giovedì 30 dicembre 2010

Il sud favoloso e razzista della Lee...

«Jem, mio fratello, aveva quasi tredici anni all'epoca in cui si ruppe malamente il gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono i timori di dover smettere di giocare a rugby, Jem non ci pensò quasi più. Il braccio sinistro gli era rimasto un po' più corto del destro; in piedi o camminando, il dorso della mano sinistra faceva un angolo retto con il corpo, e il pollice stava parallelo alla coscia, ma a Jem non importava un bel nulla: gli bastava poter continuare a giocare, poter passare o prendere il pallone al volo.
Poi, quando di anni ne furon trascorsi tanti da poterli ormai ricordare e raccontare, ogni tanto si discuteva di come erano andate le cose, quella volta. Secondo me tutto cominciò a causa degli Ewell, ma Jem, che ha quattro anni più di me, diceva che bisognava risalire molto più indietro, e precisamente all'estate in cui capitò da noi Dill e per primo ci diede l'idea di far uscire di casa Boo Radley.»

Il buio oltre la siepe - Harper Lee (Feltrinelli)

2 commenti:

Annalisa ha detto...

Tolto (forse) il primo capitolo, un libro perfetto
(con un Atticus perfetto, nel film)

sartoris ha detto...

Atticus cinematografico da brivido, assolutamente sì, uno dei migliori Peck sul Grande Schermo (e pure bello come il sole, ah!)