venerdì 11 ottobre 2013

un classico di Ellroy (incipit)

«Si faceva sempre alla luce del televisore.
Alcuni latinoamericani agitavano armi da fuoco. Il capo del gruppo si piluccava insetti dalla barba e fomentava i suoi. Immagini in bianco e nero: tecnici della Cbs in divisa mimetica. Cuba, brutta storia, disse un annunciatore. I ribelli di Fidel Castro contro l’esercito regolare di Fulgencio Batista.
Howard Hughes trovò la vena e si iniettò la codeina. Pete lo osservò di soppiatto: Hughes aveva la porta della camera socchiusa.
La droga giunse a destinazione. Il volto di Big Howard si fece vacuo.
Dall’esterno giunse lo sferragliare dei carrelli del servizio in camera. Hughes si tolse la siringa dal braccio e prese a scanalare. Howdy Doody rimpiazzò il telegiornale: perfetto per il Beverly Hills Hotel.
Pete uscì sulla veranda: vista sulla piscina, punto ottimale per la ricognizione. Pessimo tempo, oggi: nessuna stellina in bikini. Controllò l’ora, teso.
A mezzogiorno doveva procurare un divorzio: il marito si scolava i suoi pranzi da solo e adorava la passera in erba. Procurarsi flash di qualità: le fotografie sfocate facevano credere che a scopare fossero due ragni. Per conto di Hughes: scoprire chi si occupa di consegnare i mandati di comparizione per l’indagine dell’antitrust sulla Twa e convincerli a suon di dollari a riferire che Big Howard è partito per Marte.»

American tabloid - James Ellroy (Ed. Mondadori)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...semplicemente inarrivabile
(Pippo)

sartoris ha detto...

Pippo, te l'appoggio ;-))