Dentro una vita non è un libro di facilissima reperibilità, ma vale assolutamente la fatica di scovarlo in giro per le librerie del Belpaese. Pubblicato dalle edizioni realitybook (che fanno capo al Partito Radicale) il testo focalizza la sua narrazione sui 18 anni di “carcere duro” del boss Vincenzo Stranieri, un nome che ancora oggi suscita moti di scalpore - e qualche brivido - in una fetta considerevole di abitanti del Tacco d'Italia. Il «numero due» della SCU, la famigerata Sacra Corona Unita pugliese, racconta in queste pagine in prima persona (con il misurato ausilio del giornalista Nazareno Dinoi) le privazioni, le violenze, gli abusi e le torture psicologiche inflitte in base alle regole del «41bis» (la legge che regolamenta il regime carcerario riservato a chi è accusato di reati di criminalità organizzata). Ma ciò che forse affascina ancor di più (ed al contempo turba, perché il titolare del blog molte di quelle vicende le ha vissute indirettamente assieme a tantissimi dei suoi concittadini) è la secca narrazione della crescita criminale del personaggio, la storia di un bullo di paese che diviene un boss in anni in cui si potevano fare certe cose all'ombra delle attuali tecniche di investigazione (intercettazioni, cellulari, fotografie digitali). E così lascia l'amaro in bocca la sequela di furti, rapine, sequestri di persona, attentati, rituali di affiliazione alla Camorra di Raffaele Cutolo poi alla Scu e infine alla Rosa dei venti di cui è protagonista Stranieri. Eppure, dal punto di vista meramente letterario, la rapida carriera da «bravo ragazzo» di scorsesiana memoria terminata nel 1984 con l’arresto e l'oblio, colpisce favorevolmente (con buona pace di chi, e sono tanti, ha sofferto e ancora soffre per le malefatte del boss: ma la faccenda è complicata, e non è questa la sede per disquisire sull'inevitabile affabulazione del Male). Ricostruita da innumerevoli documenti processuali, verbali dei pentiti, rapporti investigativi, ricordi di chi lo ha conosciuto ma soprattutto attraverso un lungo memoriale scritto dallo stesso protagonista, l'ascesa e gli inferi di Stranieri, detto «Stellina» per un tatuaggio sulla fronte, rappresentano lo sconvolgente racconto di una vita sbagliata che parte dai primi furti di “stereo8” dalle auto sino all'attuale agonia di detenuto speciale. Oggi il boss ha 49 anni, 32 li ha trascorsi carcere, gli ultimi 26 ininterrottamente 18 dei quali di carcere duro. È un uomo stanco. Non è un pentito, ma è certamente una persona che sa di aver sbagliato: «Se mi si vuole dare una possibilità d’inserimento, dimostrerò che sono cambiato». Credergli è una questione del tutto personale.
Dentro una vita - Nazareno Dinoi (Ed. Reality Book)
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