Se son baci e abbracci l’Autore di qualsiasi sesso va in brodo di giuggiole. Lo abbiamo visto nella satiretta dedicata agli sbaciucchiamenti fra chi scrive e chi legge. Peggio di due amanti in calore. Se la critica è leggera e limitata a qualche rilievo in qua e là la cosa può ancora andare. Ovvio che non si può piacere a tutti, ognuno la vede a modo suo e comunque il fatto che il libro sia stato letto da una persona così attenta e precisa ai dettagli non può che essere fonte di soddisfazione. E si ringrazia pure.
Se la critica si fa più pesante ed estesa allora incominciano i guai. Per il recensore, s’intende. Insomma la critica va bene ma fino ad un certo punto. Non si può leggere un libro con tanta evidente superficialità. Lì non si è capito il senso ironico della frase, là è stato travisato l’aspetto psicologico del problema, da quella parte è stato sottovalutato appieno il valore estrinseco (c’è sempre un valore estrinseco in ogni libro che si rispetti) della situazione, da quell’altra, invece, il valore intrinseco (c’è sempre un valore intrinseco ecc…). Insomma si è preso fischi per fiaschi. Prima di scrivere sarebbe bene riflettere. E riflettere bene su cosa si scrive.
Se la critica negativa è sostanziosa apriti cielo! Non solo non si è capito un cavolo di niente ma siamo pure in malafede. Per qualche oscuro motivo il recensore ce l’ha con l’Autore o quantomeno con qualcuno della sua famiglia. Come il lupo nella favola di Fedro. Lo dimostrano le numerose attestazioni di stima di pregiati e illustri (nonché onorati) autori, il numero delle copie vendute (siamo già a diverse migliaia) e il pronto nuovo contratto per la traduzione all’estero. Basta solo la firma (Esempio eclatante proprio l’intervento in questo blog di Giovanni Cocco a difesa del suo libro Ombre sul lago dal sottoscritto valutato nemmeno negativamente con “Buona lettura senza urletti di gioia”).
Se la critica è una stroncatura vera e propria allora l’Autore diventa furioso. Si lascia da parte il registro espressivo più o meno civile, ma anche piuttosto sciapo e senza sugo di nulla, e si passa a quello più colorito del popolo che non dà luogo a dubbi di sorta. Il recensore è un buzzurro pagato da qualcuno, scrive di merda ed è pure comunista (queste l’ho lette davvero).
Come ho sempre detto non conviene legge’ né scrive’. Meglio sarebbe lascia’ da parte penna e calamaio e anda’ tutti a lavora’ ne’ ‘ampi, a raccatta’ la spazzatura o a tira’ le seghe a’ piccioni mentre volano. Ma nessuno mi dà retta.
[Fabio Lotti]
[Fabio Lotti]
5 commenti:
Roba che ogni volta che fai notare all'Autore che ha scritto una stupidata o "cuore" con la "q", ti tira il dizionario intesta e ti dice di smetterla di fare la maestrina...
basti pensare, come ha detto ieri giustamente Nicola Savino a DeeJay Chiama Italia, che magari uno scrittore se la prende e sta male tutto il giorno per una critica velenosa su un blog e poi quello che l'ha scritta è un nerd che vive ancora con la mamma e che spento il PC va a giocare col Nintendo ;-)))
Naturalmente la satira o pseudosatira (riferita eventualmente alla mia) si fa anche sulle recensioni e sui recensori come si vedrà tra un po' (sempre Omar permettendo). E io, nella doppia veste, me le becco tutte e due... :-)
Fabio
Che cosa hai contro quelli che giocano al Nintendo? :-P
(ma, a parte questo, se una critica è velenosa ma ingiusta ti fa star male ma dentro di te io credo tu sappia, appunto, che è ingiusta e si può controbattere; se una critica indica una vera mancanza, ti fa stare ugualmente male, ma dovrebbe impedire la reazione inconsulta)
@Annalisa: io niente contro il Nintendo, ovvio, era Nicola Savino che ha fatto questo esempio in radio (ma il concetto l'hai capito bene, dai, e so che lo condividi pienamente ;-)))))
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