mercoledì 9 marzo 2011

La faccia buia del Risorgimento...

Siamo in una Calabria remota nella seconda metà dell'Ottocento: sulle montagne selvagge della Sila, in mezzo ad uno sfolgorante scenario naturale, lo squadrone di cavalleria guidato dal maggiore Albertis si getta all'inseguimento d'una banda di ribelli capitanati dal mitico Evangelista Boccadoro, contadino e spietato guerrigliero. L’intero sud brucia, e gruppi di combattenti armati sono in rivolta contro l’esercito calato nel mezzogiorno dopo la spedizione dei Mille e la caduta dei Borboni per annettere le regioni dell’ex Regno delle due Sicilie a una nuova nazione: l’Italia. La prima guerra combattuta dallo stato italiano è un conflitto etnico scandito da atrocità e massacri, stupri, fucilazioni e migliaia di morti fra i banditi, i militari e la popolazione civile. E così anche il duello ossessivo e tragico fra il maggiore Albertis e Boccadoro semina una lunga scia di sangue in una terra arcaica, misteriosa e dilaniata da una povertà indescrivibile. E soprattutto, agli occhi dei soldati nordici, abitata da un popolo di trogloditi superstiziosi incapaci di sottomettersi alle leggi della civiltà.
Luigi Guarnieri racconta con un occhio originale ed estremo una pagina cruciale del nostro passato in questo I sentieri del cielo, e lo fa iniettando ogni pagina d'una forza evocativa di rara capacità deflagrante (ok, Faulkner e soprattutto il McCarthy di Meridiano di Sangue sono dietro l'angolo, ma non lo sono forse dietro quello d'una vastissima porzione di letteratura occidentale degli ultimi anni?). Scrittore poliedrico, Guarnieri reinventa un intero mondo dimenticato attraverso una prosa incalzante, serratissima, a tratti visionaria, capace di restituirci un «western-calabrese» dalle tinte cupe, affollato di personaggi sinora mai raccontati e destinati a incidersi a fuoco nella memoria di chi legge. L'autore inoltre, assai scafato, evita di parteggiare per questa o quell'altra fazione rigettando però in maniera netta le riduttive definizione di «banditi» o di «briganti» che la Storia ha consegnato ai posteri (è il destino comune delle parti sconfitte: accadde lo stesso anche ai guerriglieri sudisti nella Guerra di Secessione americana), preferendo piuttosto mettere a confronto (senza alcun filtro o infingimento) una duplice realtà veicolata da opposti sentimenti di giustizia e da una commistione di ideali perseguiti attraverso la violenza più cruda: stupri, torture, pugnalate, teste mozzate, budella che fuoriescono e cadaveri bruciati. Affrancati da ogni punto di riferimento reale, le proprie case e gli affetti ormai un ricordo sbiadito lasciato alle spalle, gli uomini si spogliano di ogni convenzione civile trasformandosi tutti egualmente in belve, in una condizione che nullifica ogni demarcazione tra buoni e cattivi, alla fine addirittura gemellati per aver lasciato fuggire - per ragioni magari solo apparentemente agli antipodi - ogni traccia di umanità in quel paradiso/inferno di crudele bellezza: lungo, appunto, i ''sentieri del cielo''. Sullo sfondo la massa sacrificabile del popolo che, straziato da una miseria estrema, sopravvive a fatica patendo gli avvenimenti come l'oppressiva materializzazione di un potere ancestrale, unico e privo di distinzioni, che oggi come ieri devasta - e si rinnova - sulle spalle della gente comune. Una lettura coinvolgente, consigliatissima in questo periodo di celebrazioni del 150° compleanno dell'Unità d'Italia.

I sentieri del cielo - Luigi Guarnieri (Ed. Rizzoli)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo libro l'ho preso un sacco di tempo fa ma non l'ho ancora letto, mannaggia a me!

Luca Conti ha detto...

Davvero, mannaggia a te :-)

Annalisa ha detto...

Lo leggerò. Ho tra i miei preferiti "Romanzo militare", del grande Mino Milani.
Vediamo un po' questo :-)

sartoris ha detto...

@Annalisa: a me Romanzo Militare manca, invece. Mi tocca porre rimedio :-))

Annalisa ha detto...

Quasi finito. Storia terribile. Una scrittura senza prese di posizione, appare a tratti fredda, come raccontata dall'alto, ma poi ha scarti improvvisi e precipiti dentro i fatti, i pensieri e le anime delle persone. Fatti dolorosi ed efferati nello stesso tempo, dove la violenza più cruda appare naturale, tanto è inevitabile.
Un bel libro, con alcune pagine da usare persino a scuola, per tentare di spiegare.

(vedi che faccio bene a fidarmi e ad acquistare?)

sartoris ha detto...

@Annalisa, ma grazie: sono sempre contento quando i miei consigli letterari trovano una sponda così "recettiva" e sensibile come te :-)

(Sarà contento anche Guarniri, spero:-)