sabato 23 agosto 2014

Il mitico G.M. (3°parte)

Gli Speciali
Questa volta mi dedico un po’ agli Speciali, a quei libri, insomma, curati spesso da Mauro Boncompagni e da Stefano Di Marino che mettono insieme romanzi o racconti su determinati argomenti. Me li sono beccati tutti ma qui ne citerò solo alcuni.
A dir la verità all’inizio era Supergiallo e ci aveva messo lo zampino pure Alan Altieri con Anime Nere sul quale mi divertii un po’ sfacciatamente anche a dare dei voti in maniera ironica (perdonatemi). Dunque non perdetevi gli Speciali. Sotto la guida di Boncompagni, dicevo, sono diventati davvero speciali (qui).
Ci si trova di tutto. Pure una serie di signorine zitelline che non sono da meno dei maschietti (anzi!) nello scovare intrepidi assassini. Prendete Le signorine omicidi colpiscono ancora e Le signorine omicidi per rendervene conto. Qui abbiamo Miss Silver, Norma Boyd, Hildegarde Withers, Sarah Keate, Mammina (non scherzo) e Miss Marple a offrirvi qualche esempio della loro abilità investigativa basata, o su una specie di infallibile istinto (femminile, s’intende), o su una straordinaria, stringente logica deduttiva (e non manca neppure il sorriso).
Se le detective in gonnella non vi danno soddisfazione buttatevi pure sui gatti. Non vi prendo in giro. Sfogliate Il gatto che conosceva gli astri di Lilian Jackson Braun e vi troverete in compagnia con gatti particolari come Koko e Yum Yum, il primo che riesce a intuire il chi, il come, il perché, e il luogo dove era avvenuto il crimine, e cercava di comunicare i propri sospetti, il secondo, pardon la seconda, intelligente, ricca di inventiva, furba, che nasconde le prove sotto il divano e sotto il tappeto.
In uno Speciale che si rispetti non mancano, non devono mancare, i veleni come in Veleni letali di John Dickson Carr, Hillary Waugh, Anthony Berkeley. Lunedì 7 giugno Roger Chapman, vice sovrintendente della scuola di Stockford nel Connectict, siede a tavola con la moglie Betty, insegnante di scuola alla media superiore. Tra le altre cose da mettere sotto i denti cipolle alla panna di un sapore terribile. Così come terribile è la sua morte da stricnina e anche la moglie se la vede brutta. Vi propongo l’inizio di uno dei tre racconti tanto per stuzzicarvi l’appetito.
E non deve mancare nemmeno il sesso intrecciato con la morte come in Eros & Thanatos. Questo, mi ricordo, era a cura di Stefano Di Marino con una lunga trenata di autori, soprattutto al femminile.
Morte, dunque, e sesso. Anzi, prima sesso e poi morte. Naturalmente. Spiattellato in tutte le salse, sviscerato nei suoi più intimi segreti con tecnica sopraffina. Come solo le donne sanno fare. Su questo alzo le mani e mi arrendo. Sesso ed erotismo sottile, seducente, coinvolgente, sporco, cattivo, perverso e violento.
E poi gelosia tremenda e tremenda vendetta, ma anche amore, via, la voglia d’amore, il desiderio d’amore, di un sorriso, di una carezza che non c’è e allora il coltello che fende e che squarcia, il sangue che sprizza. Sangue, sangue e sangue in tante, forse troppe pagine come simbolo di vendetta (già detto) e di riscatto. Racconti forti, duri, al limite della sopportazione e finali talora imprevisti e spiazzanti. Ai giorni nostri o nel Medioevo il risultato non cambia. La morte violenta d’amore si fa largo fra le maglie del tempo, per insediarsi dappertutto, perfino nei luoghi di pace e di preghiera dove il Male dovrebbe tenersi lontano.
Una prosa ricca di molte sfaccettature, ora nervosa, scattante, in un certo senso ripetitiva e martellante a punzecchiare, a mordere, ora più lenta e pacata, sottile, sinuosa nei meandri dell’animo e nelle viscere del corpo, ora di più ampio respiro. Insomma una notevole padronanza del mezzo espressivo con qualche inevitabile ingenuità e ridondanza.
E non mancano, sempre nei nostri magnifici Speciali, nemmeno le “canzoncine” tremende che preannunciano momenti di sangue. Vedi Melodie di morte di Jonathan Stagge, Robert Goldsborough, Cornell Woolrich. Nella introduzione Mauro Boncompagni ce lo dice apertamente. Certe ballate o filastrocche nel romanzo poliziesco sono di una sfiga pazzesca. Portano morti ammazzati a go-go. E ne fa una lista impressionante. Fra cui quelle inserite in queste tre chicche che presento interamente.
Partiamo dalla prima Dolce, vecchia canzone di morte di Jonathan Stagge.
Un gruppo di amici a un picnic, qualcuno canta un’antica ballata. Cala la sera, scoppia un temporale, e al rientro mancano all’appello due gemellini. Giacciono in uno stagno, uccisi seguendo le parole della canzone. E finché il dottor Westlake non fermerà il loro assassino, la sinistra filastrocca continuerà a scandire omicidi. In breve c’è il dongiovanni rubacuori, la classica persona mancante occupata da altra parte, questioni sentimentali, una collana pregiata, una segheria con mistero incorporato. Ma c’è, soprattutto, la sfilza dei morti ammazzati che si rimpolpa sempre più. E il dottor Westlake, insieme all’ispettore Cobb, che cerca di svelare il vero volto dell’assassino. Un pazzo pericoloso (e un po’ di pazzia serpeggia in qualche famiglia) o un terribile programmatore di morte?...Brividoso.
Nero Wolfe: delitto in mi minore di Robert Goldsborough.
Lettere di minaccia perseguitano il direttore della New York Symphony Orchestra. Interpellato dalla nipote del musicista, Nero Wolfe accetta il caso in nome di un antico debito di gratitudine. Chiaro che lo zio si ritrova morto ammazzato con un tagliacarte infilato dietro la schiena. Solito quadretto umoristico nella vecchia casa arenaria nella Trentacinquesima strada Ovest, vicino allo Hudson, con Archie Goodwin a raccontare la storia e flirtare con Lily Rowan, Nero Wolfe stravaccato in poltrona a bere birra, Theodore Horstman a vigilare sulle diecimila orchidee e Fritz Brenner a preparare succulenti menu. Questa volta il caso è complicato e il “poltronista” (mio conio) per eccellenza è costretto a chiedere l’aiuto dei suoi abituali collaboratori e a un investigatore privato di Londra. Poi, quando incomincia a muovere ritmicamente le labbra, il caso è risolto. Leggero e frizzante.
Passi che si avvicinano di Cornell Woolrich. Ceil è una ragazza che adora il jazz. Almeno una volta alla settimana, suo padre la vede tornare a casa con un nuovo disco. Lei lo suona e lo suona ancora, ad oltranza, prima di staccarsene e passare al successivo. Ma nell’ultimo c’è qualcosa che non va. Matt Molley, il cantante, geme in modo più “realistico” del solito. Ohhh, sto male: Ohhh, muoio al posto del conosciuto verso. Impossibile, via. O possibile? Una perla. Intanto beccatevi questi. Per il resto vedremo in seguito. [by Fabio «boss» Lotti]

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E con questo spero di invogliare qualche lettore a buttarsi sui G.M.
Fabio "boss" Lotti

CREPASCOLO ha detto...

Resto affascinato dagli apocrifi come il tizio che resta a guardare il raggio della morte venusiano che il disco volante proietterà cancellando dal prologo del b movie e Rex Stout è uno dei miei demoni - quando scrive di Archie Goodwin e del suo " signore e donno ", meno nelle scappatelle con Dol Bonner e Tecumseh Fox -e ho provato molti anni fa il signor Robert Goldsborough ( un prof universitario, se non ricordo male, e fan irriducibile che scriveva con il placet delle figlie di Stout ), ma ho deciso allora che potevo dedicare il mio tempo ad altro.
Bob non si appiattiva a clone della prosa scoppiettante di Rex - tentaz seducente come una piscina di Nutella - ma non riusciva ad essere una alternativa interessante. Se togli a Phil Marlowe il disincanto del romantico aggiornato travestito da malcelato cinismo, hai solo un tizio in trench che beve troppo ed incappa in un treno di delusioni. Se scrivi del Dinamico Duo della Detection ( e non sto parlando di Bats & Robin ) e non indossi il pittoresco punto di vista di Archie che chiama " il ricettacolo della pappa " la pancia del suo capo, hai solo un delitto a Manhattan risolto nel salotto giallo di una casa di arenaria.

Anonimo ha detto...

Caro Crepa (e non prendermi alla lettera)
anche a me gli apocrifi non stuzzicano più di tanto (li paragono alle seghe venute male da ragazzo), però i G.M. offrono talmente tante possibilità di lettura che mi pare impossibile non trovarci quella giusta per i nostri gusti.
Fabio quello di sopra.

CREPASCOLO ha detto...

Non sono male gli apocrifi di Holmes - penso al famoso soluzione sette x cento con il team up Holmes/Freud e a quelli scritti da Adrian Conan Doyle e JD Carr - e ho letto da qualche parte che Mondadori dedicherà questo autunno una collana dedicata proprio alla Baker Street vista da autori diversi da Art Conan Doyle. Vedremo.

Anonimo ha detto...

Hai letto bene. A settembre inizieranno gli apocrifi sullo spilungone pipacchione. Se vuoi qualcosa di un grande relativo al binomio delitto-scacchi (o viceversa) buttati qui con fiducia http://theblogaroundthecorner.it/2013/06/battaglie-sulla-scacchiera-di-fabio-lotti/
Fabio ecc...