venerdì 3 maggio 2013

il fascino della traduzione...

(entusiasmante intervista a Maurizia Balmelli, strepitosa traduttrice di McCarthy segnalataci ieri da Gigistar nei commenti: da leggere d'un fiato)
• Maurizia, tu che hai tradotto prevalentemente dal francese, com’è che a un certo punto te ne vieni fuori con la traduzione dall’inglese di un testo complesso e difficile come Suttree?
Dall’inglese avevo già tradotto qualcosa. Per esempio La legge dei sogni di Peter Behrens, uscito per Einaudi nel 2008. Una specie di fratello minore di McCarthy, diciamo una sua versione pop. Un libro per niente facile. E prima avevo fatto la revisione dell’ultimo romanzo di McCarthy, tradotto da Martina Testa ancora per Einaudi, La strada, pubblicato nel 2007. Ed è lì che ho imparato a sentirlo. Lavorare su una traduzione fatta da altri di un autore che poi tradurrai anche tu è molto interessante. Hai modo di riflettere. Hai una sponda in più cui appoggiarti. E posso dire che la misura dello stile di McCarthy ho cominciato a trovarla facendo quella revisione. Mi hanno sempre detto che ho una scrittura molto equilibrata, sembra strano, ma è così.
• Un forte orecchio musicale… Lo si capisce dalle tue traduzioni.
Insomma, per mia natura tendo ad armonizzare le frasi. McCarthy invece le sospende. Lo faceva molto nella Strada e a me sembra che lo faccia anche in Suttree, un aspetto che forse in seguito ho notato meno perché ho imparato a rispettarlo in maniera quasi automatica. Ma all’inizio, nella revisione della Strada, quando ancora dovevo sintonizzarmi con lui, capitava che gliele chiudessi, le frasi. Con questo non intendo dire che la frase mccarthiana non sia compiuta, anzi, ma è una chiusura leggera, non accentuata, che sommata al frequente uso della paratassi, altra forte caratteristica di questo scrittore, porta a un andamento “dondolante”, come ha detto Raul Montanari, che tra il 1996 e il 2000 di McCarthy ha tradotto Meridiano di sangue, Figlio di Dio, Il buio fuori e Città della pianura. Dondolante è un aggettivo cui io non avrei pensato, se non lo avessi letto. Ma è calzante.
• Anche se La strada, almeno all’apparenza, ha uno stile molto diverso.
Sì, ma in Suttree ho ritrovato moltissimo della Strada. McCarthy è un grande autore. Quando ci lavori sopra te ne accorgi: traducendo Suttree, a tratti l’impressione era che La strada l’avesse distillato da lì. Ci sono delle immagini, dei nuclei, in Suttree, che poi ritrovi anche nella Strada. [continua su Rivistatradurre]

4 commenti:

Gigistar ha detto...

Sono onorato :)

Pimpi ha detto...

Bellissima! Grazie Omar e, soprattutto grazie Gigistar! ;)

sartoris ha detto...

@Gigistar qui si vola alto ;-)

@Pimpi: che te lo dico a fare? :-)

Anonimo ha detto...

i like this ;-)

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