mercoledì 29 ottobre 2014

vai col Giallo!

Danze aperte tutto l’anno…
Se non sai con chi ballare, amico scrittore o pseudoscrittore, balla con Giallo che è sempre pronto a farti fare una bella piroetta. Anche se hai i piedi di marmo, sei brutto e goffo, non importa. Hanno ballato con lui una serie infinita di imbranati fradici e pure il sottoscritto che la sua porca figura l’ha fatta in una serata alticcia di festa paesana con altri frenetici zompatori (Giallo può trasformarsi in una ammaliante conduttrice). Tutti si cimentano con lui-lei, magari dopo avere seguito corsi di altra specie, che per natura è irresistibilmente generoso/a. Capitato a tanti. Lista lunga un chilometro. Anche a J.K. Rowiling, autrice della serie di Harry Porter, lanciatasi in un tango sfrenato sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith, a volte avesse inciampato e fatto figura cacina (non si sa mai).
Il primo ballo, dunque, Il richiamo del cuculo, Salani 2013, è stato discreto, sì, ma senza esaltare più di tanto. Figure standard, movimenti precisi privi di quel quid in più che lascia il segno. Fuor di metafora si vedeva che Galbraith-Rowiling era alle prime armi. Nel genere voglio dire. Niente di nuovo sotto il sole, niente di originale se non una bella tecnica di scrittura maturata col tempo. L’investigatore inglese Cormoran Strike è uno dei tanti reduci scatafascio di guerra che hanno trovato asilo sicuro sulle pagine di Giallo (dorme in ufficio dentro ad sacco a pelo, si lava all’università, gira dappertutto insieme alla gamba mortuaria dolorante e ai ricordi dell’infanzia tribolata). Alla fine il colpevole è proprio quello inverosimile già sfruttato millanta volte nella tradizione del romanzo poliziesco, e dunque verosimilissimo, beccato subito (o quasi, via) dal lettore vispino.
Il secondo ballo Il baco da seta, Salani 2014, è stato più coinvolgente. Più completo. Cormoran Strike è cambiato, ha avuto successo, vive in una casa in affitto ed ha un suo standard di vita. Niente di eclatante ma certo di un livello superiore al precedente. Ed ecco che arriva la moglie dell’eccentrico scrittore Owen Quine a chiedere l’aiuto del nostro investigatore. Suo marito è sparito e sono successe strane cose: escrementi nella sua buca da lettere ed una donna che si presenta alla sua porta e fa “Gli dica che Angela è morta”.
Inizia la ricerca di Cormoran insieme al pedinamento di una segretaria ben pagata di cui il capo e amante non si fida mica tanto (sono bei soldi anche questi e intanto si inserisce una nota lieve nel contesto più pesante). Aiutato dall’insostituibile Robin Ellacot (sta per sposarsi con il fidanzato gelosetto Matthew ma la cosa non è per niente scontata), alta dai capelli biondo rame che qualche fremito stuzzicarello, subito rimosso, glielo provoca.
Il fatto è che Owen ha scritto un romanzo Bombyx Mori (nome latino del baco da seta), ancora da pubblicare, dove taglia e cuce su diversi personaggi, sotto nomi diversi ma facilmente identificabili, che girano nel suo ambiente: scrittori, editori, procacciatori di talenti. Chiaro che si ritrova barbarizzato (praticamente “una carcassa legata, maleodorante, marcia e sbudellata”) sul pavimento in una casetta dei Quine seguendo, idea non originale (dico io), il copione del suo manoscritto.
Ad indagare pure l’ispettore Richard Anstis distaccato con Strike in Afghanistan che gli aveva salvato la vita. La sospettata ideale sembra la moglie del morto e su di essa puntano gli sguardi della polizia. Ma i sospettati per Cormoran sono altri, soprattutto quelli presi di mira da Owen nel suo lavoro. Ergo un giro fra tutti i personaggi ben delineati e caratterizzati, anche i minori, in una Londra nebbiosa imbiancata dalla neve e intirizzita dal freddo (tipici i suoi ristoranti, pub e club) con la mezza gamba rimasta a farlo soffrire (ed il lettore con lui).
Aggiungo sesso al punto giusto senza strafare, ricordi, sogni, rimuginamenti continui intorno all’ex fidanzata Charlotte, qualche filosofia spicciola sull’amore e sulle coppie (si vedono davvero per quello che sono?), momento di tensione e pericolo, ma, soprattutto, un ritratto al veleno del mondo editoriale. Insomma la Rowiling-Galbraith ha sfornato tutto il bagaglio tecnico di uno scrittore preparato: riflessione e movimento alternati con pause e riprese veloci, dialoghi incalzanti e rivelatori (alcuni lungagnetti, via) sostenuto da una scrittura che si adegua alle necessità espressive. Finale estroso anche se poco credibile. Traduzione sontuosa di Andrea Carlo Cappi.
Rientrando in metafora un ballo di qualità che ha strappato pure diversi applausi.
(articolo by Fabio Lotti)

6 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Ho letto che il primo giallo ha cominciato a danzare come un derviscio solo quando è stato spagato il marchingegno e rivelato chi fosse realmente il papà del Cormocoso. La signora + ricca di Inghilterra - dati fino a ieri a mezzodì, ora so che Helen Mirren ha firmato un contratto con la Oreal e la top ten potrebbe essere scossa - non poteva restare sempre nella scuolamaghetti, come la chiama Crepascola che ha letto tutti gli erripotter e credo in parte anche riletti. Io ho visto solo i film come disse il tale a cui chiesero se aveva letto la Bibbia.
Mi affascina il nome Cormoran Strike - immagino che l'idea di base sia che con la sua gamba malandata fa fatica ad ingranare cone il volatile nel decollo, ma sia poi un eccellente pescatore - e spero che prima o poi il sontuoso Andrea Carlo Cappi scriva uno scerbanenco aggiornato ai ns gg con un annusapatte ( come li chiamava Vasquez Montalban ) di piccolo cabottaggio nomato Mao Marangone, falso invalido che trascina la sua gambetta di ex pietromennea dello scippo e presta il suo neurone vispo e scafato a quanti cercano di sopravvivere in una realtà in cui tutto e precario e scritto nelle acque stagnanti di legionella mentre tutto intorno si accendono ceri e si riempono buste di spiccioli auspicando un lavoretto di telefonista in outbound nel call center di una finanziaria che ti presta pochi euri x un dieci per cento dei tuoi sogni. Vedrei bene un film di Virzì con Battiston nella parte del maresciallo in pensione, succedaneo di genitore x Mao. Difficile fare un film da noi senza Battiston. O Favino. O Germano. Se lasciano decidere a me, Mao è Malgioglio. Magari x una miniserie SKY. Una roba pasoliniana. Vedremo.

sartoris ha detto...

@crepa sapevo anch'io della agnizione forzosa dell''autrice per risollevare le vendite... cmq se Fabio dice che il secondo migliora vale la pena dargli credito :-)

LUIGI BICCO ha detto...

Bell'articolo. Se non erro lessi che all'epoca la Rowling s'incarognì a modino, dopo la scoperta fortuita del suo alter ego da parte di un giornale.
So anche di un terzo libro giallo, che probabilmente è il primo: "Il Seggio Vacante". Ma potrei sbagliare. Non sono esattamente un suo fan, ecco.

sartoris ha detto...

@Luigi sull'incazzatura della Rowling mi permetterei di nutrire qualche riserva (per come vanno le cose nell'editoria, a naso ho idea che a un certo punto l'informazione sia stata fatta trapelare con il so assenso :-) (ciò non toglie che possa essere una degna giallista: io personalmente non la seguo, ma il "boss" è un esperto del genere e se lui ha trovato il secondo romanzo ben fatto mi fido del suo giudizio!!)

CREPASCOLO ha detto...

Crepascola non le ha ancora dato una chance, ma legge solo quando è completamente rilassata, al mare o in montagna, mentre Crepascolino spalma di marmellatina di lamponi il suo tablet nice price da accendere con una combo di arte sciamanica e tanto ma tanto lato B. Deve essere il modo giusto di affrontare la lettura, perchè mia moglie ricorda a distanza di tempo tema e stile di un romanzo, mentre il sottoscritto ieri sera ha scoperto dietro gli erripotter un RossMcDonald ( la Bella Addormentata ndr ) di cui non ricordavo i dettagli. E stiamo parlando di un autore che di solito racconta di un adolescente in fuga. O di una moglie in fuga. Le regole son quelle, come dice Il Lercio di Welsh.
Probabilmente il Cormorano sarà sull'e-reader di Crepascola la prossima estate. Vedremo. Io ho ancora bisogno del fruscìo della carta come Crepascolino dello sciabordìo delle onde come colonna sonora x i suoi tentativi di insabbiare la fidaty card di papà.

Anonimo ha detto...

Il secondo mi è parso migliore anche se gli applausi sono del "pubblico" e non miei (ad essere sincero). In certi autori ci "sento" quel qualcosa di "tecnico" in più che un po' mi infastidisce. Come in questo caso. Per il resto mi pare un buon libro.
Fabio