Guillermo Arriaga Jordán (Città del Messico, 13 marzo 1958) è scrittore e regista messicano ormai famoso in tutto il mondo. Ha scritto tutti i film di Alejandro González Iñárritu (Amores perros, 21 grammi e Babel) nonché la sceneggiatura di Le tre sepolture di Tommy Lee Jones - per il quale ha vinto il Premio alla Miglior Sceneggiatura al Festival di Cannes 2005 e ha diretto The burning Plain, un solido dramma di confine del 2008. Un dolce odore di morte è uno dei suoi primi lavori ed è un romanzo dal ritmo serrato, zeppo d'improvvise istantanee scenografiche in cui dei cromatismi spiccati dominano sugli scabri dialoghi. La storia - non a caso profondamente cinematografica - si fonda su una sostanza «dicotomica»: amore e morte, tradimento e orgoglio, gelosia e vendetta: sentimenti che incalzano i personaggi, spingendoli ad una conclusione inevitabile.
In un paesino affogato nel nulla messicano, a ridosso di un fiume viene ritrovato il cadavere ignudo d'una ragazza, uccisa da una pugnalata nella schiena. Nessuno sa chi sia, ma il giovane Ramòn la riconosce: bibitarolo in un chiosco, il sedicenne aveva già visto la ragazza, di nome Adela, giungere da poco con i genitori in paese. E, per uno di quei meccanismi strani che si innescano quando una piccola folla si raduna a curiosare su un evento inconsueto, qualcuno blatera «è la fidanzata di Ramòn» e le parole volano di bocca in bocca. Ramòn cerca di negare, ma il gesto di delicatezza con cui ha coperto il corpo sembra smentirlo: certo, confermano le voci, «ha quell’aria sconvolta perché Adela è la sua fidanzata». Potrebbe finire lì, ma ci si aspetta altro da un uomo a cui hanno ucciso la fidanzata: deve vendicarla! E chi è l’assassino? I sospetti ricadono sullo Zingaro, ed è su di lui che si accentreranno gli strali della comunità. Se da una parte Arriaga architetta magistralmente l’atmosfera di suggestione collettiva che passa dalla sorpresa all’orrore, all’incertezza, ai sospetti e infine alla sicurezza (infondata) per il bisogno di trovare un capro espiatorio, dall’altra fa confluire in questa storia un’altra, che poi è forse quella principale, della passione adultera dello Zingaro per Gabriela. È questa passione che muove le vicende fatalmente, perché Gabriela non può offrirgli l’alibi della notte passata con lei poiché il marito ucciderebbe entrambi. Il destino si compie quindi inesorabile e tragicamente nel caldo, nel sudore e nel sangue, spandendo il suo dolce odore di morte.
Un dolce odore di morte - (Ed. Fazi)
5 commenti:
La pianti di farmi salivare parlando di certi libri? Non ho più soldi da spendere in libreria, come te lo devo dire?
Però questo di Arriaga...
Maledetto Di Monopoli...
:D
@Luigi, Arriaga merita, lo sai, «Le tre sepolture» son lì a testimoniarlo ;-)))
Incredibile ma vero...c'è! In prestito ma già prenotato dalla sottoscritta....(comodino pieno? non lo si vede più....). =)
@Pimpi, che bella biblioteca deve essere, quella in cui lavori. Quella al mio paese è piena di volumi (il che è un miracolo) ma nn esiste o quasi produzione dopo gli anni sessanta (periodo in cui ancora il comune acquistava libri per la cittadinanza)...
NB per eventuali concittadini: so perfettamente che la biblioteca Gatti di Manduria è una perla nel suo genere, contando manoscritti e testi antichi che in Puglia ci invidiano tutti, però ogni tanto sarebbe bello trovarci anche qualche titolo contemporaneo (che so: un Di Monopoli d'annata:-)
Io faccio eco a Luigi Bicco.
Ho pensato esattamente lo stesso!
Grr.
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