«Tutta la vita Charlotte Cleve si sarebbe sentita in colpa per la morte del figlio, essendo stata sua la decisione di pranzare, in occasione della Festa della Mamma, alle sei del pomeriggio invece che a mezzogiorno, dopo la messa, come i Cleve avevano sempre fatto. Il cambiamento d'orario non aveva mancato di suscitare le proteste dei più anziani della famiglia. E pur trattandosi di una resistenza di principio nei confronti di qualunque novità, Charlotte ebbe in seguito a pensare che avrebbe dovuto tener conto del loro sordo malcontento, segno labile ma infausto di quanto in seguito sarebbe accaduto; un monito oscuro anche con il senno di poi, ma forse, invece, attendibile quanto tutti quelli che ciascuno di noi può sperare prima o poi di ricevere nella vita.»
Il piccolo amico - Donna Tartt (Ed. Rizzoli)
3 commenti:
Se fossi una piccola fastidiosa bestiola di quelle che nel Maine i guidatori investono senza rimorso anche in pieno giorno e con tutto lo spazio per frenare perchè in cuor loro sanno che è giusto così, noterei che tra labile e ma infausto sarebbe il caso di infilare una virgola per non tradire nel tradurre la prosa di Donna, ma sono solo una scoria biodegrabile del processo che centrifuga tutto quello che attiene alla Realtà Prima e che sta polarizzando il narrabile in una sintesi non superiore ai centoquaranta caratteri e me ne torno in castigo e so che anche stasera la zuppa sarà incolore ed insapore perchè il mio segnalibro nella copia di Crepascola di Ragione e Sentimento è rimasto esattamente dove si trovava la settimana scorsa, mentre sto terminando I Delitti della Vedova Rossa con la scusa che se fossi stato più veloce il signor Polillo avrebbe ancora la bottega aperta come certi anziani biricchini in quei cinema di una volta in cui nessuno ammetteva di entrare.
Se sei riuscito a leggerlo a voce alta senza fermarti, il tuo talento di rapper potenziale non è inferiore a quello della signora Tartt come discepola della signorina Austen.
@Crepa può anche darsi che sia stato io nel trascrivere l'incipit abbia sbagliato o omesso qualche punteggiatura (ti prego, non vado a ricontrollare, ho conservato il tomo sopra una caterva di altri romanzi che affollano la mia casa! restiamo nel dubbio e diamola per buona :-)
Donna Virgola era nata troppo presto perchè O Sistema le facesse fare qualcosa di più complesso che raccogliere i bossoli nei poligoni di tiro dove i mammasantissima sparavano in aria a volte per scaricare la tensione di essere sempre in conflitto con una concorrenza sempre + agguerrita. Era magra e scabrosa come certe pietre che trovi al mattino sul bagnasciuga dopo una notte di tempesta, ma non così seducente. Sembrava un ladrador denutrito ritto sulle zampe posteriori in attesa, invano, di una coccola. Ebbe un breve flirt con un caporal maggiore degli alpini che non brillava x ingegno e faceva da anni lo " spalettatore " ovvero alzava e abbassava palette nei poligoni della concorrenza del Sistema, ma la cosa si estinse quando il milite fu trasferito altrove a fare sempre la stessa cosa.
Donna avrebbe avuto la voce di un angelo, ma nessuno dei suoi colleghi incoraggiava chi "cantava" poco o tanto e così la ragazza poteva esibirsi solo per un pubblico di cartucce vuote.
Una sera, poco dopo il crepuscolo, un giornalista investigativo a caccia di scoop incappò nella signorina Virgola tutta presa da My Way come la avrebbe cantata la Callas. Fu come se quel gelido inverno si fosse mutato in una lunga estate calda. Il cronista decise di cambiare mestiere e di fare l'agente della rinominata Donna Summer. Durante il primo tour, la singer fece tappa nel paese in cui era ora il Milite Ignoto. Adoro il lieto fine.
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