mercoledì 15 febbraio 2012

il carcere esistenziale di Cheever

Falconer è il nome del penitenziario in cui finisce Ferragut, un professore fratricida e tossicomane. Costruito a blocchi - come l'edificio di un carcere - con una prosa esatta, stilisticamente ineccepibile quanto straziante, questo breve e straordinario romanzo, opera di John Cheever (autore di culto a stelle e strisce cui Raymond Carver, pare, guardasse con venerazione maestrale), racconta la discesa agli inferi e la redenzione di un uomo colto nel pieno della sua deriva. Scene memorabili, che trapanano il cervello incistandosi in chi legge, si susseguono con implacabile crudezza: la rivolta, lo sterminio dei gatti, il secondo colloquio con la moglie, la stesura delle tre lettere sul lenzuolo inamidato della cella d'isolamento, il viaggio col cadavere, la costruzione della radio barocca, la penna che intrude la cavità anale. E quando si chiude il libro il dolore del protagonista ci appartiene, è nostro, ce lo portiamo dentro senza possibilità di oblio. Nato a Quincy, Massachusetts, nel 1912. John Cheever è artefice di sette raccolte di racconti e di cinque romanzi. Con il suo primo romanzo, The Wapshot Chronicle, vince nel 1958 il National Book Award. Nel 1965 riceve la Howells Medal per la Fiction dalla National Academy of Arts and Letters e nel 1978 vince il National Book Circle Award e il premio Pulitzer con la sua raccolta di racconti The story of John Cheever. Poco prima della morte, nel 1982, viene insignito della National Medal per la Letteratura. Unico e immenso.

Falconer - John Cheever (FandangoLibri)

4 commenti:

Annalisa ha detto...

Cheever scoperto per caso a Torino, anni fa, grazie alle belle copertine della Fandango. Anch'io guardo a lui con venerazione.

sartoris ha detto...

È vero, le copertine Fandango di quel periodo erano magnifiche, credo fossero tutte di Toccafondo, artista magistrale che ha disegnato pure la famosa sigletta dei film prodotti da Procacci...

Annalisa ha detto...

Lui! Quello che ha disegnato le pluricopertine per Baricco di "Questa è la storia" e le belle copertine per Maurizio de Giovanni (che adesso la Fandango ha sostituito con foto in bianco e nero...:-( )

sartoris ha detto...

@Annalisa, se ti fai un giro in rete ci sono moltissime sue opere: è bravissimo!!! :-)