lunedì 29 aprile 2013

nella terra selvaggia

Il delicato Re della Terra Selvaggia, pellicola indipendente a stelle e strisce, s'intitolava più efficacemente Beasts of the Southern Wild un anno fa, prima di guadagnarsi il gran premio della giuria al Sundance Film Festival. Poi al film toccò in sorte di aggiudicarsi quattro nomination agli Oscar (miglior film, regia, attrice e adattamento) ragion per cui il passaggio nelle sale italiane gli ha appioppato il nuovo titolo un filino meno evocativo ...MIYAZAKIIIIIII… (scusate, dicevamo). Il film è la storia di Hushpuppy, una seienne che vive nel villaggio di Bathtub, comunità avulsa al mondo civilizzato e che, in barba a ciò, conduce un’esistenza tranquilla e serena. Ma la grande tempesta incombe all’orizzonte, e la bambina si ritroverà a fare i conti con il disastro mentre la salute del padre declina rapidamente e delle creature misteriose …MIYAZAKIIIIIII… (di nuovo, sorry!) e preistoriche, gli Auroch, si sono svegliate dal loro sonno nei ghiacci dell'Antartide per marciare a tutta velocità verso Bathtub.
La piccola (di colore, e infatti Obama alla visione del film ha gongolato) è il fulcro della storia, non solo per l’evoluzione psicologica che porta a maturazione il suo personaggio, ma anche perché l’interpretazione di Quvenzhané Wallis è, al netto di un certo manierismo tipico delle attrici-bambine, forse una delle più impressionanti dell’anno. E quando attrici così giovani …MIYAZAKIIIIIII… (cerchiamo di resistere, basta!) e senza esperienza regalano performance di cotanto livello come questa, il merito va anche al regista che le ha dirette. In questo caso Benh Zeitlin, che del film è anche sceneggiatore nonché coautore della spumeggiante colonna sonora a base di banjo.
Un'opera indiscutibilmente preziosa, quindi, questo Re della Terra Selvaggia? Non completamente. Non, almeno, quel gioiellino di cui tutti hanno parlato. Sicuramente lo spunto iniziale è intrigante e molto ben focalizzato, e lo sdipanarsi della storia offre allo spettatore scene di innegabile bellezza - su tutte, ovviamente, la cavalcata dei cinghialoni (gli Auroch), il vero punto nevralgico del film …MIYAZAKIIIIIII… ecco appunto: il problema è semmai che film come questo rappresentano, de facto, un furto tutto americano.
Chi conosce e ama l'opera del grande regista Hayao Miyazaki (sorta di Walt Disney giapponese, adoratissimo in patria e osannato in Europa) non può non ravvisare nella pellicola di Zeitlin il suo rapporto con la natura e le figure mitologiche degli Dei Naturali, né può fare a meno di registrare quanto la pur simpatica Hushpuppy sia figlia dei classici eroi del maestro nipponico, il più delle volte bambini cui la vita ha negato la spensieratezza (abbandono dei genitori, guerre, tsunami).
Negli States Miyazaki è figura di rilievo solo per iniziati, e quindi il convincimento che il giovane regista americano abbia rubacchiato qua e là dalla sua opera per farsi bello agli occhi degli accademici degli Oscar resta solido e fondato: in più, pur deliziati da un film costruito con passione (e un budget davvero risicato), bhè, ecco, una strana sensazione di ammiccamento sembra impadronirsi di chi guarda, qualcosa che, appunto, alla lunga disturba: Re della Terra Selvaggia è forse talvolta troppo costruito e furbetto per ottenere il pollice recto, troppo falsamente pensato per un pubblico disposto a lasciarsi commuovere per risultare quel capolavoro che poteva essere. Resta comunque un prodotto incredibilmente interessante, sicuramente da non farsi mancare.

5 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Ne ho sentito parlare parecchio anch'io. Anche della bimbetta che sembra essere divenuta nuovo prossimo grande talento. Miyazaki, si, ma a sentirne parlare, potrebbe anche sembrare (quasi) una versione alternativa e molto più realistica di "Nel paese delle creature selvagge" di Spike Jonze. Lo voglio vedere.

sartoris ha detto...

@Luigi, ti assicuro che trasuda Miyazaki da tutti i pori. Comunque non perderlo, anche per avere un altro parere "da grafico" ;-)

Annalisa ha detto...

Sono d'accordo pressoché su tutti gli ammiccamenti. Io l'ho anche guardato in un momento non adatto (a casa, al computer, facendo anche altro) per cui alla fine non l'ho nemmeno gustato come si doveva e ne ho colto anche (soprattutto, in certi punti) la lentezza.
Ma la scena del fornello con la fiamma ossidrica mi è rimasta impressa ;-)

sartoris ha detto...

@Annalisa: no ma infatti ci sono moltissime cose belle, ovviamente buona parte del plauso che il film ha ricevuto è condivisibile, c'è solo questa furbizia di fondo a disturbare (e la ruberia nei confronti di Miyazaki, ovvio, ma chi non ha mai "rubato" dall'opera artistica altrui? Io nei miei romanzi saccheggio di continuo;-)

Carla ha detto...

Cercavo giusto qualcuno di intelligente che ne parlasse, perchè io alla fine del film avevo la faccia da "embè?" ed il consorte stava dormendo già da un'oretta...