lunedì 5 luglio 2010

The discent...

Al già (fin troppo?) pingue gruppo di penne made in Apulia si è aggiunto da qualche mese un nuovo e promettente astro: si tratta di Carlos Solito, fotografo professionista che dopo un’ampia produzione di libri iconografici dedica un romanzo (o meglio una raccolta di episodi che compongono un mosaico) ad una scienza assai poco praticata dalla letteratura nostrana: la speleologia.
 In questo agile volumetto edito da Versante Sud, l’autore (nato a Grottaglie, ridente cittadina nei pressi di Taranto) dispiega un quindicennio di storie raccolte qua e là nelle oscure profondità di alcuni massicci calcarei tra i più famosi d’Italia (con alcune brevi capatine all’estero). Il Contrario del sole srotola quindi un singolare viaggio nelle cavità terrestri ponendo l’accento soprattutto tra coloro i quali sperimentano la pratica speleologica, dando vita ad un’interessante narrazione che evita accuratamente sia di proporre epiche esplorazioni negli abissi sia di profondersi in sterili nozioni tecniche comprensibili solo a un gruppo di iniziati ma, proprio a simulare la discesa sotterranea, distilla invece stati emotivi, descrive orbite umane attorno a luoghi che - come recita il titolo dell’opera - sono l’esatto contrario del mondo esterno: antri saturi di una tenebra antica cui l'uomo, con la sua indomita sete di conoscenza, dona la propria luce. 
In queste pagine, talvolta impreziosite da belle immagini opera dell'autore, sono con pochi toccanti guizzi delineate le tappe di improvvise scoperte, di notti eterne in compagnia del fluttuare muto della fiamma ad acetilene, del rinsaldarsi delle amicizie e, soprattutto, delle gioie e paure di un gruppo di esploratori in viaggio verso l'Inferno che si scopre presto Paradiso.
«Filo giù su corda imbrattata. Quando tocco terra, il mio guanto destro è una boccia di fango. Attorno, calcare lacero del furore esplorativo. Blocchetti, pietre e breccia strappata alle pareti. Infilo la testa in un tubo bianco di polvere. Uno sputo d'aria ghiacciata spegne il casco.
Ora capisco perché gli altri hanno fatto i ladri qua sotto. Non ha saputo serrare bene le labbra, questo abisso. Ha spifferato troppo. E quelli, gli scassinatori delle caverne, hanno capito che dall'altra parte c'era una collezione di verticali da non farsi sfuggire: un tesoro. Striscio per qualche metro. Al di là il vuoto cresce, e comanda discesa.»

Il contrario del Sole - Carlos Solito (Ed. Versante Sud)

2 commenti:

barbara ha detto...

che figata! Si trova su a nord da noi polentoni?

sartoris ha detto...

ma penso di sì, al massimo bisognerà ordinarlo :-)