sabato 30 maggio 2015

blood meridian, il film che non si farà (forse) mai...

è più di un decennio che noi appassionati di western e southern gothic aspettiamo la ripetutamente annunciata trasposizione cinematografica di Blood Meridian (Meridiano di sangue, in Italia pubblicato da Einaudi), capolavoro assoluto di quell'inarrivabile bardo del Texas - più volte in odore di Nobel - che risponde al nome di Cormac McCarthy (e che quaggiù si venera quasi quanto il suo nume tutelare William Faulkner). Ma il progetto continua a vivere purtroppo in un indecifrabile limbo già da molti anni. Opzionato ben vent'anni or sono dall'attore Tommy Lee Jones, che ne scrisse un primo adattamento coadiuvato dallo stesso McCarthy, la pellicola risulta ad oggi ben lungi dall'essere in produzione, venendo classificata in quella perenne fase «di sviluppo» che per un progetto cinematografico significa tutto e niente.
Qualche anno piu tardi trapelò con grande clamore la notizia che la regia fosse finita in mano al grande Ridley Scott, il quale dichiarò che intendeva (con notevole sollazzo per chi aveva amato la pagina scritta) mantenere sul grande schermo tutta la violenza originale del romanzo (si parlava di un azzeccatissimo John Goodman nelle vesti del personaggio satanico de il Giudice). Senonché il testimone, per una serie di lungaggini produttive che stremarono ben presto il regista di Blade Runner, è passato successivamente all'attore e regista Todd Field salvo finire infine, da cinque anni a questa parte, nelle mire registiche di un altro autore/attore che di McCarthy e Faulkner è un devoto totale, quel James Franco cui si deve l'ottima trasposizione di Child of God (e di altre cose di matrice faulkneriana, ne parlammo qui e qui). L'unica cosa che finora però Franco è riuscito ad architettare è stato girare, qualche tempo fa, una sorta di test filmico di mezz'ora con Scott Glenn, Luke Perry e Mark Pellegrino, ancora piuttosto grezzo per quanto decisamente carico di un indubbio potenziale (lo potete vedere in coda al post) che però non ha convinto il produttore Scott Rudin (detentore attuale dei diritti sul romanzo).
A tutt'oggi non si sa verso quale destino produttivo sia più opportuno dirottare il film, poiché giudicato di fatto da Hollywood una storia a bassa "filmabilità" (a causa di quella commistione di lingue, di stile arcaico che si mescola abilmente allo slang e che è ovviamente difficilissimo rendere in celluloide), il che, unito alla esigenza di individuare un cineasta il più possibile in sintonia con l'opera della scrittore, rende questo film una chimera che forse aspetteremo a lungo, troppo a lungo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Eh magari. Penso anch'io sia un libro "un-filmable" (¤_¤) PIPPO

sartoris ha detto...

@Pippo, lo dice persino James Franco, che non è filmabile, ed è noto quanto l'attore/regista straveda per l'opera di McCarthy. Staremo a vedere (noi qui ci speriamo ancora alla grande)