mercoledì 20 giugno 2012

Louisiana torrido blues

(Cronache Letterarie procede con la riproposizione di alcuni vecchi post di questo blog. Oggi tocca a un pezzo su uno dei più bei romanzi di quel monumento del southern-thriller che è James Lee Burke).
È come un tradizionale piatto cajun (un gumbo molto piccante quindi), questo ennesimo parto della penna di James Lee Burke, affascinante cantore della «old» Louisiana e pluripremiato scrittore di gialli torridi e sanguigni (mai come per questo autore la definizione è più che riduttiva, ma la si usa per convenzione). Prima che l'uragano arrivi è un libro zeppo di mafia, stupri e droga, e naturalmente tanta, tanta Louisiana (coccodrilli, bayou, procioni, macchine scassate, paludi, tramonti mozzafiato e afa). Il vecchio Dave Robicheaux - detective duro, disincantato, ex alcolista e fondamentalmente romantico, nella migliore tradizione del genere - dichiara a più riprese di non sapere come risolvere l'intricatissima indagine e, se non si arrende, è solo per riconoscenza verso il proprio mondo, un luogo in cui nolente o volente gli è toccato di vivere. Avvolto dalla consueta patina di florida decadenza (morale oltre che fisica) il mondo letterario di Burke ti incatena alle pagine portandoti a spasso nei luoghi oscuri dell'animo umano, seducendoti coi sapori speziati di un ambiente esotico e in fondo simile a tanti Sud del mondo (succede grossomodo così anche per il Texas di Joe R. Lansdale). [continua qui]

5 commenti:

Dario pm Geraci ha detto...

Questo blog è conme una casa. Sai sempre che c'è qualcosa di famigliare ad attenderti.

Detto questo, sono sempre più convinto che tra tutti gli epigoni dei detective hard-boiled di Chandler e Hammmet, quello di Burke sia la naturale evoluzione. Non riesco a trovare un personasggio della statura di Robicheaux in nessun altro autore coevo a Burke.
Forse solo Crumley l'aveva eguagliato. Su Reasoner purtroppo non abbiamo che "texas wind" sul quale basarci - certo, non poco - ma non abbastanza per dichiararlo alla pari.

DpmG

Annalisa ha detto...

[OT] Perché questo mi ricorda di colpo un Tommy Lee Jones che vaga tra paludi, campi d'erbacce, macchine scassate e così via?
Aiuto, che film è?

Alex ha detto...

L'occhio del ciclone - In the electric mist di Tavernier tratto da James Lee Burke:-)

Sempre su Burke una golosità scovata nei miei vagabondaggi in rete:

James Lee Burke's Top Ten List

1. The Sound and the Fury by William Faulkner (1929).

2. Dubliners by James Joyce (1916).

3. For Whom the Bell Tolls by Ernest Hemingway (1940).

4. All the King’s Men by Robert Penn Warren (1946).

5. The stories of Flannery O’Connor (1925–64).

6. The stories of Andre Dubus (1936–99).

7. Mildred Pierce by James M. Cain (1941).

8. The Big Sky by A. B. Guthrie, Jr. (1947).

9. The Moon and Sixpence by W. Somerset Maugham (1919).

10. The Great Gatsby by F. Scott Fitzgerald (1925).

Gigistar ha detto...

@Dario:
secondo me anche Harry Bosch di Connelly può avvicinarsi come spessore.

@Annalisa:
ci ha provato anche Alec Baldwin ma mi sa troppo bovinide rispetto al più azzeccato TLJ.

@ Alex:
mmm... mi sa che nello spazio libri dell'esselunga non troverebbe niente, eh?

sartoris ha detto...

@Dario: quaggiù Burke è una colonna (ne parlammo parecchio sul blog Pegasus, ricordi? e anche col tuo sodale, il mitico Luca Conti, quando ci incontrammo a Padova non potemmo fare a meno di tornare sul fatto che uno come lui in italia non si riesce a farlo diventare best-seller) (forse è meglio così, inorridisco all'idea di trovarlo all'esselunga;-)

@annalisa: ne parlammo proprio di questo periodo l'anno scorso: http://omardimonopoli.blogspot.it/2011/07/parole-e-fotogrammi-per-un-agosto-come.html

@Alex: quella top ten è anche la mia, miticissima;-)))

@Gigistar: Baldwin non mi dispiacque, se de vo dirla tutta, nelle vesti di Roubichaux, ne parlai a tempo debito: http://omardimonopoli.blogspot.it/2010/10/quando-baldwin-era-un-cajun.html