giovedì 3 luglio 2014

L'inferno su Thrillermagazine...

Dieci racconti. In Puglia. Prima di tutto il linguaggio, dal dialetto stretto a quello più semplicemente popolare, di sapore forte, tosto, che ci riporta alle origini (al mio paese natio, per esempio, seppure con accenti e articolazioni diverse), inframezzato di spunti ironici e grotteschi per alleviare una materia incandescente. In secondo luogo i personaggi, centrati, calibrati, veri, piantati lì come pioli in un mondo di bestiale violenza, compresa quella sessuale, dove ne fanno le spese soprattutto le donne e i bambini. Pure i lavoratori sfruttati che vincono, talvolta, con la loro superba dignità (vedi Medicina di cui non sapremo mai il vero nome).
Se c’è un apparire fievole di speranza, una piccola luce nel buio dell’esistenza subito viene spenta dallo sputo che arriva da tutte le parti. E non c’è limite, tutto è “oltre”, abnorme, pure nella spiritualità, nel credere a qualcosa che possa portare un po’ di conforto, e la superstizione più nera è lì pronta a ghermirti. Non c’è pianto, né urla in questi racconti da urla e da pianto, al limite un rannicchiarsi su se stessi, uno sguardo “supplice” come di un animale in gabbia. Ogni tanto, dicevo, il pizzicare ironico all’intorno o la forza incisiva di una storia ritagliata in due tratti, come quella del bambino “felice” in una foto che tiene un grosso pesce in mano, e lì vicino l’«oscura autorità paterna» a farci capire l’esito scontato della sua vita.
Fulcro fondamentale le donne. Bambine, giovani, mature, vecchie. Tutte con il loro pesante fardello, a soccorrere, a sopportare, a cercare di uscire dal recinto in cui sono state rinchiuse, a suscitare emozioni e passioni con gli occhi che «trivellano il torace e si agganciano al cuore». Gli uomini a imprecare, picchiare e violentare, sgorbiati in caricatura nella loro ottusa animalità. O a subir botte e violenze quando la natura li ha fatti più deboli e indifesi. E se spunta lieve sentimento consolatorio lo si deve all’apparir di una figura femminile.
Non manca niente in questa maledetta terra del Sud. C’è la rabbia feroce dei cani, c’è il West con le scarrozzate, le sparatorie e il duello finale. C’è il caldo boia e il sole che ti brucia il corpo e l’anima. Può capitare di tutto in questa maledetta terra del Sud. Che un vermone tubolare di cinefila memoria venga a crear casino e che arrivino pure gli alieni e un mostro canino dei baskerville. Può capitare di tutto.
Di sicuro l’inferno.
                                                                                                          (qui l'originale)

10 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Il Grande Fardello, una oscura autorità paterna , gravava con tutto il peso di un Elvis bollito che si lancia sul suo pubblico di Vegas su di una popolaz scarrozzata da casa a casermone sotto il sole che ti brucia il corpo e l'anima. Baska West, una wrestler con la femminilità di un mostro canino che mira alle pudenda, aveva perso una dimensione precipitando dal tetto dell'Inferno, una disco alla moda quando era di moda andare alla disco. Cesara " l'Ombrosa " Tinapicchi era la sbirra + brutta e + brava in servizio. Superstar dei media da quando aveva risolto il caso del Mandurian Candidate
( un sicario, con parapersonalità sovrascritta e cancellata via sms nel momento di agire, infiltrato ad una convention di pulp writers per stecchire chiunque proponesse combos di Mark Twain e Harper Lee e fermato nel momento in cui Lasdale stava x perdere una dimensione ndr ) credeva che il Male si nascondesse sempre dietro un volto cesellato ed un corpo scolpito e si fidava solo di chi era venuto al mondo mentre Madre Natura era ciucca. Si innamorò di Baska e della sua sagoma stigmatizzata dal gesso bianco. Si dichiarò e l'altra non disse nulla. Chi tace acconsente. Gli altri sbirri credevano che l'Ombrosa fosse una combo di Holmes e Grissom, ma Cesara si rivolgeva sempre ad una chiaroveggente dal muso di carlino che trovava sempre l'assassino interpretando le danze di certi vermoni tubolari che allevava. Bleah. Uno sporco lavoro eccetera. Karlina dichiarò che la signorina West era caduta dall'Inferno ed aveva raggiunto il Paradiso perchè stufa di sguazzare nel fango sotto gli occhi di zombies scarrozzati da casa eccetera. Nessuno l'aveva spinta, tutti l'avevano spinta. Cesara uscì dallo studio della professionista e ordinò una retata di proporzioni bibliche. Arrestò chiunque, ovunque, financo i + deboli ed indifesi. Poi non rimase nessun altro e l'Ombrosa decise, con un sorriso, di raggiungere la sua Baska.

Anonimo ha detto...


In effetti ci sarebbero ancora tante cose da dire su questi racconti ma non volevo essere troppo lungagnoso. Mi permetto un consiglio al grande Crepax di diluire nel tempo e accorciare nello spazio le esilaranti bischerate (in senso positivo), perché dai, picchia e mena, non perdano la loro carica di estrosa novità.
Fabio

CREPASCOLO ha detto...

@Fabio, grazie x le estrose novità, ma la modalità crepascolare è roba antica e precede anche il mio esperimento che è nato solo nell'estate del 2008. Fai conto che è la stessa cosa che fa il cliente che entra per la prima volta in quei ristoranti cinesi dove sei seduto davanti ad un nastro che gira e gira e veicola micro porzioni di questo e quello. Il cliente sceglie di provare una portata e non è x nulla affascinato da un'altra, senza contare che ad alcune pietanze concederà solo un morsetto mentre farà il bis di altre.

sartoris ha detto...

@Fabio grazie. Mi unisco al tuo consiglio. Tra l'altro, le notazioni "serie" del grande Crepa mi incuriosiscono e stimolano tanto quanto quelle estrose e "situazioniste", per cui, non lo nego, di tanto in tanto mi ritrovo a sperare che abbia qualcosa di «lineare» da aggiungere ai miei post

@Crepa: sia chiaro l'intento delle parole qui sopra, eh? Nessun invito, veto o censura: qualsiasi tuo intervento è benaccetto e la tua presenza qui, come quella di chiunque, è sempre gradita, in tutte le forme :-)

CREPASCOLO ha detto...

Grazie. Mi rendo conto che la modalità " guido nella nebbia x dirla con Pinketts è pericolosa anche quando a correre sono le dita sulla tastiera: si rischia di esagerare, di uscire di carreggiata o di fare un frontale. Dovrei comperare un pc con il Cruise Control, di quelli
che tentano la Mission: Impossible di rallentare il mio flusso di bischerate.
Per un paio di settimane sarò, in ogni caso, lontano dal computer. La blogosfera tirerà un sospiro di sollievo, temo. Ciao.

sartoris ha detto...

@Crepa, ribadisco la mia totale disponibilità a qualsiasi tuo intervento (io sono comunque un fan della tua modalità "guido nella nebbia", questo deve essere chiaro:-)))))

CREPASCOLO ha detto...

Ancora grazie. Passerò quindici gg a costruire castelli nella sabbia con Crepascolino ed in aria, guardando le nuvolette nel crepuscolo. Buone letture a tutti.

Anonimo ha detto...

Più che "misconosciuta" volevo dire sottovalutata. Scusate.
Fabio

CREPASCOLO ha detto...

Non dipende da me: Crepascola firma gli assegni, decide persino il colore dei miei papillon e quale bermuda - salopette abbinare. Poi si stupisce se sono l'unico portaborse a non fare uno zinzino di carriera.
Domani a quest'ora saremo da qualche parte sulla route 66 a fare l'autostop vestiti da Gormiti - tutto quel lattice come diaframma tra noi e i trentacinque gradi con umidità al novanta x cento: ora capisco come doveva sentirsi il tizio dentro la tuta del primo Godzilla - perchè la mia sposa è convinta che sia il modo giusto x viaggiare x un bimbo che deve formare la sua personale visione del mondo. Forse. L'anno scorso siamo finiti su di un cargo battente bandiera liberiana ed abbiamo truccato tonni x due settimane xchè sembrassero pescati da poco. Crepascolino era felice di poter giocare a " mascherare Nemo da Joker", ma è un cucciolo e x lui tutto è nuovo e divertente. So long.

sartoris ha detto...

«battente bandiera liberiana»!!!!!!! Grande Manuel Fantoni :-))))