giovedì 16 luglio 2015

la bella estate (letture al sole)

mandiamo il blog per un po' in vacanza (poca cosa, eh? C'abbiamo il mare a due passi e ogni tanto, con nonchalance, noi si andrà in tutta tranquillità a fare un tuffo) ma come facciamo ogni anno vi lasciamo con qualche titolo di libro: un compendio parziale - e del tutto arbitrario - di robe recenti da consultare in queste insopportabili giornate di afa e insalate di riso.
• Anzitutto il nostro amico Orazio Labbate, che col suo visionario e affilato romanzo d'esordio Lo Scuru ha saputo guardare con grande efficacia alla letteratura del nord-america utilizzando però lo sfondo di una Sicilia fortemente debitrice degli occhiali di Bufalino. Un vecchio vedovo aspetta la morte nella sua casa negli Stati Uniti, e nell’attesa della fine il vecchio ricorda la sua infanzia e la sua giovinezza, legate soprattutto alla tragica morte in mare del padre. Questa è, ridotta all’osso, la trama di un libro che ha saputo innestare atmosfere gotiche e ancestrali su un côtè folkloristico assai intrigante e originale. Uscito pochi mesi fa con ottimo riscontro di critica e pubblico per i tipi di Tunué, Lo Scuru merita sicuramente di essere letto.
• Con le avventure di Holden Caulfield è andato dritto al cuore di almeno quattro generazioni. Ma al capolavoro che lo ha consacrato autore di riferimento per milioni di giovani smarriti e velleitari come il protagonista de Il giovane Holden, J. D. Salinger è arrivato per approssimazioni successive: quelle che possiamo riconoscere nella raccolta dei suoi primi racconti, I giovani, recentemente pubblicati da Il Saggiatore. Tre brevi storie, scritte fra la fine degli anni Trenta e i primi Quaranta, nelle quali ci sono, in nuce, classiche tematiche salingeriane come la solitudine e l’incomunicabilità. Ma c’è soprattutto, come osserva Delfina Vezzoli, traduttrice dei racconti finora inediti in Italia, il linguaggio: modernissimo per l’epoca, discorsivo e ricco di quelle espressioni idiomatiche, tipiche dell’adolescenza, che ritroveremo più tardi nel Giovane Holden. Da mettere sicuramente nel paniere delle letture per l'estate.
• Laddove l’editore NN (nuovo marchio milanese che promette di creare spazi editoriali interessanti) avrebbe potuto permettersi una bandella strappalacrime, trattandosi della storia di un uomo cui viene diagnosticata una terribile malattia che lo porterà alla morte, il libro in questione offre invece ai pochi lettori veri rimasti in questa nostra sfortunata terra un'opera che corrisponde esattamente a ciò che il titolo promette: una Benedizione. Si chiama così infatti il romanzo di Kent Haruf, scrittore americano scomparso pochi mesi fa, da noi finora totalmente sconosciuto. Un romanzo sublime fatto apposta per chi vorrebbe perdersi negli sconfinati spazi della pianura americana (o nelle fotografie di Robert Adams). Lo stile evocativo e piano della prosa di Haruf richiama il tormento dei personaggi dostoevskijani ma anche il dolore irrisolto del sommo Faulkner, e la quotidianità disfunzionale delle famiglie di Erskine Caldwell o di Pearl S. Buck. Riluce la sperduta e operosa provincia a stelle e  strisce, patriottica e moralista, crepuscolare e razzista, un luogo dal quale i personaggi del libro sembrano voler fuggire ma nella cui malia invece restano costantemente imprigionati avvelenando i propri giorni, finendo col fare lavori inutili e annichilendo i propri sogni. In una parola: grandioso!
• Ritrovare Jack Reacher è un po’ come ritrovare un vecchio amico, che invecchia ma in fondo resta sempre uguale: soprattutto è il tipo che si vorrebbe sicuramente incontrare quando si è nei guai. Perché Jack Reacher, ex poliziotto militare che vaga ramingo per le strade d’America come un hobo votato al viaggio e all’avventura, non è di quelli che si voltano dall’altra parte quando c’è qualcuno bisognoso d’aiuto. Ne il Ricercato ci sono quattro persone in una macchina, in viaggio verso Chicago, che sperano di raggiungere entro la mattina. Un uomo alla guida, un altro che racconta storie poco convincenti. Sul sedile posteriore una donna silenziosa e preoccupata e un autostoppista con il naso rotto. A un'ora di macchina da loro, l'FBI si ferma in una vecchia stazione di rifornimento, dove un uomo è stato accoltellato a morte: un lavoro da professionisti, ma degli assassini nessuna traccia. Jack Reacher voleva solo raggiungere la Virginia. E tutto quello che ha fatto è stato alzare il pollice per chiedere un passaggio. Ma scoprirà ben presto che quello che ha ottenuto non è solo un semplice passaggio, ma un coinvolgimento in una situazione oscura, in cui nulla è come sembra e nessuno pare dire la verità... Romanzo che fila liscia come l'olio per l'ennesima, appassionante avventura "maschia" senza se e senza ma firmata dalla consueta penna robusta di Lee Child. Un must per le letture sotto l'ombrellone.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Dal lirismo di Haruf e Salinger alla popolarità macha di Child... ottimi consigli
Pippo

sartoris ha detto...

@Pippo, mettiamola così: sono quattro bei libri pescati nella cesta corposa delle tante, ottime uscite di quest'anno (tanto leggiamo sempre noi, una piccola cerchia di ostinati:-)))

LUIGI BICCO ha detto...

E allora salutamelo caramente, sto mare. In attesa che anch'io ci faccia la piacevole capatina annuale (anzi, quest'anno potremmo darci un gancio per un caffé).
Io ho già una bella lista di arretrati, ma i tuoi titoli sono interessanti. Avevo dimenticato che Jack Reacher fosse un personaggio di Lee Child. Ho visto il film tempo fa e mi era parso piacevole in generale, ma un po' raffazzonato (con un Cruise particolarmente legnoso). Tu hai letto già altri libri di Child sul personaggio? Merita?

sartoris ha detto...

Luigi Child è da amare per quel che è, tipica letteratura di largo consumo ma scritta bene, senza intoppi, e Reacher è il classico eroe che mentre leggi continui a pensare "mò s'incazza e sono guai!" ed è uno spasso :-))) (anche a me il film non era dispiaciuto, anche perché adoro Rosamunda Pike e poi c'era Herzog che faceva il cattivo/cattivissimo :-)))

Annalisa ha detto...

Reacher è persino simpatico. Magari legnoso, in certi aspetti, ma non nella maniera così aridamente... legnosa del povero Cruise.
Io sto leggendo gli ultimi e mi diverto :-)

sartoris ha detto...

@Annalisa sì ma infatti è lo spirito con cui si deve leggere Reacher, divertendosi un po' :-)))