lunedì 26 gennaio 2015

infezione palustre by Baldini...

mentre in rete si segnala il suo nuovo, strano parto, ci piace su questo blog magnificare periodicamente la bravura di un autore nostrano col quale ci sentiamo in profonda sintonia e che molto (davvero molto, anche in termini di mero incoraggiamento personale) ci ha ispirato: stiamo parlando di Eraldo Baldini di cui oggi ricordiamo Mal'aria, libro che nel 1998 portò l'autore alla ribalta evidenziandolo subito come uno scrittore capace come pochi di giocare coi generi al punto di venire definito lo «Stephen King padano».
Mal'aria, che ispirò una notevole miniserie di Paolo Bianchini su RaiUno (ben al di sopra degli standard cui ci ha abituati la nostra Tv, ma sempre una spanna al di sotto di qualsiasi produzione televisiva del mondo anglosassone), è un piccolo gioiello di compattezza e ritmo che non può mancare negli scaffali di qualsiasi appassionato di gotico rurale.
Siamo nelle Valli di Comacchio ed è il 1925, in pieno regime fascista. Un ispettore del ministero della Sanità di nome Carlo Rambelli viene mandato da Roma nel paese di Spinaro, ad investigare su un’insolita moria di bambini legata forse all’acuirsi di un ceppo malarico che si supponeva sanato. Giunto a destinazione l'uomo si rende conto subito che la sua indagine non sarà per niente facile, dovendo scontrarsi col muro di omertà issato dalla popolazione locale.
I villici hanno infatti paura delle rappresaglie delle camice nere, che nella zona fanno il bello e cattivo tempo, ma sono anche succubi di ancestrali credenze legate alla Borda, sorta di personificazione - secondo la tradizione pagana - della nebbia, vista qui come una megera mostruosa che cattura le persone, in special modo i bambini, per poi strangolarli con una corda e gettarli nelle acque paludose.
Con questo romanzo cupo, che si legge tutto d’un fiato, lo scrittore ravennate mette in scena tutti i topoi della sua produzione a venire: la superstizione rurale, i riti pagani, la meraviglia del mondo agreste e la chiusura del mondo di provincia. Baldini riesce ad amalgamare con maestria questi elementi (contando, evidentemente, anche sui suoi passati studi di antropologia) mettendo a fuoco un mondo magico e spaventoso che titilla le emozioni più nascoste del lettore e dimostrandosi, di fatto, una delle personalità più interessanti del panorama italiano da più di un decennio a questa parte.
(noi lo intervistammo qui)

Mal'aria - Eraldo Baldini (Ed. Frassinelli)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

libro eccezionale, autore molto talentuoso. (PIPPO)

sartoris ha detto...

@pippo, getta un occhio all'intervista che gli feci qualche tempo fa :-)

Annalisa ha detto...

Incostante, a volte, 'sto Baldini, ma quando vuole...
"Mal'aria" è un grande libro, e sono appena uscita da "L'uomo nero e la bicicletta blu".
Riso tanto, pianto tanto.
E ora riprendo Mal'aria, e lo rileggo, toh.

sartoris ha detto...

@Annalisa: ha anche prodotto tanto, nel ventennio recente, quindi qualche prova meno riuscita ci può stare dai :-)

CREPASCOLO ha detto...

Arrivarono dopo il crepuscolo. Avevano una di quelle chiavi a cui nessuna porta dice no. Baldini dormiva siccome un angiolo. Lo svegliarono con un buffetto e gli lanciarono giacca e pantaloni che indossò sopra il pigiamino ripieno di disegni di Tom Scioli.
Uno disse: - Come fa a piacerti quel clone di Kirby ? -
Baldini rispose, pensando al Chris Bale di American Hustle e forse anche al Guinness di Star Wars: - Chi è il vero maestro ? L'originale o colui che è così bravo a copiarne lo stile da essere indistinguibile dall'originale ? -
Due disse: - Poche ciance: andiamo ! -
Uscirono nell'aria fresca della notte e Baldini notò un poster del circo Orfei con un bimbo sorridente e trapezista di nome Maicol. Non Michael. Si disse che doveva cavarne qualcosa se fosse tornato da quella gita.
Salirono su di una 2CV Molly. Baldini adorava quelle due sfumature di grigio e non sentiva la mancanza delle altre 48.
In aperta campagna Uno e Due lo fecero scendere, gli lanciarono una pala e gli ordinarono di cominciare a scavare. Baldini si mise al lavoro. Smise all'alba al comando di Uno. Due disse: - Nel lato B di Molly troverai la roba: prendila e buttala nella buca ! -
Baldini aprì il portabagagli
( Crepascolino, il figlio del suo amico e mentore, lo chiamava portamagari e Baldini stava pensando da tempo di scrivere una fiaba velata di noir con una strega simil Baba Yaga che si sarebbe chiamata La Bassa ) e prese una pila di sceneggiature dei prossimi progetti RAI. Baldini, come tutti i lettori compulsivi, prese a sfogliarli e si perse nella storia di un prete dentista che curava anima e carie in un paesino in una valle che le montagne proteggevano dalle insidie del 21mo secolo.
Uno disse: - Non abbiamo tutto il giorno ! Spicciati ! -
Baldini obbedì. Prese i plichi e li scaraventò nella buca che prese a coprire. Quando ebbe finito, Due commentò: - Bravo. Ricorda che ogni tanto torneremo come un ladro nella notte x la tua corvee. -
Baldini non disse nulla xchè non aveva nulla da dire. Il suo neurone agilissimo passava dal Processo di Kafka a Massimo Boldi che sosteneva l'aria fosse fresca al mattino xchè era stata fuori tutta la notte.
Lo salurarono e lo lasciarono lì in aperta campagna. Raggiunse un villaggio che sembrava una stampa ottocentesca. Il cavadenti del posto era l'unico a possedere una moto con sidecar. Gli avrebbe dato un passaggio fino al presente, ma tra un'ora perchè al momento stava celebrando Messa...

sartoris ha detto...

@Crepa bentornato :-)

Clara ha detto...

Mal'aria, ne ho una copia che mi regalò lui, secoli fa a Ravenna, quando vivevo là. Sai, Omar, sono affezionata a Baldini, perché quando ancora non avevo pubblicato niente, lesse un mio tentativo di romanzo, un racconto lungo (grazie a una mia vicina di strada, che lo conosceva). E lui fu gentilissimo, mi telefonò che ero in Puglia un'estate, e mia madre mi disse, c'è un tale Eraldo Baldini al telefono, dice di richiamarlo. E lui mi disse, scrivi, scrivi, scrivi, scrivi, scrivi.
Quel racconto vinse un premio, e io cominciai a scrivere seriamente. Anche in seguito, anche ora che è famoso, è sempre stato disponibile e gentile.
PS. Salutami Brindisi!

sartoris ha detto...

@Clara anche con me fu gentilissimo e disse grosso modo la medesima cosa (scrivi, scrivi, scrivi) :-)

Ti saluto Brindisi, certo, anzi se mi fermano per strada io dirò "ehi, sono amico di Clara!" :-)