lunedì 8 dicembre 2014

la ferocia del citizen journalism...

Già solido sceneggiatore di numerose pellicole mainstream, il californiano Dan Gilroy (Real Steel, The Bourne Legacy e il bellissimo The Fall) compie il salto di qualità e dirige il suo primo lungometraggio - ovviamente scritto di suo pugno - facendoselo produrre dal fratello Tony e montare dal fratello Dan. Interpretato dalla moglie Rene Russo, Nightcrawler (Lo sciacallo in Italia, per una volta una titolazione efficace) è di fatto il prodotto di una piccola impresa di famiglia, a cui il coinvolgimento del talentuoso Jake Gyllenhaal, qui in doppia veste di protagonista e produttore, dona quel valore aggiunto che permette all'intero progetto di salire verso gli assoluti vertici dell'autorialità.
Al centro della vicenda Lou, ragazzotto che vivacchia di lavoretti sporchi e curricula inviati nell'oceano senza ritorno dell'attuale mercato occupazionale. Un giorno assiste per caso a un incidente stradale e osservando i reporter d'assalto (gli sciacalli) che ronzano attorno alla tragedia per trasformare in moneta sonante l’immagine più cruda, Lou ha un'illuminazione: si procura una videocamera e un radio-scanner e da quel momento passa le notti accorrendo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi. La sua scalata al successo lo renderà sempre più spietato finché, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriverà a interferire pericolosamente con l'arresto di due assassini.
Una caduta valoriale sempre più spietata addizionata a una progressiva fame di successo (cui fanno da contraltare una solitudine sempre più ammantata di patologia) sono il vortice nero in cui uno smagrito, convincentissimo Gyllenhaal piomba senza indugio. Lo stupro dell’etica contagia immediatamente Lou - rifiutato dal mondo del lavoro e quindi da ogni possibile modalità di gratificazione sociale - promanando da una Los Angeles sbandata e notturna che accoglie nel suo ventre sfibrato dal traffico e dall'indifferenza ogni sorta d'incidente, sparatoria, rapina e omicidio. E il personaggio della direttrice di rete (impersonata ottimamente dalla Russo) finisce per assurgere a miglior porto d'attracco di cotanta perversione: ingorda e opportunista come lo stesso protagonista, costei condivide con il city journalist un’omessa ferocia votata a risucchiare nel burrone mediatico ogni più minuscolo scampolo del pubblico bue.
La visione di Nightcrawler genera perturbazione, ma anche una sottile, glaciale ilarità - forse più disturbante dell'indignazione retorica che pure sorregge l'opera - soprattutto quando un personaggio estremo come Lou comincia a girare riprese particolareggiate del sangue sull'asfalto alla stregua di un qualsiasi cronista di Studio Aperto. Nel film si sorride per l'atteggiamento svagato con cui il reporter approccia ai moribondi che saranno protagonisti dei suoi servizi («se mi vedi significa che sarà il giorno peggiore della tua vita», dice), ma ben presto quella risata si trasforma nel ghigno raggelato di chi assiste alla spietata radiografia di una contemporaneità che ci ha reso tutti colpevoli.
Gilroy conosce il mestiere, e il battito thriller del film lascia presto dietro di sé l'approccio realistico in favore di un crescendo di tensione squisitamente cinematografico, affidando alle taglienti occhiate catafratte dalle luci al neon dell'attore protagonista il compito di rendere esplicito il parallelo col canide suggerito dal titolo italiano. Educato da un bigino di strategie spicciole di marketing e una miscellanea d'informazioni trovate on line, Gyllenhaal si muove nella notte come un animale in attesa della carcassa giusta, mettendo a segno la figura di un antipatico, cinico e freddissimo predatore dei nostri tempi. Bestiale!

4 commenti:

Annalisa ha detto...

Oddio, quante cose da recuperare. Non mi basterà un mese
(spero mi basti la tredicesima, però ;-) )

sartoris ha detto...

Ehi ciao ragazza!!!! Si la tredicesima mi sa che salta... (a chi ce l'ha:-)

Anonimo ha detto...

film spettacolare, ragazzi, davvero bello: parte in sordina e poi ti conquista e ti dilania
PIPPO

sartoris ha detto...

@Pippo: esatto, quoto assolutamente il crescendo ritmico della pellicola :-)