giovedì 5 gennaio 2012

acque misteriose...

Una fotografa (Catherine McCormack) realizza un servizio su alcune isole sperdute dove, nell'anno del Signore 1873, accaddero fatti orribili: due donne crudelmente assassinate, un uomo impiccato forse ingiustamente per lo stesso delitto. Sullo yacht, il marito della donna (Sean Penn), poeta stremato dall'alcol, flirta con Liz Hurley, fidanzata provocante del fratello che lo guarda con concupiscenza. Verità celate riemergono lente tra furori e gelosie per venire obliate con maestria, e storie mai veramente dimenticate tornano al pettine prima d'inabissarsi, magari per sempre. Il film del 2000 diretto dalla brava Kathryn Bigelow corre su un duplice binario, con le tranches ottocentesche che si accavallano a quelle contemporanee senza parallelismi manifesti: ma la unicità del film è in fondo tutta in questo scarto. Ferma in mezzo all'oceano, progressivamente dimentica di qualsiasi senso del tempo, Jean mostra di non saper vivere il presente rifugiandosi nel passato, ma la vita, implacabile, giunge a chiederle il conto per mezzo d'un violento raptus che in pochi istanti cambia ogni cosa per sempre. 
Denso, intricato, obiettivamente pretenzioso ma anche in grado di mettere in scena una poesia bella e famosa con rara discrezione, Il Mistero dell’Acqua è un film che concentra l'attenzione dello spettatore e la sorprende con improvvisi ribaltamentti. La cineasta californiana è destra nell'intorpidire le acque, dilatando oltremodo il troncone ottocentesco e comprimendo in maniera brutale quello contemporaneo, riportando quindi sulla pellicola quel moto ondoso che, come avveniva nel suo primo (inimitabile) successo Point Break, è culla e tomba del destino. Le due parti di alternano integrandosi: a volte il meccanismo narrativo fluisce con naturalezza grazie anche alla bravura degli attori (a Sean Penn bastano pochi sguardi per dire tutto); altre volte l'alternanza vacilla un po' forzosa, forse troppo gettonata. Film singolare, ingiustamente sottovalutato ma sicuramente interessante, con una sua forza.

8 commenti:

Alex ha detto...

Grande Omar! Riesumi certe salme cinematografiche...:-)

Anonimo ha detto...

Essi', la fine delle feste porta gli zombi a camminare sulla terra :-)

Sartoris by Mobile

Annalisa ha detto...

Come sempre, leggo una riga sì e tre no, perché non voglio sapere nulla di troppo preciso. Epperò, anche così hai fatto venire voglia di vederlo. Che a vedere la faccetta di Sean Penn dovrebbe essere un film intorno girato anch'esso intorno al 1873, giusto?

(verifica parola: calmat, che è tutto un programma, per me)

sartoris ha detto...

@Annalisa: mi piacciono questa tue vicende con le verifiche delle parole, ormai fanno storia a sé :-)

(Penn sempre cool, assolutamente, anche nel 1873)

Silvia ha detto...

Il mistero dell’acqua è tratto dal romanzo di Anita Shreve “Il peso dell’acqua” ? La trama mi sembra di riconoscerla.
In un periodo di magra mia nonna mi aveva prestato il libro e anche una specie di prequel dal titolo “Dopo una parola” dove il protagonista è sempre Tom ( credo interpretato da Sean Penn) e non mi era piaciuto granchè…però il soggetto si presta, effettivamente, ad un adattamento cinematografico e la regista non è male…se poi c’è il grandissimo S.Penn non si può ignorare!

Alex ha detto...

Brava Silvia! Risposta esatta. Scusa ma è scattato il giovane libraio che è in me:-)

A proposito, che ci dici di 22/11/'63?

Silvia ha detto...

@ Alex

22/11/63 :
E' un thriller, una storia d’amore, d’azione, di fantascienza…
Niente di originale, complessivamente, però il suo approccio con il tema viaggio nel tempo, per quanto scientificamente sgangherato, mi ha coinvolta molto.
Inizio ipnotico, un po’ di calo di tensione -causa lungaggini varie- nella parte centrale- e un finale inaspettato.
Bella l’ambientazione , molto godibile la storia e NON è il romanzo più intenzionalmente politico di King ( come afferma Wu Ming 1). La traduzione non mi è dispiaciuta.

Che bel lavoro il tuo : ti invidio :-)))

Anonimo ha detto...

Mah, King ce l'ha spesso, 'sta storia delle lungaggini innestate magari su intuizioni geniali. Qualche volta penso che non lo editino perche' e' il Re pero' magari si dovrebbe!

Sartoris by Mobile