lunedì 27 aprile 2015

tra le lande della Castiglia...

Scritto e diretto da Jorge Sánchez-Cabezudo nel 2006, La notte dei girasoli è una gemma del 2006 assolutamente da recuperare. Presentata nelle Giornate degli autori alla Mostra del Cinema di Venezia di quell'anno e passata nelle nostre sale senza alcun colpo ferire, la pellicola spagnola rappresenta l'ennesimo, felice esempio di gotico di matrice europea capace di varcare i confini nazionali imponendosi per scelte stilistiche, originalità del trattamento e solidità della struttura (a quando, in Italia, una prospettiva di questo genere?). Ne La notte dei girasoli accade che Gabi, bella morettina moglie di uno speleologo impegnato nella visita di una grotta scoperta in un piccolo villaggio iberico, venga aggredita mentre si trova in un bosco. Ad attentare alle sue grazie è uno squallido maniaco sessuale di cui durante i titoli di testa parlano i telegiornali. La violenza, per una serie di circostanze fortuite, non verrà consumata ma innescherà comunque una serie di conseguenze tragiche che finiranno per frantumare gli equilibri dell'isolato paesino: sarà una girandola di conti in sospeso, di menzogne, di accuse e coperture reciproche in un infausto guazzabuglio in cui alla fine tutti i protagonisti, per salvare le apparenze e uscirne indenni, dovranno cedere al compromesso (sporcandosi in maniera indelebile la coscienza).
Gli interpreti - tutti volti da noi pressoché sconosciuti - sono perfetti nei loro ruoli ma a dare risalto al fatalismo dell'atmosfera contribuiscono in maniera incisiva anche l'assolato paesaggio della Castiglia, una Spagna rurale distante eoni da qualsiasi metropoli affollata, e una soundtrack mai invasiva, che rimembra sonorità classiche ed evocative da noir d'antan. Sánchez-Cabezudo è assai abile nell'evitare ogni genere di stereotipo sui rednecks presentandoci la comunità isolata come un popolo forse un po' intontito dalla televisione e un filino frustrato dall'isolamento ma fondamentalmente coeso e non pazzo e scombiccherato come ci si aspetterebbe da Deliverance in poi. Quando i giochi stanno per chiudersi e le autorità hanno indagato scoprendo il Male (e in esso confondendosi), l'illuminazione cittadina finita precedentemente in cortocircuito viene ripristinata e, metaforicamente, il film farà luce su una realtà ambigua, impregnata di corruzione sino al midollo, e una società colta nel pieno di un'agonia in cui ogni valore è contaminato dall'interesse personale; una luce che estrae dall'oscurità le brutture che la meticolosa sincronia dell'opera (nonostante qualche potatura qua e là avrebbe forse giovato al ritmo) riesce a mettere a fuoco. Da vedere per forza!

2 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Solo tu mi fai venire così tanta voglia di recuperare e guardare certi titoli che fino a cinque minuti prima ignoravo perfino che esistessero :)

sartoris ha detto...

Luigi, mi paga l'ufficio cinema-dimenticato per questo :-))))