lunedì 25 agosto 2014

un lamento blues...

una pellicola in puro stile southern-gothic, questo eccellente Blake snake moan, il «lamento del serpente nero» che in gergo blues (il titolo è prelevato di forza da un pezzo degli anni Venti di Blind Lemon Jefferson) simboleggia la rabbia di chi è divorato dal tradimento.
La storia vede la giovanissima Rae (una Christina Ricci davvero esuberante, capace di mettersi a nudo - in tutti i sensi - davanti alla cinepresa) vittima di un serio disturbo del comportamento sessuale che prevede la soddisfazione compulsiva del desiderio e per il quale diventa un vero e proprio bersaglio per ogni maschio del piccolo sobborgo agrario in cui vive, nel profondo sud del Tennessee. A salvarla dal vortice di vizio e depravazione s'incaricherà l'anziano Lazarus (Samuel L. Jackson), un rude contadino di colore - nonché bluesman - abbandonato dalla moglie (è lui il cantore del blake snake moan del titolo), che rapisce e relega nella propria casa la focosa Rae. Il suo intento non è solo di sottrarla ad abusi più o meno consensuali, ma di renderla conscia delle proprie libertà e dignità di persona, cercando così di darle una possibilità di riscatto.
In questa vibrante pellicola diretta da Craig Brewer nel 2006 (da noi naturalmente uscita direttamente in dvd, perché non sia mai che la popolazione afflitta la letargia catatonica possa venire scossa da un prodotto troppo discostante dal piattume paratelevisivo imperante) la Ricci fa un lavoro magnifico nel ruolo della ninfomane ribelle dal passato zeppo di abusi, facendone un personaggio torbido ma che nel profondo dell'animo vorrebbe solo riuscire a provare un sentimento vero (ci riuscirà alla fine con Justin Timberlake, qui nella parte di un vulnerabile terrone preda di attacchi d'ansia). In slip bianchi e poco altro indosso, l'attrice passa buona parte del film attaccata a una grossa catena, riuscendo a renderla una cosa credibile (siamo nel deep south, d'altronde, e queste cose succedono anche da noi!). 
Solita prova maiuscola per Samul Jackson, che per interpretare il contadino chitarrista ha imparato davvero a suonare lo strumento, e colonna sonora da sturbo: una succulenta compilation di pezzi che rendono il film una sorta di vero e proprio disco d'ascolto.

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