mercoledì 12 marzo 2014

santone e magia ai tempi della crisi...

(pubblichiamo un estratto di Santona, racconto a tinte fosche firmato dal titolare del blog per la raccolta Il paese è reale, pubblicata dai tipi della nuova casa editrice Barney e attualmente in libreria.)
Una volta intrufolato all’interno del misterioso andito, Matteo ne restò assai impressionato: poco più grande di uno stanzino degli attrezzi, aveva le pareti soffocate sino al soffitto da file di vasetti scuri dal tappo smerigliato, rigorosamente etichettati, alcuni belli grossi contenenti tenie essiccate, altri appena più piccoli con dentro viscere di bestie messe a mollo nelle spezie. Lamine di luce densa di pulviscolo traversavano danzando le connessure tra le tapparelle dell’unico finestrino, lassù in alto a sinistra.
La santona, minuta e un po’ cionca, se ne stava immobile di là di uno scrittoio smangiato dai tarli, ricolmo di cartacce e talismani. Un remoto scurore le adombrava il viso ossuto, simile a quello di un totem scolpito nell’arenaria.
«Vùi ci siti?», chiese rivolgendoglisi severa, facendo cenno con il mento di accomodarsi sulla sedia coi braccioli che li separava.
Lui non proferì parola, continuando a guardarsi attorno incuriosito.
Insaccò le mani nelle tasche e senza troppo entusiasmo le si appostò dirimpetto. Un grosso crocefisso troneggiava alle spalle della donna, proprio al di sopra della testa irta di capelli dello stesso colore del cotone sporco, strettamente raccolti, tipo un casco di filo zincato.
«Qual’eti lu problema?» insisté la maciàra.
Matteo inarcò leggermente un sopracciglio: un segmento d’inatteso scetticismo giunse a spaccargli a metà i tratti del volto.
«Davvero avete voglia di ascoltare la mia storia?», sbottò, sornione. «Davvero volete che pure io, a quest’ora, e dopo tutte le stronzate che vi siete dovuta sorbire fino a mò, mi metto a fare la recita del poverocristo pronto a pagarvi oro pur di ricevere il vostro preziosissimo fluido?»
La donna ristette muta ad ascoltarlo, imperturbabile. Smosse solo di poco le mani, stese sullo scrittoio. Mani lunghe, conciate di rughe come certe grife di pollaio.
«Ah già, voi non chiedete denaro», proseguì Matteo sempre più irriverente. «Però accettate offerte. A nero. Fior di quattrini, a metterli in fila. Soldi che decine di morti di fame vengono a portarvi di persona ogni giorno privandosi del pane di bocca colla speranza ci facìti lu miracolo. Perché voi una grande santa guaritrice siete, la più potente maciàra della zona…»

Il paese è reale
a cura di Davide Bregola (Ed. Barney/Barbera)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

...ormai ti stai decisamente portando verso la magia e il soprannaturale, vedo ;-)
PIPPO

CREPASCOLO ha detto...

La Versione di Barney Barbera - sempre che quel cavernicolo si fosse messo a comporre un pensiero che non riguardasse il mangiare/dormire/interagire con le femmine della specie - sarebbe stata un libro degno del vecchio Mordecai R. ed il film sarebbe stato diretto da Sergio Rubini, girato con quattro euro e cult istantaneo.
BB sapeva da sempre che Matteo Staisicuro - al di là del modernismo che ostenta - crede che il wi-fi sia una ricetta giappo ed è convinto , da quando era bimbo sulle ginocchia della nonna gitana , che il futuro sia scritto nei fegatelli dei passeri. BB lo ha visto crescere, dismettere i calzoni al ginocchio degli scouts e mettere in ginocchio coloro che stavano tra la sua ambizione e la Poltrona Definitiva. Si dice che, qualche tempo fa, quando Matteo fingeva di essere uno dei tanti sindaci convinti di dover cablare il mondo per fiocinare le idee nelle zucche degli elettori, un avversario avesse corrotto una fatucchiera che di Staisicuro leggeva la mano, ma la versione di Barney è un'altra: Matt avrebbe inviato un calendario per l'anno nuovo tutto istoriato di Buone Novelle al tizio che era seduto in quel momento sulla Poltrona. BB è sicuro che il lunario fosse accompagnato da una fattura: Matteo è contrario ai pagamenti in nero...

CREPASCOLO ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
sartoris ha detto...

@Pippo: il soprannaturale ha sempre fatto capolino nei miei scritti. Certo, è la deriva grottesca che esso implica al sud che mi affascina ;-)

@Crepa: non so mai bene come rispondere ai tuoi commenti «creativi», ma sono lieto che ti abbiano inventato ;-)

LUIGI BICCO ha detto...

Mi piace. Molto. La tua prosa, come al solito, è stile. E quando scrivi nel tuo dialetto, per quanto non sia di certo il mio, sento sempre una certa familiarità (ma tu sai perché).

La "confezione" del libro mi piace di meno, ma tant'è...

Ma le edizioni Barney cosa sono? Una sotto etichetta di Barbera? Mi sembra di aver capito che non esiste un sito web.

sartoris ha detto...

Ehila Bicco. Barney è un progetto in divenire della Barbera, certo. Trovi sul sito della casa madre qualche informazione ma al momento le pagine dedicate sono under costruction (^-^)