ha curato la sceneggiatura, si riverbera marcato su tutto il volume. Alcune descrizioni di paesaggi naturali incantevoli richiamano frammenti di letteratura senza tempo, autori inarrivabili come Faulkner e McCarthy. Da essi il drammaturgo americano saccheggia e riformula la dimensione della wilderness, la sua bellezza e maestosità che a volte appaga, a volte finisce col sottolineare lo smarrimento esistenziale degli uomini. In Non era Proust una coppia di adulti, nella stagione estiva, contempla ogni mattina (per diciotto anni) la superficie luccicante dell’acqua di un lago nero che si trova nella regione, non meglio definita, dei Grandi Boschi del Nord. Il paesaggio assolato del racconto Il grande sogno del paradiso diventa invece cornice di una duplice delusione affettiva (il protagonista scopre che l’amico è riuscito ad acquistarsi le attenzioni della donna da entrambi desiderata).
Strizzando di volta in volta l'occhio alla commedia o al dramma, alla realtà o al sogno, Shepard, alla stregua di un Edward Hopper della pagina scritta, appronta rapidi affreschi colmi di tristezza, cavalcando ora una cifra epica dalla resa inossidabile, ora un velo d'umorismo sottile e assolutamente privo di speranza. Nel 2005, sempre con Wenders, scriverà e impersonerà la storia di uno splendido cowboy in disarmo nel film Non bussare alla mia porta.

Il Grande Sogno - Sam Shepard (Ed. Feltrinelli)

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