«È più superstizioso credere nell'occulto o pensare di vivere in un universo logico e governato dalle ferree leggi della scienza?» Con questa enigmatica frase di lancio qualche tempo fa la prima, indimenticata Meridiano Zero mise in circolazione il terzo romanzo dello scrittore inglese David Ambrose: si trattava di Superstizione, un gioiellino letterario - ancora reperibile sul nuovo sito della casa editrice - che si sviluppa attorno all'eterno scontro tra il mondo dei razionalisti scettici e quello degli spiritisti convinti.
Nelle pagine di Ambrose avevamo già scovato slittamenti in universi paralleli (L'uomo che credeva di essere sé stesso) e programmi informatici che acquistano coscienza sino a impossessarsi della mente di un serial-killer (La madre di Dio), argomenti ad alto gradiente d'implausibilità che l'autore aveva saputo trattare con misura e giudizio senza nulla sottrarre al puro gioco della fabula. In quest'ultimo, magistrale Superstizione è il tentativo di creare artificialmente un fantasma il punto cardine di tutta la vicenda: radunatisi in gruppo alcuni studiosi per dare sperimentalmente vita a una «entità psichica» (immaginandosi cioé una personalità fittizia e dotandola di una propria storia), essa comincia a manifestarsi - e in definitiva ad «esistere» - fino a scombussolare le loro vite. Per quanto incredibile, il romanzo prende spunto da un esperimento realmente orchestrato in Canada, a Toronto, nei primi anni Settanta.
Il vortice di follia in cui precipitano Joanna, Sam e gli altri personaggi é talmente coinvolgente da far dubitare alla fine il lettore sulla «realtà» stessa del mondo. Ambrose si conferma maestro nell'intraprendere strade originali, nel rovistare in mezzo a sacche meno frequentate - ma non per questo meno inquietanti - dell'occulto, finendo per regalarci una storia appassionante che trova estimatori anche tra non cultori del genere.
«Agghiacciante, genuinamente spaventoso... Un intrepido e magistrale gioco di manipolazione della realtà.» (Publishers Weekly)
Superstizione
David Ambrose - (Meridiano Zero)
3 commenti:
letti tutti, io, i libri di Ambrose: non sempre tiene desta la tensione, ma quando allinea gli astri è una goduria vera e propria... questo è in assoluto il suo migliore lavoro.
PIPPO
Pippo, sono d'accordissimo, ogni tanto s'allenta ma fa parte del gioco. E SUPERSTITION è un gran libro...
La particella fantasma era stata stanata, la teoria delle stringhe era stata srotolata e la cometa carotata. No more secrets, come in quel film con Bob Redford, Elwood Blues ed Alzata con Pugno che si alternava con i Canoni di Navarone nel tentativo di far digerire al pubblico la peperonata e la giornata appena passata. Il trenino a scartamento ridotto scendeva senza freni dalla montagna. Il carbone era finito. Da decenni. Peccato perché il motore a fusione fredda non aveva lo stesso fascino di una caldaia sotto pressione. A bordo gli ultimi "carbonari" irriducibili credenti nell'occulto non disposti a piegarsi alle leggi di un universo logico. Ambrosia Zero aveva visto la luce quando aveva trovato, nel baule del nonno sciamano gitano di luna park, un dvd con Massimo Boldi che spiegava come l'aria al mattino sia fresca xchè è stata fuori tutta la notte. Tonto Toronto ripeteva come un mantra i surreali versi di Roberto Vecchioni " E non verranno i piemontesi/ ad assalire Gaeta / con le loro land rover, / con le loro Toyota/ e se verranno gli indiani con i lunghi coltelli / noi daremo le botte, le botte / anche a quelli ". Omar Marò sognava da sempre uno stormo di Canadair in missione x spegnere la realtà con sacrosanti getti di crepuscolare nonsense.
Non era rimasto molto tempo: il convoglio stava x raggiungere l'ultima stazione. Il trio cercava con tutte le sue forze di ignorare che tutto quanto era già successo, che succedeva e contemporaneamente succederà altrove in dimensioni dove Dio era tale e quale la voce di Isoradio o il tempo il rumore di una molletta di plastica IKEA che si spezza senza ragione alcuna mentre le si chiede di fare solo il suo lavoro. Tutto era vero. Nulla era nero. Mai la fine.
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