giovedì 2 maggio 2013

Suttree: 500 pagg. di melma e poesia...

«Caro amico adesso nelle polverose ore senza tempo della città quando le strade si stendono scure e fumanti nella scia delle autoinnaffiatrici e adesso che l’ubriaco e il senzatetto si sono arenati al riparo di muri nei vicoli o nei terreni incolti e i gatti avanzano scarni e ingobbiti in questi lugubri dintorni, adesso in questi corridoi selciati o acciottolati neri di fuliggine dove l’ombra dei fili della luce disegna arpe gotiche sulle porte degli scantinati non camminerà anima viva all’infuori di te. Antichi muri di pietra sbiecati dalle intemperie, resti di fossili incastonati nelle strie, scarabei calcarei increspati sul fondo di questo scomparso mare interno. Esili alberi scuri oltre le cancellate laggiù dove i morti presidiano la loro piccola metropoli.
Curiose architetture di marmo, stele e obelischi e croci e minuscole lapidi erose dalla pioggia dove con gli anni sbiadiscono i nomi. Terra satura di casse da morto di ogni tipo, ossa polverizzate e seta marcia, sudari macchiati di carogna. Là fuori sotto la luce azzurra del lampione i binari del tram corrono verso l’oscurità, curvi come speroni di gallo nel tramonto di princisbecco.
L’acciaio restituisce la calura del giorno, la senti attraverso la suola delle scarpe. Prosegui oltre i muri ondulati di questo deposito, lungo stradine sabbiose dove auto fracassate occhieggiano torve da zoccoli di calcestruzzo. Attraverso grovigli di sommacco e fitolacca e caprifoglio vizzo che costeggiano i dissestati terrapieni d’argilla della ferrovia. Rampicanti grigi torti verso sinistra in questo emisfero boreale, ciò che li torce foggia la conchiglia del buccino. Erbacce cresciute dal rosticcio e dai mattoni [...]»

Suttree - Cormac McCarthy (Ed. Einaudi)

7 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Lallallà, non so niente, non ho letto niente, lallallà, non voglio sapere niente, lallallà, non ho soldi da spendere, lallallà...

sartoris ha detto...

@Luigi, Suttree non deve mancare nella tua libreria, come L'Urlo e il Furore o Pastorale Americana è uno di quei libri che ogni tanto si va ad annusare, sfogliare, odorare per venirne rapiti ;-)

Gigistar ha detto...

Ora... non è tanto la fitolacca o il caprifoglio vizzo che ho difficoltà a visualizzare... più che altro mi dà problemi il sommacco che spunta dal rosticcio accanto alla conchiglia del buccino.

Risuona il mio grande Mah

Pimpi ha detto...

...da sbrodolarsi, vero Omar....?
(e non aggiungo altro perchè sono una fanciulla ;))

sartoris ha detto...

@Pimpi: da sturbo, certo, quando leggo McCarthy il rischio è l'orgasmo multiplo :-)

@Gigistar non ti far spaventare dalla musicalità della nostra lingua (pensa quanto deve essersi sbattuta la traduttrice - non ricordo se è Martina Testa o il consueto Raul Montanari - per rendere le incredibili onomatopee mccartiane^_^) (che poi sono, fatti i dovuti distinguo, quelle di matrice faulkneriane di tanta letteratura southern)

Gigistar ha detto...

Lo so lo so... anzi per farti vedere che ne so un po' di più di quello che mostro... ti posto questo articolo che ho letto un po' di tempo fa e ho conservato. La traduttrice è Maurizia Balmelli. Questa è una sua bella intervista in cui parla di quando ha tradotto Suttree:

http://rivistatradurre.it/2011/04/mau-balmelli/

Happy reading :-)

sartoris ha detto...

@bello Gigistar grazie ;-)