Accolto in maniera entusiastica dalla critica ma digerito con una certa diffidenza dal pubblico consueto dell'autore (in rete c'è pure chi lo ha ferocemente bocciato, ma in rete si trova sempre qualcuno disposto a bocciare ferocemente qualsiasi cosa), l'ultimo esperimento del più radical-chic degli scrittori mainstream nostrani, Sandro Veronesi, è un romanzo con molteplici motivi d'interesse che - piaccia o meno - testimonia l'indomita ricerca letteraria di un autore cui i molti riconoscimenti di prestigio e lo spropositato successo di vendite (l'aggettivo «spropositato» da parte del titolare del blog è evidentemente dettato da pura invidia) non hanno sottratto la capacità d'interrogarsi sul fine ultimo delle cose e sullo stato dell'arte. Sopraffino indagatore dell'animo umano - come dimostrato in La forza del passato e Caos calmo - Veronesi prova con questo curioso XY a sondare l'inintelleggibile architettando una storia che shakera abbastanza felicemente atmosfere provinciali alla Twin Peaks con i misteri carteriariani di X-Files.
Un mattino d'inverno una slitta trainata da un solo cavallo in evidente stato di choc irrompe nel centro di Borgo San Giuda, paesino di poche decine di anime sperduto nel mezzo delle Dolomiti. Il successivo ritrovamento di undici corpi assassinati nei modi più impossibili (una addirittura sbranata da uno squalo, lassù tra le nevi!) scatena reazioni inconsulte nei cittadini del borgo i quali, rendendosi conto dell'improbabilità del caso, cadono progressivamente preda di una generale psicosi. Le autorità cercano di riportare l’ordine imbastendo cause rassicuranti per i delitti: in parecchi, anche se a fatica, le accetteranno, altri invece - come il prete don Ermete, lo scemo del villaggio, una sciatrice e la giovane psichiatra Giovanna Gassion - cercheranno di approfondire gli indizi in loro possesso per acciuffare una qualche verità plausibile. Il prete, in particolare, mostra la sempre più ferma convinzione che dietro gli undici cadaveri possa celarsi una forma di male puro: il Male, appunto. La psichiatra, invece, ritiene che dietro gli omicidi si debba identificare una ragione scientifica, nascosta magari nelle case e nell’intimità delle persone che abitano il paesello.
Partendo dal classico schema della detection - scoprire una ragione all’implausibile strage - la vicenda si sdipana assumendo i via-via i connotati d'una affascinante indagine interiore. Veronesi è abile nel gestire i registri e tenere desta l'attenzione, insinuando continuamente il dubbio nel lettore e spiazzandolo con trovate (a volte anche illogiche). Con un occhio alla scrittura di genere (lo stesso scrittore ha ammesso di aver tenuto in gran conto la prospettiva di un certo King) il romanzo procede per buona parte della sua lunghezza centrando non di rado il bersaglio della riflessione rivestita da intrattenimento, grazie anche all'utilizzo di due flussi di coscienza separati (quello del prete e quello della psichiatra) che a piano a piano finiscono per fondersi. Di contro, per quanto stilisticamente la struttura regga perfettamente, si arriva all'ultimo capitolo con la sensazione che a conti fatti ci sia molto più fumo che arrosto e che nemmeno Veronesi stesso sapesse precisamente dove portare a parare la storia, finendo per impastrocchiare un finale irrisolto che lascia un po' d'amaro in bocca. Ma è nel perpetuo rimuginare dei personaggi, nella efficace edificazione - passo dopo passo - della loro (e quindi del lettore) disponibilità ad accettare l’ignoto che pulsa il perno centrale e la chiave di volta di questo romanzo che lentamente, pagina dopo pagina, si insinua sottopelle. Notevole.
XY - Sandro Veronesi (Ed. Fandango)
7 commenti:
Ma che vogliamo lasciare una recensione così senza un commento? :-)
Veronesi mi piace sin dai tempi di 'Per dove parte questo treno allegro'. Ho amato molto 'La forza del passato' e 'Caos calmo', un po' meno 'Brucia Troia'... e ancora meno questo XY.
D'accordo sulla ricerca letteraria e sul lavoro quasi sempre di alto livello di Veronesi che senz'altro si merita tutti i riconoscimenti ottenuti. Ma questo XY anche a me ha dato l'impressione di un finale non azzeccato e soprattutto arrivato dopo tante, troppe parole che hanno reso la storia, per me, noiosa e statica in diversi punti. Insomma un po' più di azione e movimento, e un po' meno scavo psicologico avrebbero dato al romanzo quella spinta in più che invece è mancata.
Anche io avevo odiato BRUCI ATROIA (ne ho scritto sul blog da qualche parte) e mi pare che lo stesso autore non l'amasse granché se per vent'anni l'ha tenuto nel cassetto e poi, a furor di anticipi dell'editore, ha deciso di darlo in pasto alla plebe :-)
XY secondo me è un esperimento notevole e interessante, che si arena sul finale, questo sì, decisamente, ma che in nuce conserva un certo potere affabulatorio che - unito all'ottima campagna marketing inventata dalla Fandango per promuoverlo - lo rende un progetto nel complesso da non sottovalutare. Comunque una spanna più su rispetto a tanti narratori della nostra piccola Penisola (escluso il titolare del blog, ovviamente:-))))
E' sottinteso :-)
Omar hai più visto il bellissimo film Oltre le regole - The messenger?
Se l'hai fatto, che aspetti a scriverne? :-)
@Alex ma lo sai che ce l'ho parcheggiato nella cartella DA VEDERE e per un motivo o per un altro finisce sempre che rimando la visione? eppure ne ho voglia, giuro, mi ha incuriosito sia il tuo suggerimento che le recensioni in giro; solo che c'è in giro un sacco di roba da leggere/vedere/scrivere/fare che ormai la mia vita privata comincia a risentirne e se non voglio fare la fine dei nerd giapponesi che non staccano la faccia dallo schermo sino a morire, ogni tanto devo impormi di smetterla per godermi il sole e qualche essere umano :-) (lo vedrò presto, comunque)
Omar quello che è giusto è giusto...
Noi intanto aspettiamo, senza fretta :-)
"XY" non mi è affatto dispiaciuto (detto da una che, un tempo, sarebbe fuggita volentieri con Veronesi e tutte le sue borse sotto gli occhi). Sottoscrivo quanto ha scritto Alex, soprattutto per i bei romanzi iniziali di Veronesi, ai quali aggiungerei "Venite, venite, B52" e "Gli sfiorati".
"Gli sfiorati", poi, lo aggiungo (oltre al fatto che l'ho trovato bello) anche per un motivo particolare, legato a "XY". Motivo che non dico, perché, dopo tutte quelle pagine di puntini di sospensione, c'è qualcosa nel finale di "XY" che mi ha fatto fare un salto sulla sedia, e non ho ancora trovato nessuno che abbia saltato allo stesso modo :-)
Che mistero, eh?
@Annalisa: un vero mistero alla XY, il tuo :-)
(vero, tutti quei puntini di sospensione! In ISBN me li avrebbero tirati sulla testa uno a uno, se glieli avessi proposti in una bozza di romanzo:-))
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