mercoledì 11 febbraio 2015

Gomorra, o della grande arte manifatturiera...

(oggi di frettissima, giusto il tempo di segnalare un gran bel pezzo - breve ma esaustivo - di Mauro Baldrati su Carmilla. Il tema? Gomorra e la risposta nostrana alla grandezza delle serie tv anglosassoni)
È l’era delle serie televisive. Accanto alla serialità di culto, Walking Dead, Breaking Bad, Doctor Who, ha preso forma una macchina seriale piuttosto articolata, Il trono di spade, True detective, Supernatural, Teen Wolf, solo per citarne alcune. Sono perlopiù produzioni americane e inglesi di genere crime, o fantasy, o storiche, come la canadese Viking, la britannica White Queen, l’americana Spartacus.
Gli americani, come al solito, primeggiano. Sono i più grandi commercianti del mondo e di tutti i tempi, ha scritto Don Winslow in Satori (un testo piuttosto commerciale, cvd), il prequel del classico di Trevanian, Shibumi. Tutto in loro è commercio: il bene, il male, le emozioni, gli ideali, l’etica, la religione, lo spettacolo. Commerciano bene, per cui curano i dettagli, e se è necessario osano, perché anche il coraggio è oggetto di commercio, anche la trasgressione, lo scandalo. E il prodotto deve essere adeguato. Se c’è da spaventare, si spaventa. Se c’è da provocare, si provoca. Se c’è da offendere, si offende. Senza reticenze, spingono quanto basta. Per dire, se ci fosse da fare la rivoluzione, farebbero anche quella, se questo risultasse funzionale al commercio.
In Italia, si sa, le cose vanno diversamente. Non abbiamo quella forma di professionalità frontale, quel coraggio semplificato di tipo protestante, ma l’eterna torsione bizantina. Ci avvitiamo nella reticenza un po’ falsa del cosiddetto buonismo, con serie televisive di preti-eroi, poliziotti senza macchia, storielle edificanti, il festival di Sanremo formato famiglia, che si alternano con telegiornali dove, alle odi sperticate agli algidi personaggi governativi, seguono servizi di cronaca supersplatter con massacri e sgozzamenti riversati sul video con una violenza verbale che lascia sbalorditi.
Eppure, anche gli italiani hanno alcune qualità da capitalizzare. Se gli americani sono pronti a commerciare anche l’anima, noi abbiamo la grande arte manifatturiera. Siamo i più grandi artigiani del mondo. Forse dovremmo dire siamo stati, saremmo. [continua qui]

5 commenti:

Annalisa ha detto...

Bellissimo pezzo, davvero. Acuto e chiaro.

(son contenta: io non guardo TV e ilMaritino guarda tutt'altro, ma da qualche domenica ci siamo trovati a 'sorbirci' Gomorra senza fiatare, e ne siamo contenti)

(cioè, contenti: comincia alle dieci di notte, con i miei ritmi faccio di quegli sforzi... Poi al mattino sono uno straccio) ;-)

sartoris ha detto...

Io come molti appassionati, cara Annalisa, l'abbiamo già vista tutta in altre sedi, Gomorra, e se non erro mi ero già più o meno espresso su questo blog al riguardo: è una gran figata di serie, a livelli - finalmente - non solo italiani :-)

sartoris ha detto...

PS (ovviamente, il fatto che la Rai sia costretta a mandare un intro a cura di FAZIO mi fa ridere amaro, come se il pubblico italiano non fosse capace di discernimento senza l'aiutino e lo spiegone del democristiano di turno:-(((

Annalisa ha detto...

Be', per fortuna io non ho preso Fazio in quel senso; l'ho preso soltanto come un ritardo sull'inizio della serie ;-)
Non avevo pensato che ritenessero necessario lo spiegone (e comunque io dormo e mi sveglio alle dieci :-D )

sartoris ha detto...

@Annalisa brava, dormi con Fazio (bravo per carità, ma non se può più!!!!)
(ovviamente, mi chiamasse a parlare dei miei libri in tv sarei il primo a prodursi in encomi per il suo stile e la sua leggerezza, come fanno tutti gli eletti della sua cerchia:-))))