(navigando in rete si scovano talvolta reperti interessanti. In questo articolo dell'archivio di Repubblica il titolare del blog ha scoperto con grande sorpresa che Guido Almansi, rinomato e mai troppo compianto critico letterario nostrano, disprezzava il grande James Cain, uno dei padri fondatori del noir contemporaneo).
«La storia della fortuna editoriale di uno scrittore, dei suoi passaggi da una ad altra casa editrice, le ascese verso le edizioni di prestigio o le discese nel piccolo cabotaggio delle pubblicazioni periodiche, se è importante in ogni genere narrativo, è decisiva per i generi più popolari, come il thriller, il romanzo rosa, il testo fantascientifico, il racconto d'avventure o di spionaggio. E questo perchè l'arco delle possibilità - dalle edizioni quindicinali e mensili di serie a largo consumo e a basso livello da un lato, e l'Olimpo delle grandi case dall' altro - è molto più ampio. Alcuni autori, anche di valore, sono rimasti ancorati per tutta la vita a una immagine legata alle serie periodiche, magari non per colpa loro ma del loro agente, o per una sorta di forza d'inerzia.
E il passaggio dalla pulp-fiction alle edizioni rilegate è stato arduo anche per un grande scrittore come Dashiell Hammett. Si pensi anche al destino di Jim Thompson, scrittore notevole sia per la fantasia e la ricchezza delle sue trame narrative, sia per la vivacità e l'originalità del suo impasto linguistico (ogni indagine sullo sviluppo dello slang nel romanzo americano, da Huckleberry Finn in poi, dovrebbe tener conto di quel magnifico thriller che è Pop 1980): pure, nonostante l'interesse di alcuni critici e la popolarità dei suoi romanzi come soggetti di film di grande successo (da Getaway da Sam Peckinpah a Coup de Torchon di Bertrand Tavernier), Jim Thompson non ha mai varcato la soglia delle grandi case editrici (in Italia i suoi romanzi sono accessibili solo in versione ridotta negli archivi dei gialli e supergialli Mondadori).
Il caso di James Cain è quasi esattamente l'opposto. Scrittore ripetitivo, di modeste risorse letterarie, con uno stile di una piattezza non sempre voluta, monotono nella tematica, ampiamente debitore dei suoi maggiori nel tono e nel ritmo narrativo, di scarse capacità mimetiche nel dialogo e impacciato nel riprodurre scene e ambienti, Cain gode, negli Stati Uniti e in Europa, di una fama di gran lunga superiore ai suoi meriti. Lo scrittore, chissà perchè, ha costantemente navigato nella letteratura alta: in Italia Il postino suona sempre due volte è stato tradotto per la prima volta niente meno che da Giorgio Bassani; [il seguito qui]»
E il passaggio dalla pulp-fiction alle edizioni rilegate è stato arduo anche per un grande scrittore come Dashiell Hammett. Si pensi anche al destino di Jim Thompson, scrittore notevole sia per la fantasia e la ricchezza delle sue trame narrative, sia per la vivacità e l'originalità del suo impasto linguistico (ogni indagine sullo sviluppo dello slang nel romanzo americano, da Huckleberry Finn in poi, dovrebbe tener conto di quel magnifico thriller che è Pop 1980): pure, nonostante l'interesse di alcuni critici e la popolarità dei suoi romanzi come soggetti di film di grande successo (da Getaway da Sam Peckinpah a Coup de Torchon di Bertrand Tavernier), Jim Thompson non ha mai varcato la soglia delle grandi case editrici (in Italia i suoi romanzi sono accessibili solo in versione ridotta negli archivi dei gialli e supergialli Mondadori).
Il caso di James Cain è quasi esattamente l'opposto. Scrittore ripetitivo, di modeste risorse letterarie, con uno stile di una piattezza non sempre voluta, monotono nella tematica, ampiamente debitore dei suoi maggiori nel tono e nel ritmo narrativo, di scarse capacità mimetiche nel dialogo e impacciato nel riprodurre scene e ambienti, Cain gode, negli Stati Uniti e in Europa, di una fama di gran lunga superiore ai suoi meriti. Lo scrittore, chissà perchè, ha costantemente navigato nella letteratura alta: in Italia Il postino suona sempre due volte è stato tradotto per la prima volta niente meno che da Giorgio Bassani; [il seguito qui]»
3 commenti:
Crepascolino qualche estate fa fece a brandelli la mia copia de bambino nella ghiacciaia. Mia suocera, che è una bibliofila, non sapeva come dirmelo quando arrivai nel fine settimana nel suo buen retiro bergamasco e non sapeva nemmeno spiegarsi come il nipotino avesse avuto accesso all'articolo di Guido Almansi. Ci sono più cose tra cielo e terra direbbe qualcuno. Io ho messo immediatamente al sicuro le mie raccolte di racconti del vecchio Dash con cover di Jacono e Pinter perchè non si sa mai.
un bambino che legge Guido Almansi, altro che facebook e la mania dei social qualcosa :-)
Credo che se ne siano occupati i Gemelli Capataz del Fantabosco in una puntata tematica in cui sostenevano la trinità Dash/Ray Chandler/Ross McDonald contro il tentativo di scimmiottare Harper Lee. La tv x i bimbi del 21mo secolo è troppo cerebrale x me: io ho visto Giovanni Muciaccia
di Art Attack costruire l'Ulysses di Jimmie Joyce con un paio di bottiglie di plastica ed un paio di pennarelli delebili. Lino ora crede che il flusso di coscienza sia una striscia di colore che fugge senza controllo su di una superficie trasparente. Ho scritto alla RAI chiedendo se non fosse il caso di produrre una trasmissione di critica letteraria in cui Baricco discute di Pennac con i due vecchietti del loggione del Muppet Show e mi è stato consigliato di piantarla di pagare il canone che dei miei soldi non sanno che farsene. Cattivi.
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