venerdì 6 marzo 2015

il Monster Show di Skal

Diamo spesso per scontato che un film horror ci stia mostrando molto più di quello che stiamo semplicemente vedendo sullo schermo. Freaks, neonati demoniaci, serial-killer con motosega, psichiatri cannibali e mostri di varia natura scaturiti dalla fantasia di un soggettista diventano spesso «figura» di qualcosa di più recondito, cifrato ed ancestrale. È una sorta di patto implicito tra chi orbita attorno a questo genere di produzioni ed è, con tutta probabilità, un lascito derivante da antichi rituali legati al racconto «de paura» come veicolo di esorcizzazione e di riscatto dell'anima. Non è un caso quindi che un paese irto di contraddizioni (e pervaso da una perenne traccia di iperviolenza) come gli Stati Uniti sia stato sin dagli albori del cinema calamitato in maniera morbosa verso l'horror in tutte le sue molteplici facce, da Dracula a Frankenstein e l'Uomo Lupo fino alla Famiglia Addams, Terminator e Godzilla. In realtà, l'evoluzione delle icone preferite degli americani (e dell'Occidente tutto) va di pari passo con le grandi crisi sociali del nostro tempo: guerre, depressioni, invasioni, cacce alle streghe, battaglie sul diritto alla riproduzione, distruzione dell'ambiente.
In questo libro - che è considerato uno tra i più noti e rinomati studi sullo spettacolo dell'horror - David J. Skal mostra come la paranoia della Guerra Fredda abbia portato a inventare incubi sul controllo della mente umana quali L'invasione degli ultracorpi, e come la paura delle radiazioni nucleari e del talidomide abbia ispirato ossessioni sulla mutazione quali La mosca. Prima di esplorare, infine, il legame tra l'epidemia dell'Aids e l'attrazione esercitata dai vampiri, Skal analizza, anche attraverso le immagini, interessanti parallelismi tra cinema, pittura, fumetto e letteratura. «I lupi mannari a Londra» non sono così diversi da quelli raffigurati nei bestiari medievali, le fattezze del Frankenstein hollywoodiano si ritrovano già in alcuni disegni di George Grosz del 1922, e Trapianto (1924) di Otto Dix sembra quasi riprodurre la maschera mutante di Lon Chaney nel Gobbo di Notre-DameThe Monster Show è uno splendido saggio del 2003 (ristampato più volte e pertanto reperibilissimo) sulla spettacolarizzazione del mostruoso, un volumetto scritto con una lingua esatta e assai scorrevole, mai appesantita da quelle odiose noticine che fanno il sollazzo degli specialisti del settore. È quindi un prezioso caso di divulgazione popolare che ricorre con abilità ad una linea narrativa di grande impatto. Le informazioni sono numerose e succulente, l’analisi dell’argomento è approfondita, ma la forma non è da sfinimento. Si parte dai classici Freak Show (baracche dei fenomeni) che tanto permeano l'immaginario d'oltreoceano fino ad arrivare a tutte le manifestazioni contemporanee dell’horror spettacolare. Davvero un caposaldo.

The Monster Show - David J. Skal (Ed. BC&D)

Nessun commento: