martedì 19 febbraio 2013

il sangue di Arriaga...

Guillermo Arriaga Jordán (Città del Messico, 13 marzo 1958) è scrittore e regista messicano ormai famoso in tutto il mondo. Ha scritto tutti i film di Alejandro González Iñárritu (Amores perros, 21 grammi e Babel) nonché la sceneggiatura di Le tre sepolture di Tommy Lee Jones - per il quale ha vinto il Premio alla Miglior Sceneggiatura al Festival di Cannes 2005 e ha diretto The burning Plain, un solido dramma di confine del 2008. Un dolce odore di morte è uno dei suoi primi lavori ed è un romanzo dal ritmo serrato, zeppo d'improvvise istantanee scenografiche in cui dei cromatismi spiccati dominano sugli scabri dialoghi. La storia - non a caso profondamente cinematografica - si fonda su una sostanza «dicotomica»: amore e morte, tradimento e orgoglio, gelosia e vendetta: sentimenti che incalzano i personaggi, spingendoli ad una conclusione inevitabile.
In un paesino affogato nel nulla messicano, a ridosso di un fiume viene ritrovato il cadavere ignudo d'una ragazza, uccisa da una pugnalata nella schiena. Nessuno sa chi sia, ma il giovane Ramòn la riconosce: bibitarolo in un chiosco, il sedicenne aveva già visto la ragazza, di nome Adela, giungere da poco con i genitori in paese. E, per uno di quei meccanismi strani che si innescano quando una piccola folla si raduna a curiosare su un evento inconsueto, qualcuno blatera «è la fidanzata di Ramòn» e le parole volano di bocca in bocca. Ramòn cerca di negare, ma il gesto di delicatezza con cui ha coperto il corpo sembra smentirlo: certo, confermano le voci, «ha quell’aria sconvolta perché Adela è la sua fidanzata». Potrebbe finire lì, ma ci si aspetta altro da un uomo a cui hanno ucciso la fidanzata: deve vendicarla! E chi è l’assassino? I sospetti ricadono sullo Zingaro, ed è su di lui che si accentreranno gli strali della comunità. Se da una parte Arriaga architetta magistralmente l’atmosfera di suggestione collettiva che passa dalla sorpresa all’orrore, all’incertezza, ai sospetti e infine alla sicurezza (infondata) per il bisogno di trovare un capro espiatorio, dall’altra fa confluire in questa storia un’altra, che poi è forse quella principale, della passione adultera dello Zingaro per Gabriela. È questa passione che muove le vicende fatalmente, perché Gabriela non può offrirgli l’alibi della notte passata con lei poiché il marito ucciderebbe entrambi. Il destino si compie quindi inesorabile e tragicamente nel caldo, nel sudore e nel sangue, spandendo il suo dolce odore di morte.

Guillermo Arriaga
Un dolce odore di morte - (Ed. Fazi)

5 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

La pianti di farmi salivare parlando di certi libri? Non ho più soldi da spendere in libreria, come te lo devo dire?

Però questo di Arriaga...

Maledetto Di Monopoli...

:D

sartoris ha detto...

@Luigi, Arriaga merita, lo sai, «Le tre sepolture» son lì a testimoniarlo ;-)))

Pimpi ha detto...

Incredibile ma vero...c'è! In prestito ma già prenotato dalla sottoscritta....(comodino pieno? non lo si vede più....). =)

sartoris ha detto...

@Pimpi, che bella biblioteca deve essere, quella in cui lavori. Quella al mio paese è piena di volumi (il che è un miracolo) ma nn esiste o quasi produzione dopo gli anni sessanta (periodo in cui ancora il comune acquistava libri per la cittadinanza)...

NB per eventuali concittadini: so perfettamente che la biblioteca Gatti di Manduria è una perla nel suo genere, contando manoscritti e testi antichi che in Puglia ci invidiano tutti, però ogni tanto sarebbe bello trovarci anche qualche titolo contemporaneo (che so: un Di Monopoli d'annata:-)

Annalisa ha detto...

Io faccio eco a Luigi Bicco.
Ho pensato esattamente lo stesso!
Grr.