mercoledì 22 aprile 2015

a Dresda con pudore...

«È tutto accaduto, più o meno. Le parti sulla guerra, in ogni caso, sono abbastanza vere. Un tale che conoscevo fu veramente ucciso, a Dresda, per aver preso una teiera che non era sua. Un altro tizio che conoscevo minacciò veramente di far uccidere i suoi nemici personali, dopo la guerra, da killer prezzolati. E così via. Ho cambiato tutti i nomi.
Io ci tornai veramente, a Dresda, con i soldi della Fondazione Guggenheim (Dio la benedica), nel 1967. Somigliava molto a Dayton, nell'Ohio, ma c'erano più aree deserte che a Dayton. Nel terreno dovevano esserci tonnellate di ossa umane.
Ci tornai con un vecchio commilitone, Bernard V. O'Hare, e là facemmo amicizia con un tassista che ci portò al mattatoio dove rinchiudevano, di notte, i prigionieri di guerra. Si chiamava Gerhard Mùller. Ci disse che per un po' era stato prigioniero degli americani. Gli domandammo com'era vivere sotto i comunisti, e lui disse che in principio era stato terribile, perché tutti dovevano lavorare tanto, e perché non c'erano case e mancava da mangiare e da vestirsi. Ma adesso le cose andavano molto meglio. Lui aveva un bell'appartamentino, e la figlia frequentava una buona scuola. Sua madre era rimasta incenerita nell'incendio di Dresda. Così va la vita.»

MATTATOIO N. 5
di Kurt Vonnegut (Feltrinelli)

5 commenti:

Luca Lorenzon ha detto...

un gioiello (meno il film che ne venne tratto). Se non l'hai ancora letto ti consiglio anche "Ghiaccio 9". "Piano Meccanico", invece, confesso che non sono riuscito a finirlo...

CREPASCOLO ha detto...

E'da lì che arriva il mio so goes life. Probabilmente anche nel tuo Feltrinelli è la prefaz con quella signora che gli chiede di non scrivere una memoria che possa essere x chiunque altro in qualsiasi tempo un pretesto x muovere guerra a chiunque.
Se fossi Dio e mi annoiassi e decidessi di fare un film sulla vita di Kurt, avrei un giovane Macca nel ruolo del giovane Kurt ed il Don Sutherland di Animal House nel ruolo del Kurt della maturità - termine che immagino il maestro non apprezzerebbe - e Gene Hackman nei panni dell'ultimo Vonnegut. O Chris Lloyd.
Nel Mio Film, Kurt arriverebbe alle spalle dell'ominide di 2001 Odissea nello Spazio ed alzerebbe un sopracciglio ed il nostro peloso progenitore capirebbe che tutto sommato spaccare capocce perchè lo dice un sasso nero significa che siamo in una trappola in cui è necessario spaccare capocce x compiacere un sasso nero o forse che è il caso di affidarsi ad uno specialista xchè sentiamo la voce di un sasso. Il pubblico vedrebbe il film nel cielo dopo il crepuscolo e la smettere di proclamare crociate ripiene di bimbi di tutte le età. Forse. Così è la vita.

LUIGI BICCO ha detto...

He. Un "must have". Sia il romanzo (carina quella cover) sia l'autore, proprio.
Di Vonnegut mi mancano davvero pochissime cose. Merita una lettura tutto ciò che ha scritto, in pratica. Onore a questo gigante della letteratura che ha avuto l'ardire di andarsene proprio nell'aprile di otto anni fa.

sartoris ha detto...

Signori: di Vonnegut ho letto tutto. Di tutto e di più. Anche interviste. Saggi. Analisi critiche. E in tempi non sospetti. E non perché sia più fino io di altri, ma perché per chiunque abbia velleità autoriali Vonnegut è una scuola imprescindibile. Anche quando, come il sottoscritto, si finisce per scrivere robe antitetiche a quelle del grande tiratore :-))

sartoris ha detto...

Comunque come tentativo filmico di trasposizione vonneguttiana consiglierei LA COLAZIONE DEI CAMPIONI tratto dal libro omonimo con un ottimo Bruce Willis e MADRE NOTTE con Nick Nolte, entrambi dei tardi novanta :-) (il film di George Roy Hill cui fa riferimento Luca è poco efficace, confermo, ma il regista è pur sempre un signor cineasta quindi ha qualcosa di buono)