venerdì 2 giugno 2017

intervista sull'Ircocervo...

Nella perfida terra di Dio, dice il titolo (gran bel titolo, aggiungo). Ma qual è questa perfida terra?
Ha a che vedere con la superstizione popolare, che permea tanto il romanzo tanto quanto l’intera mia regione (basti pensare alle miriadi di processioni religiose - ogni paesino ne ha una tutta sua - che non di rado sono costellate di riferimenti folcloristici al limite del paganesimo) e poi volevo richiamare un certo afflato biblico, lo stesso che anima la letteratura sulla quale mi sono formato e che vede nei grandi maestri del sud degli Stati Uniti i suoi capostipiti (è il cosiddetto Southern Gothic: un filone «sudista» da cui traspare una prospettiva particolarmente cruenta e appassionata del mondo). Infine, è ovvio che la landa “perfida” cui faccio riferimento nel titolo è, oltre che la mia Puglia, per estensione anche l’intera terra degli uomini: un posto meraviglioso in cui succedono di continuo cose orribili.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...ma quante ne sai! (come si dice in Puglia)
PIPPO

sartoris ha detto...

Uhé Pippo, sei riapparso dalle nebbie dello Stigio?