martedì 28 aprile 2015

colt fumanti e guepiere...

Strange Empire è una serie western targata CBC Television che ha esordito nello scorso ottobre in Canada. A causa anche di una fiscalità particolarmente agevolante nei confronti dell'industria audiovisiva la wilderness canadese è infatti nell'ultimo decennio al centro di una profonda rivalutazione cinematografica, venendo spesso preferita dalle produzioni a stelle e strisce (e non solo) per fiction e lungometraggi ambientati nell'antica Frontiera.
Realizzazione, manovalanza e teatri di posa di quelle lande non hanno ormai davvero nulla da invidiare ai cuginetti americani: in questo caso stiamo parlando di una sostanziosa serie divisa efficacemente tra vendette, stivali, speroni e colt fumanti. Ma, soprattutto, trattasi di un prodotto ad altissima rilevanza di quote rosa. Le protagoniste pressoché assolute del primo ciclo di storie (13 puntate) sono infatti tutte donne. La maggior parte dei loro uomini sono morti, mentre i pochi sopravvissuti cercano di ottenere il controllo ostacolando e prevaricando le controparti in una dura e cruenta battaglia: le donne qui combattono duramente per ritrovare la loro indipendenza e per costruire una vita in cui le loro (disfunzionali) famiglie possano crescere sane e libere.
Creata da Laurie Finstad-Knizhnik, la serie è ambientata al confine col Montana nell’anno 1860. Le tre attrici che impersonano i caratteri forti sulle vicende dei quali si snoda la storia sono Cara Gee, Melissa Farman e la Tattiawna Jones di Black Orphan. Cara Gee interpreta Kat, una donna che, dopo aver perso sia il figlio che il marito, lotta per proteggere la sua famiglia surrogata. Melissa Farman veste i panni di Rebecca, una giovane molto intelligente che svolge la professione medica mentre a Tattiawna Jones toccano i panni di Isabelle Slotter, una donna straziata dalla perdita del suo bambino. Tra gli interpreti maschili troviamo Aaron Poole (noto interprete canadese) nei panni di John Slotter, un protettore violento che è sposato con Isabelle.
Ottime location, begli scontri e intelligente tenuta, con un unico e purtroppo marchiano limite: quello di una prospettiva palesemente televisiva, e ciò sia detto stavolta in un'accezione tristemente italiana del termine (ché in linea di massima quando si tratta di piccolo schermo al di fuori dei nostri confini sappiamo bene di trovarci davanti a sceneggiature accuratissime e costumi studiati nel dettaglio). Qui, a fronte di una trama che non si perita di picchiare duro, alcuni cliché sembrano talvolta un po' tirati via con troppa facilità (quante puttane del west simili a quelle di Strange Empire abbiamo visto su grande e piccolo schermo?) e la coolness di alcuni personaggi sa tanto di tempi moderni (Hell on Wheels ci aveva insegnato quanto possono essere lerci e "scasciati" i pionieri), il che mette qualche volta in stand-by la sospensione dell'incredulità.
Però detto questo, che cacchio, ce ne fossero da noi di serie simili!

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