Accolto nel 2012 al Festival di Cannes con un tripudio di fischi e schiamazzi, The Paperboy è senza ombra di dubbio un film sbagliato, ma decisamente meno brutto di come lo ha dipinto - più o meno in maniera unanime - la critica. Firmato da Lee Daniels (che ci aveva più che favorevolmente colpito con due storie attuali come Shadowboxer e Precious) la pellicola si porta appresso l'ambizione di amalgamare tematiche alte come la segregazione razziale nell'America degli Stati del sud con l'erotismo torbido e sensuale di una ninfomane invaghita di un condannato a morte.
E se sono indovinatissimi il passo e l'ambientazione (d'altronde, manco a dirlo, il film è tratto dal romanzo di un grande scrittore southern, quel Pete Dexter che da queste parti veneriamo e che nello specifico qui firma pure la sceneggiatura) l'impressione generale è che il regista, con a disposizione un cast stellare, abbia finito per essere quasi fagocitato dalle star con cui si trova a lavorare (Matthew McConaughey e la Kidman senza dubbio alcuno, ma in particolare dal divo delle fanciulle Zac Efron, cui Daniels regala decisamente troppi primi piani) lasciandosi distrarre dal timing di presenza sulla scena di questo o quel divo piuttosto che dedicarsi ad un'analisi attenta dell'epoca in cui si colloca la torrida vicenda.
E se sono indovinatissimi il passo e l'ambientazione (d'altronde, manco a dirlo, il film è tratto dal romanzo di un grande scrittore southern, quel Pete Dexter che da queste parti veneriamo e che nello specifico qui firma pure la sceneggiatura) l'impressione generale è che il regista, con a disposizione un cast stellare, abbia finito per essere quasi fagocitato dalle star con cui si trova a lavorare (Matthew McConaughey e la Kidman senza dubbio alcuno, ma in particolare dal divo delle fanciulle Zac Efron, cui Daniels regala decisamente troppi primi piani) lasciandosi distrarre dal timing di presenza sulla scena di questo o quel divo piuttosto che dedicarsi ad un'analisi attenta dell'epoca in cui si colloca la torrida vicenda.
Siamo infatti in Florida, nel 1969. Ward Jansen, giornalista del Miami Times, torna nella cittadina in cui è nato con un progetto preciso. Insieme al collega di colore Yardley Acheman vuole riaprire un caso per poi utilizzarlo sul piano giornalistico. Si tratta di Hillary Van Wetter, un cacciatore di alligatori, che rischia di la pena capitale per un omicidio in cui le prove a suo carico non sono schiaccianti. Ward e Yardley si mettono in contatto con Charlotte, una donna che scrive ai detenuti e che si è innamorata a distanza proprio di Van Wetter. Charlotte si mette a loro disposizione facendo anche la conoscenza di Jack, il fratello minore di Ward, che per guadagnare qualche dollaro porta al mattino i giornali a domicilio. Jack s'innamora di lei ma sembra non avere speranze.
Qualcuno ha scritto che la Kidman non è mai plausibile nel ruolo di una mezza battona assatanata di sesso, ma la sua performance (un puro delirio trash in cui, oltre a masturbarsi in prigione di fronte al mucchio dei protagonisti maschili e farsi cavalcare su una lavatrice, arriva a pisciare in faccia a Zac Efron per salvarlo dai morsi delle meduse) è talmente sopra le righe da risultare intrigante, e se John Cusack all'inizio non sembra credibile nelle vesti di un redneck viscido e violento, lentamente la sua interpretazione prende forma e ci regala nel finale, nel bel mezzo di un inseguimento tra le paludi affollate di coccodrilli, un guizzo di sincero frisson. Il buon Matthew McConaughey ormai sembra abbonato ai film di matrice meridionale (d'altronde è nato e cresciuto in Texas) e qui si scopre essere un omosessuale dedito al sesso violento, pratica per la quale verrà mazzulato in malo modo giocandosi la carriera. Nota di merito per la cantante Macy Gray nella parte della mamy di turno, prepotente e sboccata come probabilmente è nella realtà!
In definitiva The Paperboy è uno (s)cult capace di mescolare tante cose al punto di diventare qua e là la parodia di sé stesso. Non un capolavoro, ma sicuramente un guilty pleasure da non lasciarsi scappare.
In definitiva The Paperboy è uno (s)cult capace di mescolare tante cose al punto di diventare qua e là la parodia di sé stesso. Non un capolavoro, ma sicuramente un guilty pleasure da non lasciarsi scappare.
2 commenti:
Vero. Film esagerato e iperbolico ma dotato di un suo fascino.
PIPPO
grazie Pippo, sapevo che un film così era nelle tue corde! :-)
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