Uno zinzino Luigi Siniscalchi, uno zinzino Fabio Valdambrini. Tratteggio old fashioned. Diciamo prime cose SBElliche di Roberto Diso che oggi troviamo in alcune cose di Joachim Tilloca ( ultima, pare in tutti i sensi , incarnaz del Jonathan Steele di Federico Memola ). Difficile rendere la atmo di NPTDD in un fumetto. Sarebbe comunque una riduzione. Il pensiero va a cose come Storia di Cani di Ferrandino/Caracuzzo ( recentemente ristampata mi pare dalla Cosmo ). Il tratto è il problema. Una linea pulita non distrarrebbe il lettore dallo stop & go della lingua, ma tavole così - con quella atmo da fall out perenne - sacrificherebbero la sostanza di una terra che è anche personaggio. Frank Teran sarebbe troppo cupo. Il Lunari dei pensionati troppo grottesco. Richard Corben ? Warren Pleece ? Mark Texeira ? Mm.
Io sono per i contrasti, sia chiaro, ed adoro la sintesi ( si cerca ciò che non si ha ) per cui non mi dispiacerebbe perdermi per la perfida terra eccetera tra gli spigoli di Alberto Lavoradori ( il + puntuto dei disegnatori di Paperinik ) o tra quelli di Paul Grist ( Kane ).
@Crepa discorso articolato. Giuseppe è stato così disponibile da dedicare al mio lavoro questo suo bel disegno e quindi io l'ho apprezzato tantissimo (anzi, mi ha anche un po' commosso). Poi i gusti son gusti e trasferire un romanzo in un altro medium è sempre un tradimento. Vedremo, sarebbe interessante che l'esperimento avesse un seguito e uno sviluppo. Magari ci penso su :-)))
Caro Fabio la colpa è di Crepascolo, che insegna fumetto ;-) (Comunque ricordo che anche altre volte in cui si parlava di fumetti tu tiravi fuori Black Macigno, deve esserti proprio rimasto scolpito nella memoria:-))))
Me lo ricordo bene perché, essendo sempre senza una lira, spesso lo fregavo, con il cuore impazzito, dall'amico barbiere che teneva anche giornali e fumetti. Poi, però, lo rimettevo a posto (ero tanto buono...). Fabio
@Fabio (anche lo scrittore Ian McEwan oggi su Tuttolibri dice di aver rubato un libro in gioventù e poi di averlo rimesso a posto dopo averlo letto: eravate una generazione davvero troppo buona, mi sa:-)
A mio disdoro aggiungo anche questo. Essendo vissuto, giovinetto, al tempo del "tutto e subito", rispetto ai miei compagni di studio, sarei stato contento anche di "un pochino per volta". Senti un po' come ero messo. Fabio
Blek, non Black. Ha ragione Fabio. Si voleva evitare che il lettore non sapesse come pronunciare correttamente il nome del personaggio. Per lo stesso motivo l'alter ego di Satanik si chiama Marny Bannister e non Marnie. Nel decennio successivo il compianto Sergio Bonelli chiese a due ragazzi di belle speranze - Berardi & Milazzo - di chiamare il loro personaggio non Jebediah Barker, ma Ken Parker. Quasi vent'anni dopo KP i lettori si chiedevano se fosse corretto chiamare il loro beniamino Dailan Dog. Nell'arco di dieci lustri, il Paese è cambiato tanto ed oggi sarebbe difficile far pensare il dialetto algonchino "nostrano" che porta a Zagor o gli sceriffi e rangers adolescenti o trappers con una bestiola morta sulla zucca che ricordano vagamente alcuni avversari di Hulk Hogan. Davvero altri tempi.
Il Grande Blek è anche il titolo di un film di Piccioni con Rubini di trent'anni fa. Mai visto, ma mi pare di ricordare che uno dei protagonisti ricordasse con nostalgia il tempo in cui leggeva il tascabile del GB.
Nel caso il signor Rubini capitasse da queste parti elettroniche, mi permetto di suggerirgli l'idea per un film che potrebbe chiamarsi Men In Blek: nella perfida terra di Dio, una landa post apocalittica che ricorda certe periferie degli anni cinquanta del secolo scorso, un ex wrestler dipendente dall'assenzio si ricicla nel ruolo di santone e predice la fine di tutto se le genti non emenderanno i loro comportamenti e la smetteranno coi loro traffici e sotterfugi e compromessi; gli si oppone una setta di normalizzatori in grisaglia tutti uguali e tutti convinti come il santone che esista la terra e che sia perfida, ma che Dio non ci sia o sia altrove. Low Budget in b/n. Premio speciale della giuria a Venezia. Forse.
E' una esperienza che mi manca. Temo sia un imprinting. Da bimbo nei seventies ricordo ancora oggi di aver trovato una raccolta di storie di Phantom e Mandrake abbandonata su di un lettino in spiaggia e volevo portarmela a casa, ma i miei genitori, probabilmente con mire educative , mi persuasero a lasciarla lì dove forse sarebbe tornata a cercarla il legittimo proprietario. Era l'ultimo giorno di agosto e la spiaggia andava spopolandosi. Per anni ho ragionato sulla cosa. Ricordo oggi come ieri la storia di un sultano straccione che con un complice pilota inaffidabile dirotta aerei di linea per formare la sua flotta. Non potevo credere che qualcuno tornasse in quel lido solo per recuperare il giornaletto che sentivo mio. Nonono. L'anno scorso ho preso il coraggio a due mani e sono ritornato in quello stabilimento balneare. Il fumetto non era più sulla sdraio. Mamma e papà avevano ragione.
ragazzi oggi vado di frettissima ma voglio dare il mio contributo ricordando che quando ero ragazzo al mio paese i giornalai erano anche sarti per cui conservo questo strano ricordo di me che scartabello tra i fumetti Corno mentre l'edicolante tagliava il velluto sul tavolo e cuciva... molto bello!
16 commenti:
Uno zinzino Luigi Siniscalchi, uno zinzino Fabio Valdambrini. Tratteggio old fashioned. Diciamo prime cose SBElliche di Roberto Diso che oggi troviamo in alcune cose di Joachim Tilloca ( ultima, pare in tutti i sensi , incarnaz del Jonathan Steele di Federico Memola ).
Difficile rendere la atmo di NPTDD in un fumetto. Sarebbe comunque una riduzione. Il pensiero va a cose come Storia di Cani di Ferrandino/Caracuzzo ( recentemente ristampata mi pare dalla Cosmo ). Il tratto è il problema. Una linea pulita non distrarrebbe il lettore dallo stop & go della lingua, ma tavole così - con quella atmo da fall out perenne - sacrificherebbero la sostanza di una terra che è anche personaggio. Frank Teran sarebbe troppo cupo. Il Lunari dei pensionati troppo grottesco. Richard Corben ? Warren Pleece ? Mark Texeira ? Mm.
Forse Tim Truman ( Jonah Hex e Conan per i testi di Lansdale ). Come un Gallieno Ferri sotto acido. Un Galep che disegna i freaks. Mm
Io sono per i contrasti, sia chiaro, ed adoro la sintesi ( si cerca ciò che non si ha ) per cui non mi dispiacerebbe perdermi per la perfida terra eccetera tra gli spigoli di Alberto Lavoradori ( il + puntuto dei disegnatori di Paperinik ) o tra quelli di Paul Grist
( Kane ).
@Crepa discorso articolato. Giuseppe è stato così disponibile da dedicare al mio lavoro questo suo bel disegno e quindi io l'ho apprezzato tantissimo (anzi, mi ha anche un po' commosso). Poi i gusti son gusti e trasferire un romanzo in un altro medium è sempre un tradimento. Vedremo, sarebbe interessante che l'esperimento avesse un seguito e uno sviluppo. Magari ci penso su :-)))
Ineccepibile. La traduzione da un medium ad un altro genera sempre qualcosa di nuovo.
Queste dotte disquisizioni mi hanno fatto venire in mente i miei fumetti di un tempo che fu: Tex, Capitan Miki e Blek Macigno.
Fabio
Caro Fabio la colpa è di Crepascolo, che insegna fumetto ;-)
(Comunque ricordo che anche altre volte in cui si parlava di fumetti tu tiravi fuori Black Macigno, deve esserti proprio rimasto scolpito nella memoria:-))))
Me lo ricordo bene perché, essendo sempre senza una lira, spesso lo fregavo, con il cuore impazzito, dall'amico barbiere che teneva anche giornali e fumetti. Poi, però, lo rimettevo a posto (ero tanto buono...).
Fabio
@Fabio (anche lo scrittore Ian McEwan oggi su Tuttolibri dice di aver rubato un libro in gioventù e poi di averlo rimesso a posto dopo averlo letto: eravate una generazione davvero troppo buona, mi sa:-)
A mio disdoro aggiungo anche questo. Essendo vissuto, giovinetto, al tempo del "tutto e subito", rispetto ai miei compagni di studio, sarei stato contento anche di "un pochino per volta". Senti un po' come ero messo.
Fabio
Blek, non Black. Ha ragione Fabio. Si voleva evitare che il lettore non sapesse come pronunciare correttamente il nome del personaggio. Per lo stesso motivo l'alter ego di Satanik si chiama Marny Bannister e non Marnie. Nel decennio successivo il compianto Sergio Bonelli chiese a due ragazzi di belle speranze - Berardi & Milazzo - di chiamare il loro personaggio non Jebediah Barker, ma Ken Parker.
Quasi vent'anni dopo KP i lettori si chiedevano se fosse corretto chiamare il loro beniamino Dailan Dog. Nell'arco di dieci lustri, il Paese è cambiato tanto ed oggi sarebbe difficile far pensare il dialetto algonchino "nostrano" che porta a Zagor o gli sceriffi e rangers adolescenti o trappers con una bestiola morta sulla zucca che ricordano vagamente alcuni avversari di Hulk Hogan. Davvero altri tempi.
Il Grande Blek è anche il titolo di un film di Piccioni con Rubini di trent'anni fa. Mai visto, ma mi pare di ricordare che uno dei protagonisti ricordasse con nostalgia il tempo in cui leggeva il tascabile del GB.
Nel caso il signor Rubini capitasse da queste parti elettroniche, mi permetto di suggerirgli l'idea per un film che potrebbe chiamarsi Men In Blek: nella perfida terra di Dio, una landa post apocalittica che ricorda certe periferie degli anni cinquanta del secolo scorso, un ex wrestler dipendente dall'assenzio si ricicla nel ruolo di santone e predice la fine di tutto se le genti non emenderanno i loro comportamenti e la smetteranno coi loro traffici e sotterfugi e compromessi; gli si oppone una setta di normalizzatori in grisaglia tutti uguali e tutti convinti come il santone che esista la terra e che sia perfida, ma che Dio non ci sia o sia altrove.
Low Budget in b/n. Premio speciale della giuria a Venezia. Forse.
Già, fregavo anche Satanik, ma solo a pensarci mi viene la sudarella.
Fabio
E' una esperienza che mi manca. Temo sia un imprinting. Da bimbo nei seventies ricordo ancora oggi di aver trovato una raccolta di storie di Phantom e Mandrake abbandonata su di un lettino in spiaggia e volevo portarmela a casa, ma i miei genitori, probabilmente con mire educative , mi persuasero a lasciarla lì dove forse sarebbe tornata a cercarla il legittimo proprietario. Era l'ultimo giorno di agosto e la spiaggia andava spopolandosi. Per anni ho ragionato sulla cosa. Ricordo oggi come ieri la storia di un sultano straccione che con un complice pilota inaffidabile dirotta aerei di linea per formare la sua flotta. Non potevo credere che qualcuno tornasse in quel lido solo per recuperare il giornaletto che sentivo mio. Nonono. L'anno scorso ho preso il coraggio a due mani e sono ritornato in quello stabilimento balneare. Il fumetto non era più sulla sdraio. Mamma e papà avevano ragione.
ragazzi oggi vado di frettissima ma voglio dare il mio contributo ricordando che quando ero ragazzo al mio paese i giornalai erano anche sarti per cui conservo questo strano ricordo di me che scartabello tra i fumetti Corno mentre l'edicolante tagliava il velluto sul tavolo e cuciva... molto bello!
Posta un commento