martedì 30 ottobre 2012

con il ritmo nel sangue (scozzese)...

I capitoli, energici e serrati, alternano senza soluzione di continuità il punto di vista in soggettiva: da una parte siamo nella testa di Cobb, inglese di Newcastle, dall'altra in quella di Farrell, irlandese di Galway: due ex-commilitoni ridotti dalle circostanze a rubacchiare qui e là e a vivere di espedienti non sempre legali. Si ritrovano un bel dì ad avere a che fare con un criminale vero, cazzutissimo e pure un po’ psicopatico, tale Frank O’ Brian, un tizio appena uscito di galera e deciso a consumare la sua vendetta a furor di piombo.
Se siete alla ricerca di storie aggressive che non danno il tempo di rifiatare, il romanzo I lupi dello scozzese Ray Banks (vetraio, cantante ai matrimoni e croupier prima di fare lo scrittore) sono carne per il vostro palato: la storia si apre infatti con il doloroso risveglio di Farrell e la scoperta che la sua donna Nora lo ha fregato rubandogli un bel po' di «bamba» più una giacca di pelle (dall'inestimabile valore sentimentale) nonché ventimila sterline: al loro posto solo un secco invito a non seguirla vergato su un biglietto. Il volenteroso Farrell si guarderà naturalmente bene dall'obbedire al diktat, lasciando in fretta e furia la città per fiondarsi a Newcastle, dove assieme al suo vecchio compagno cercherà di riacchiappare il suo amore (nonché il bottino al seguito). Ma ciò darà l'avvio a un rocambolesco turbine di colpi di scena che tra risse, sparatorie, umorismo spaccone e torture estreme metterà a dura prova l'amicizia virile tra i due protagonisti.
Pubblicato dalla collana Revolver (e tradotto da Marco Piva Dittrich), Ray Banks è uno dei pesi massimi del cosiddetto «tartan noir», filone che stravolge l'assunto manicheo della figura eroica all'interno di un romanzo di genere preferendo mostrare senza infingimenti un universo costellato di caratteri corrosi dalle peggiori abiezioni. Fra gli esponenti principali di questa vera e propria "nuova onda" estrema e scoppiettante ricordiamo William McIlvaney, Val McDermid ma anche Russel D. Mc Lean e Allan Guthrie (pubblicati di recente proprio da Revolver Edizioni). I lupi è un libro che non può non divertire gli appassionati: per l’uso disinvolto dello slang - che il traduttore rende con efficacia a partire dal titolo originale Wolf Tickets che, come riporta la nota in apertura, si rifà o al gergo dei neri di Baltimora o a quello ferroviario dell’inizio del secolo - ma anche e soprattutto per il ritmo burrascoso e la scrittura fluida, qualità che hanno fatto meritare a Banks numerosi premi internazionali (lo  Spinetingler Award tra tutti). L'autore conosce infatti molto bene il mestiere e sa perfettamente come catturare l’attenzione del lettore; ma è il suo crudo linguaggio la vera cigliegina sulla torta: una voce in grado di restituirci magnificamente la parlata di tutto un sottobosco criminale delle U.K.
 Stile incalzante e adrenalinico, un ibrido tra la follia lucida di Palaniuk e l'acidità del miglior Irvine Welsh. Ottimo!

I Lupi di Ray Banks, (BD - collana Revolver)

4 commenti:

Claudio ha detto...

Che spettacolo questa Revolver Edizioni! Da poco meno di un anno, stanno "sfornando" titoli davvero sorprendenti. Davvero una bella realtà.
p.s. mi sono permesso di segnalare la tua bella recensione odierna a Matteo Strukul su facebook, che ti ringrazia pubblicamente.

sartoris ha detto...

@Grazie Claudio (e grazie al buon Matteo Strukul, naturalmente;-)

Anonimo ha detto...

Diciamo che se il libro rispecchia anche un decimo della presentazione lo prendo... :-)
Fabio

sartoris ha detto...

@Fabio, dipende da quanto ti piace il "tartan-noir" ;-)