martedì 21 ottobre 2014

...immenso Verga

«Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, come tornò da fare il soldato, ogni domenica si pavoneggiava in piazza coll'uniforme da bersagliere e il berretto rosso, che sembrava quella della buona ventura, quando mette su banco colla gabbia dei canarini. Le ragazze se lo rubavano cogli occhi, mentre andavano a messa col naso dentro la mantellina, e i monelli gli ronzavano attorno come le mosche. Egli aveva portato anche una pipa col re a cavallo che pareva vivo, e accendeva gli zolfanelli sul dietro dei calzoni, levando la gamba, come se desse una pedata.
Ma con tutto ciò Lola di massaro Angelo non si era fatta vedere né alla messa, né sul ballatoio, ché si era fatta sposa con uno di Licodia, il quale faceva il carrettiere e aveva quattro muli di Sortino in stalla. Dapprima Turiddu come lo seppe, santo diavolone! voleva trargli fuori le budella della pancia, voleva trargli, a quel di Licodia! Però non ne fece nulla, e si sfogò coll'andare a cantare tutte le canzoni di sdegno che sapeva sotto la finestra della bella.
- Che non ha nulla da fare Turiddu della gnà Nunzia, - dicevano i vicini, - che passa la notte a cantare come una passera solitaria?
Finalmente s'imbatté in Lola che tornava dal viaggio alla Madonna del Pericolo, e al vederlo, non si fece né bianca né rossa quasi non fosse stato fatto suo.
- Beato chi vi vede! - le disse. - Oh, compare Turiddu, me l'avevano detto che siete tornato al primo del mese. - A me mi hanno detto delle altre cose ancora! - rispose lui. - Che è vero che vi maritate con compare Alfio, il carrettiere? - Se c'è la volontà di Dio! - rispose Lola tirandosi sul mento
le due cocche del fazzoletto. - La volontà di Dio la fate col tira e molla come vi torna conto! E la volontà di Dio fu che dovevo tornare da tanto lontano per trovare ste belle notizie, gnà Lola! - Il poveraccio tentava di fare ancora il bravo, ma la voce gli si era fatta roca; ed egli andava dietro alla ragazza dondolandosi colla nappa del berretto che gli ballava di qua e di là sulle spalle. A lei, in coscienza, rincresceva di vederlo così col viso lungo, però non aveva cuore di lusingarlo con belle parole.
- Sentite, compare Turiddu, - gli disse alfine, - lasciatemi raggiungere le mie compagne. Che direbbero in paese se mi vedessero con voi?...
- È giusto, - rispose Turiddu; - ora che sposate compare Alfio, che ci ha quattro muli in stalla, non bisogna farla chiacchierare la gente. Mia madre invece, poveretta, la dovette vendere la nostra mula baia, e quel pezzetto di vigna sullo stradone, nel tempo ch'ero soldato. Passò quel tempo che Berta filava, e voi non ci pensate più al tempo in cui ci parlavamo dalla finestra sul cortile, e mi regalaste quel fazzoletto, prima d'andarmene, che Dio sa quante lacrime ci ho pianto dentro nell'andar via lontano tanto che si perdeva persino il nome del nostro paese. Ora addio, gnà Lola, facemu cuntu ca chioppi e scampau, e la nostra amicizia finiu».

Cavalleria Rusticana
in Vita dei Campi - Giovanni Verga (Ed. varie)

3 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Al di là del grande Verga, devo ammettere che le edizioni Mammut della Newton Compton sono una "grande" roba che a me hanno sempre instillato un forte e combattuto sentimento di amore/odio.
Se è vero che in un solo corposo blocco ti ritrovi a portata di mano la notevole bibliografia di questo o quell'autore, c'è anche da dire che:
A - Sono tremendamente scomodi da leggere a letto :)
B - La veste grafica, ahimé, non esprime minimamente quella certa dovuta magnificenza che un "oggetto" del genere dovrebbe invece sprigionare da ogni punto.

Questo, mi rendo conto, giusto per fare i difficili, perché tra gli ultimi titoli in produzione (QUI) son presenti gioiellini niente male davvero.

sartoris ha detto...

caro mio, non solo sospettavo che avresti fatto un commento di questo genere (ti conosco, mascherina:-)(e convengo) ma ti dirò che io nutro questo sentimento ambivalente per l'intero corpus Newton & Compton (e non da adesso: devo alle loro edizioni economiche degli anno '90 il mio amore per molti classici che a scuola avevo snobbato, ma devo a loro anche qualche non indifferente perdita di diottria:-)

LUIGI BICCO ha detto...

Eccicapiamo bene, cica ;)
Anch'io sono affezionato alla NC che era, quella dei libri a 1000 sui quali sono praticamente diventato cieco o alla collana dei Fantastici Economici, una manna dal cielo all'epoca. Ma anche ai classici più corposi a 2000 lire con quel giallino in copertina.
La NC di oggi è tanto diversa, a ben vedere. Non che non abbia provato a dire di nuovo la sua in tal senso (ne avevamo già parlato qui), ma non è andata altrettanto bene, mi sa.

Per tutto il resto della produzione, però, sposo in pieno il tuo pensiero espresso nel commento in quel post.