«Il ragazzo dai capelli biondi si calò giù per l'ultimo tratto di roccia e cominciò a farsi strada verso la laguna. Benché si fosse tolto la maglia della scuola, che ora gli penzolava da una mano, la camicia grigia gli stava appiccicata addosso, e i capelli gli erano come incollati sulla fronte. Tutt'intorno a lui il lungo solco scavato nella giungla era un bagno a vapore. Procedeva a fatica tra le piante rampicanti e i tronchi spezzati, quando un uccello, una visione di rosso e di giallo, gli saettò davanti con un grido da strega; e un altro grido gli fece eco.- Ohè! Aspetta un po'!
Qualcosa scuoteva il sottobosco da una parte del solco, e cadde crepitando una pioggia di gocce.»
Il Signore delle Mosche
William Golding (Mondadori)
6 commenti:
Uno dei pochi casi di lettura ispiratami da un altro libro, infatti lo lessi dopo che Stephen King ne parlò più volte in Cuori in Atlantide (se non ricordo male). Il libro poi non mi piacque più di tanto, in compenso adorai il racconto Cuori in Atlantide, mamma mia che bello.
Firma, davvero non ti è piaciuto un caposaldo simile? Resto di stucco :-)
Davvero, non mi entusiasmò più di tanto, forse lo lessi nel momento sbagliato.
Sì ne sono certo caro Firma, capita di approcciare a capolavori in momenti sbagliati (o con umori sbagliati) ma ti assicuro che il libro, contestualizzato al suo tempo, e stato seminale ;-)
Vabbé, ma tu tiri fuori dei classici del genere come se nulla fosse :)
Ho sempre trovato curioso il fatto che Golding fosse passato alla storia solo ed esclusivamente per il suo primissimo romanzo.
(In realtà sui miei scaffali da tempo il suo "Gli Uomini di Carta" prega che io lo legga).
@Luigi, Uomini di Carta fa parte della sua produzione terminale e so essere un romanzo un po' grottesco. Non l'ho letto ma mi hai incuriosito :-)
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