martedì 8 aprile 2014

...orrore «aussie»

Ragazzo timido dei sobborghi di Adelaide, Jamie è talmente inerme da subire le avances di un vicino di casa depravato. La madre, coaudiuvata dal suo nuovo boy-friend, costringe però il pedofilo alla fuga e lo spettatore si fa presto convinto che il peggio sia passato. Ma lentamente le cose si rivelano per la merda che sono: nella quotidianità disfunzionale di questa atipica famiglia aussie, con un padre assente e una varietà di pericolosi redneck a infestargli la casa, il ragazzo subisce il fascino del nuovo compagno della madre: uomo rude e razzista, capace però di slanci affettivi inusuali nell'esperienza del protagonista, in realtà è dedito all'omicidio e alla tortura.
Storia vera del serial killer australiano John Bunting, Snowtown racconta in maniera lucida e brutale le lusinghe della violenza e lo fa attraverso la prospettiva di una delle persone coinvolte, Jamie, figlio maggiore della compagna del mostro. Eccezionale prodotto ad alto tasso disturbante, la pellicola firmata da Justin Kurzel nel 2009 non risparmia niente allo spettatore, catapultandolo in un'atmosfera di sofferenza e sopraffazione che s'insinua sotto la pelle dapprima a tradimento e poi in maniera esplosiva. Dosando con abilità le scene splatter (poche - qui l'orrore è soprattutto psicologico - ma grevi) quasi tutta la violenza che aleggia sulfurea nell'aria è in realtà il risultato della bravura di uno stupendo parco di interpreti (soprattutto Daniel Henshall e Lucas Pittaway, gli unici attori professionisti, il resto del cast è gente reclutata in loco, nei veri dintorni di Snowtown) e di una sceneggiatura praticamente priva di lacune.
C’è una scena di tortura che lo spettatore si aspetta di vedere, ma che, per come è immaginata e girata, si rivelerà praticamente insostenibile. Anche la violenza sessuale è più suggerita nelle sue conseguenze psicologiche che mostrata (una violenza tra adolescenti è mostrata in una breve scena, senza alcun tipo di voyeurismo o enfasi). La colonna sonora ossessiva contribuisce a generare angoscia e straniamento.
Mettendo in scena la storia di quello che venne definito «l'assassino dei dei barili», perché le sue vittime furono ritrovate a frollare nell'acido entro barili, il giovane regista si permette il lusso di evitare una sterile ricostruzione cronachistica dei fatti approdando piuttosto a una sorta di distaccato studio antropologico, un viaggio nei meandri della psiche di un predatore e di un'intera famiglia che ne subisce la fascinazione fino alle estreme conseguenze. Soprattutto il film utilizza la parabola del serial killer per raccontare del cedimento verso il male da parte di quel Jamie che assiste paralizzato alle azioni del patrigno (non è mai stato comprovato il fatto che Jamie stesso in realtà disapprovasse ciò che accadeva: ha avuto uno sconto di pena solo in quanto ha testimoniato contro Bunting e i suoi complici).
Gli omicidi di Snowtown, conosciuti appunto come "gli omicidi dei corpi nelle botti", furono i delitti di 11 persone commessi in Australia fra l'agosto 1992 ed il maggio 1999. I colpevoli della serie omicidiaria furono accusati anche di un dodicesimo omicidio (quello di Suzanne Allen), ma non condannati per esso per mancanza di prove. I delitti furono scoperti quando i resti di 8 vittime furono trovati (in un edificio dove prima c'era una banca) il 20 maggio 1999 a Snowtown. La località di Snowtown è a 145 km da Adelaide. Anche se i delitti sono in gergo chiamati "di Snowtown", i corpi furono tenuti in varie località nei dintorni di Adelaide per poi essere spostati a Snowtown all'inizio del 1999. Solo una vittima fu uccisa a Snowtown, e nessuno degli assassini proveniva da là.
Tre giorni dopo la scoperta delle botti, due corpi furono trovati sepolti in un cortile a Salisbury Nord, periferia a nord di Adelaide. Quattro persone furono arrestate ed accusate degli omicidi. Tutti sono stati condannati per aver partecipato ai delitti in vari ruoli. Gli assassini erano un gruppo, con capobanda tale John Justin Bunting. Molti dettagli degli omicidi restano sconosciuti.
Il film restituisce in toto l'inesplicabile banalità di quell'orrore senza fondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

visto. Un signor film. Anche se un pugno allo stomaco mica da ridere...

Pippo

sartoris ha detto...

Eccome Pippo. Un cazzottone in piena pancia :-)