giovedì 25 settembre 2014

un'infanzia irlandese...

«Venivamo giù per la nostra strada. Kevin si fermò a un cancello e col bastone gli mollò un colpo. Era il cancello della signora Quigley, quella stava sempre alla finestra ma non faceva mai niente.
"Quigley!"
"Quigley"
"Quigley Quigley Quigley!"
Liam e Aidan svoltarono per il viottolo di casa loro. Noi non dicemmo una parola; loro neanche. Liam e Aidan non avevano la mamma. La signora O'Connell, così si chiamava, era morta.
"Sarebbe forte, no?" dissi io.
"Sì. Fortissimo", disse Kevin.
Parlavamo del fatto di avere la mamma morta. Sinbad, il mio fratellino, attaccò a piangere. Liam era in classe mia a scuola. Un giorno se la fece nei calzoni - la puzza ci venne addosso come la ventata di calore quando apri lo sportello del forno - e il maestro non fece niente. Non gridò mica, né picchiò la bacchetta sulla cattedra e roba simile. Ci disse di metterci a braccia conserte, con la testa giù, e di dormire; obbedimmo e lui portò Liam fuori di classe. Passò un sacco di tempo prima che il maestro tornasse, e Liam non tornò per nulla.»

Paddy Clarke ha ha ha - Roddy Doyle (Ed. Guanda)

4 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Bella lettura, apprezzai molto il linguaggio e la narrazione ad altezza di fanciullo che Doyle seppe creare, un bel romanzo. Per rimanere su temi e luoghi simili apprezzai ancor di più Le ceneri di Angela di Frank McCourt, più vivo e drammatico pur mantenendo quella visione bambinesca molto divertente.

sartoris ha detto...

Vero caro Firma,
Le ceneri di Angela è un romanzo che solitamente accomunano a questo nelle recensioni... entrambi molto belli :-)

LUIGI BICCO ha detto...

Se paragonate queto libro a Le Ceneri di Angela, c'è da farci un pensierino. Per non tenere conto del fatto, poi, che Doyle è autore di quel capolavoro che è The Commitments, romanzo che ha ispirato quell'altro capolavoro, quello su pellicola di Alan Parker.

sartoris ha detto...

Luigi ma Doyle è assolutamente fantastico, un autore capace di destreggiare con abilità tutto il ventaglio dei toni drammaturgici senza mai dimenticarsi un po' di sana ironia, io lo adoro (ed è uno dei pochi "non americani" che seguo in libreria ad ogni nuova uscita:-)))