Con la visione di Fargo bene in mente, il dotato Sam Raimi, all'epoca 35enne e autore quasi esclusivamente di degnissimi horror (Spiderman verrà molto, molto più in là), sceglie il paesaggio bianco, innevato e rurale del Midwest per sporcarlo col nero del dramma borghese. Partendo dal più classico dei topoi cinematografici, il Sogno Americano, il regista ci racconta con Soldi sporchi la strana storia di Hank (Bill Paxton), di suo fratello Jacob (Billy Bob Thornton, splendido nei panni cenciosi dell'emarginato) e dell'amico Lou (Brent Briscoe). Ed è proprio Jacob, nel film, a fornire una descrizione piana, personale e succinta di quell'american dream declinato a proprio uso e consumo: una moglie da amare, un lavoro decente, amici e vicini che ti rispettino. È questa la formula della felicità. Ulteriormente precisata più avanti da Hank: «Per il sogno americano si lavora, non si ruba». Fin dalle prime sequenze della pellicola comprendiamo che sta per accadere qualcosa di definitivo: seguendo le tracce di una volpe, i tre finiscono per scoprire un aereo sotto la neve. All'interno una valigia piena di dollari. Di fronte al rinvenimento la reazione di Jacob, buon padre di famiglia, è quella di assoluto diniego. Impadronirsi di quei soldi per lui è impensabile, ma lentamente la conversione arriva, solleticata dai due compari - votati per necessità ad un'amoralità sghemba - e dall'irrefrenabile fascinazione emanata dal denaro; parte così la società che dovrebbe mettere in atto il «simple plan» del titolo originale, la semplice spartizione, dopo un periodo di attesa, del denaro fantasma che nessuno sembra reclamare. L'avidità, la tentazione di Satana, già tante volte esplorata dai Coen (che non a caso sono amici intimi del regista), da Tarantino o da Stone, ha un conto in sospeso anche nella silente, amabilissima cittadina di Delano. Ma con la sua chiusa dimessa, inattaccata da facili moralismi, Soldi sporchi è più sottilmente amaro dei film dei suoi contemporanei, giacché Raimi non punisce il suo protagonista ma ne mostra, con magistrale cinismo, il ritorno alla normalità. Come dice Bridget Fonda al marito Hank: «non bisogna preoccuparsi: la neve coprirà tutto», anche le orme compromettenti della loro occasionale, e per questo lacerante ed esiziale, concessione al crimine.
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