martedì 27 luglio 2010

Summer Vacation!

Questo blog entra in modalità vacanziera. Si assottiglieranno quindi un po' gli interventi generici e le recensioni - ma non la segnalazione degli eventi (numerosi, con presentazioni del nuovo romanzo spalmate lungo tutta la restante stagione estiva) né l'aggiornamento della rassegna stampa (che grazie a Dio è in rimpolpo perpetuo, sperando l'attenzione su Fonzi resti ancora alta come in queste ultime settimane:-). Per chiudere qualche consiglio di letture da portare in spiaggia: sicuramente Notti senza sonno (Rizzoli), una raccolta curata da Jeffery Deaver delle migliori storie della narrativa noir, trhiller e gialla pubblicate nel corso dello scorso anno in America. Il libro spazia dagli sbirri problematici di Michael Connelly al Sud lussureggiante e disperato raccontato da James Lee Burke, dalla tensione insostenibile della brava Alice Munro all’intricata vicenda familiare srotolata da Joyce Carol Oates. E poi ancora un lungo racconto di Stephen King sul conflitto tra due vicini di casa in Florida. Più qualche altro bel nome da imprimere a caratteri cubitali sulla lista dei nuovi scrittori con le palle (Nic Pizzolatto per tutti). Insomma, roba tosta e assolutamente imperdibile.
Poi Il bravo figlio (ancora Rizzoli) firmato da Vittorio Bongiorno, scrittore dallo stile solido e incisivo capace di narrare una Palermo anni 90 in cui il giovane protagonista Nino è il figlio di uno “sbirro”, mentre Turi, altro personaggio principale, è figlio di un trafficante. Diventano amici perché abbandonati dai rispettivi padri, e scoprono la vita. E la morte. Una storia poderosa, da consumare sotto l'ombrellone sorbendosi una bella limonata fresca (magari con una stilla di vodka, ché fa chic!)
E come poteva mancare poi il divino William Faulkner, del quale il Saggiatore pubblica gli scritti raccolti in New Orleans Sketches? Appena ventiset- tenne, il grande bardo del Mississippi si trasferì nel 1925 a New Orleans per collaborare all'edizione domenicale del Times-Picayune con questi brevi racconti, quasi dei piccoli bozzetti. Nelle descrizioni di marinai, piccoli delinquenti e contadini si possono riconoscere lo stile, le accurate descrizioni psicologiche e l'influenza della religione presenti nelle opere della maturità.
Infine Torsten Krol, scrittore immenso - quanto defilato, ne parlammo qui - che con il suo Gli uomini delfino (edizione ISBN) racconta una splendida storia ambientata nel 1946. L'aereo che trasporta Helga, i suoi due figli Erich e Zeppi, e il medico Klaus, nuovo marito della donna, si schianta in una zona inesplorata nel cuore dell'Amazzonia. Qui i quattro tedeschi vengono accolti come semidei dagli Yayomi, una tribù indios ferma all'età della pietra, che li scambia per l'incarnazione terrestre dei delfini. La loro nuova vita si adatta serenamente ai ritmi naturali della tribù, e ai due bambini tutto sembra perfetto, anche la presenza di un antropologo segregatosi nel nulla e ignaro di tutto ciò che è accaduto nel frattempo nel sedicente mondo civilizzato. Krol, il misterioso autore che nessuno ha mai visto in volto, ha il raro dono di rendere perfettamente plausibili le storie più incredibili. Una parabola sull'innocenza e sul potere devastante della civiltà dall'esito brutale e sconvolgente, una apocalisse raccontata dalla voce di un bambino. [stay tuned]

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