martedì 14 aprile 2015

southern melodrama...

Ahhh, ma che belli questi melodrammoni d'inizio anni sessanta, col loro granitico e serioso inanellare eventi carichi di tensione emotiva, le ridicole pose plastiche adottate dei vecchi insuperabili divi di Hollywood quando vogliono mostrare prostrazione o sofferenza, gli armoniosi uppercut che si rifilano i protagonisti durante le brevi scazzottate e le donnine rigorosamente piangenti in trepidante attesa dell'eroe da portare sull'altare. Tratto da un romanzo di William HumpreyA casa dopo l'uragano (Home from the hill, 1960) è un film diretto con la consueta mano solida da una delle pietre miliari dell'industria cinematografica dei bei tempi che furono: Vincente Minnelli.
La pellicola - presentata al 13° Festival di cannes - ha l'andamento e il ritmo del più scontato romanzo d'appendice ma l'intensità drammatica (pur a tratti resa inverosimile dal doppiaggio nostrano, fatto, come si usava all'epoca, dalle voci calde e impostatissime dei vari Pino Locchi) è assicurata dalla splendida prestazione degli interpreti (in specie Robert Mitchum, qui bello e dannato come e più di sempre). La storia possiede in ogni caso una sua consistenza narrativa che s'impernia efficacemente su una rappresentazione sanguigna di un sud degli Stati Uniti dall'impianto faulkneriano (a dirla tutta, trattandosi di dramma d'amore e paternità il nome che per primo viene in mente è forse quello di Tennessee Williams), peraltro magnificamente supportata da una fotografia e da un colore assolutamente magnetici, che ben si sposano con l'accuratezza della messa in scena (bhé, stiamo parlano di Minnelli, signori, mica pizza e fichi!)
Il fulcro della trama è identificabile nella figura del ricchissimo latifondista Wade Hunnicut (Mitchum) sposato con Hannah (Eleanor Parker), ma il loro matrimonio è stato, fin dall'inizio, un fallimento. Il figlio Theron si innamora di Libby, ma il padre di costei si oppone al matrimonio. Rimasta incinta, Libby non dice nulla a Theron il quale allora abbandona il tetto paterno per andare a vivere col fratellastro Rafe; più tardi ritorna nella casa paterna, ma continua a fare vita ritirata, evitando d'incontrare la ragazza. Quest'ultima aspetta un bambino; ma la sua fierezza le impedisce di dirlo a Theron. Accade così che Rafe si offra di sposarla e di dare il suo nome al nascituro. Il padre di Libby, essendo convinto che Wade sia stato il seduttore della sua figliola, lo uccide e viene a sua volta ucciso da Theron, che successivamente s'allontana dalla città. Finale tragico e fatalista in assoluto rispetto degli stilemi southern gotici che imperversavano in quel periodo. Applausi nostalgici...

8 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Era una di quelle serate a Cinelandia che fanno da spartiacque tra il tornare a piegare paracadute al ritmo dei tempi moderni di Chaplin come faceva insieme a Norma Jean ed il recitare in qualche pellicola di sicuro successo con Norma Jean, ma MItchum non sopporta i parties in cui ci si maschera e preferirebbe smaltire la sbornia di traverso sul divano cullato dallo sciabordìo lontano delle onde. Lotta corpo a corpo con la tentaz di perdersi dietro i fatti suoi, ma alla fine vince - o perde - e suona il campanello di villa Minnelli con solo un'ora di ritardo sul ritardo di mezz'ora che è la prassi. Vinnie apre la porta e si trova davanti Bob nudo con una spruzzata abbondante di ketchup sulle pudenda - " sono travestito da hamburger" - che entra sicuro come Cary Grant in un film di Hitch, ma senza una mano in tasca. Ingrid Thulin, Lee J. Cobb e Charles Boyer - le star di un prossimo progetto del regista -tentano in tutti i modi consentiti dal codice Hays di rintuzzare gli attacchi di un giovine Mike Bongiorno che è convinto di essere la risposta italiana al divo francese e preme perchè Vinnie diriga un remake di Angoscia. Glenn Ford si è da tempo mimetizzato fingendo di essere un cameriere cinese - caratterizzazione che userà anche x Angeli con la Pistola - e ridacchia in un angolo al pensiero dei colleghi che non riescono a contenere l'entusiasmo di quell'ometto. Non appena Bob è nel salone, Vinnie ha una di quelle idee che è sempre riuscito a vendere agli studios: prende sotto braccio il divo desnudo e lo dirige nei paraggi di MK. Mitchum è ancora brillo e non oppone la minima resistenza. Quando i due sono uno di fronte all'altro, Bongiorno nota che Mitchum non ha la cravatta. Il padre del padre della sposa prende subito la parola, spiegando che Bob è un eccentrico director che sta selezionando il cast x una commedia naturalistica il cui nome di lavorazione è Pizza & Fichi. Il Dinamico Duo esce x la comune discutendo animatamente di full frontal e di problemi con la censura che permetteva allora solo la nudità di Bambi. In un attimo sono sulla Cadi di Bob. Partenza a razzo in contromano nel crepuscolo. Fermati dai chips poche miglia dopo. Bob aveva lasciato la patente a casa. Due gg in guardina in compagnia di buona parte delle comparse dei film di Roger Corman. L'ambasciata italiana non la prese benissimo ed i giornali del Belpaese montarono il caso del " nuovo Rossano Brazzi svillaneggiato dalla polizia americana ". Vinnie fu costretto a garantire un cameo del presentatore di Arrivi e Partenze nei Quattro Cavalieri dell'Apocalisse. Minnelli non aveva preso benissimo quei riferimenti ai pulotti USA ed impose a Mike di impersonare un nazi. Cattivo.

sartoris ha detto...

@Crepa, certe volte ti seguo a fatica ma dai sempre soddisfazione: aver tirato fuori la Thulin mi ha commosso (bei ricordi, grande cinema: si vede che anche tu sei negli "anta", magari come me da poco, ma ci sei:-)

CREPASCOLO ha detto...

Sono sul lato sbagliato degli anta nel senso che sono stato prodotto nel 1968, ma progettato nel 1967. Compio gli anni poco dopo la notte degli Oscar ed il cinema è stato x tanto tempo uno dei miei media preferiti. Invecchiando qualcosa si è perso - Vic Gassman diceva che con il tempo si tende a circondarsi di un numero sempre minore di libri, sempre quelli , come vecchi amici irriducibili - ed ora entro in una sala solo x accompagnare Crepascolino quando e se sedotto da cose come Shawn la Pecora ( Buster Keaton in stop motion ), ma ricordo i miei anni settanta con le retrospettive di Marco Ferreri ed i cicli sugli anti eroi USA alla tv ed i miei anni teen ripieni di cineforum e prime visioni ed il glorioso De Amicis dove ho visto Truffaut e Chabrol, ma anche il Cappotto di Gogol con Rascel.
Oggi il mio mezzo di comunicazione preferito è il vento che passa tra le spighe di grano della installazione provvisoria x la Expo davanti alla "mia" torre. Non posso aprire le finestre, ma quella musica celestiale ed incongrua arriva fino a me e mi ricorda che vivo nella città di Blade Runner, ma non corro il rischio di imbattermi in uomini artificiali. Se non consideriamo quel collega del secondo piano che indossa anche a Ferragosto un berrettone di lana con il copriorecchie e che imprime dei tag ovunque con una mina morbida. Ho sentito dire che è un intoccabile e che l'azienda ha speso un perù x pubblicare il suo primo libro di poesie. So goes life.

CREPASCOLO ha detto...

Dimenticavo: la cosa dello hamburger è vera, solo che non è successa a casa di Vinnie e Bongiorno ha davvero preso parte, come comparsa, nel film del regista, ma immagino che non abbia mai infastidito gli ospiti di Minnelli come un Peter Sellers imbucato.

sartoris ha detto...

@Crepa, Shawn la pecora è la droga quotidiana di mia nipote Giulia (3 anni) insieme ovviamente a Peppa Pig :-) (bello, comunque, Shawn la pecora:-))))

CREPASCOLO ha detto...

A chi scrive fiction consiglierei Gumball, l'ultima serie delle Tartarughe Ninjas e Teen Titans Go ( con il character design di Dan Hipp ). Ritmo, trovate ed inside jokes x fans + vecchi capitati davanti alla tv al seguito di figli e nipoti di molto superiori a shows x adulti come The Big Bang Theory.

Anonimo ha detto...

Io sono alle prese anche con Masha e Orso.
Fabio

sartoris ha detto...

@Fabio, Masha e Orso è invece il metadone di mia nipote: quando Shawn e Peppa non ci sono, urge una terapia intensiva di quei due simpaticoni russi (comunque divertenti anche loro, via, anche se non ho ancora capito se Masha vive con Orso o ha una sua vita a parte :-) :-))))