giovedì 10 aprile 2014

stravolti, cinici e vincenti in balia dell'orso...

Instancabili nel loro nasometrico sondare nomi e tendenze di eccellenza nel variegato panorama noir di matrice anglo-americana (con succulente capatine anche in quello italiano e francese), la vecchia Meridiano Zero scovò qualche tempo fa una chicca per intenditori che la nuova gestione della casa editrice prontamente ha ristampato nelle sue collane graficamente accattivanti: si tratta di tal Mykle Hansen, scrittore di Portland, Oregon, tra gli inventori della cosiddetta «bizzarro-fiction», una sorta di straordinaria mescolanza di commedia tragica e surrealtà condita da sotterranee venature di grottesco.
Aiuto, un orso mi sta mangiando! è un romanzo breve e feroce, a tratti strampalato, di sicuro assai caustico: racconta la vicenda di Marv Pushkin, «Responsabile della Comunicazione Creativa, Condottiero Aziendale, Leader di Uomini, Conquistatore di Femmine, abbonato di Esquire», un creativo manager che ha messo in formalina l'anima per lasciarsi alle spalle qualsiasi traccia di tenerezza o sentimentalismo. Reso cinico dal consumismo esasperato, dalla miriade di comfort che la nostra società elargisce in maniera esponenziale (in primis gli psicofarmaci, baluardo legalizzato della felicità chimica contemporanea), Marv è uno scorrettissimo, sfegatato arrivista che considera il suo prossimo alla stregua di un numero da contabilizzare e sfruttare nelle campagne di marketing, oppure semplicemente qualcuno da subordinare - anche sessualmente, in caso si tratti di bella gnocca! Un bel dì, quest'essere repellente organizza una caccia all’orso in Alaska, certo che questo servirà a compattare la sua squadra lavorativa per renderla ancora più vincente, ancora più imbattibile. Il massimo. Ma le cose, come scopriamo già in apertura del libro, prenderanno una piega piuttosto imprevista. Immobilizzato sotto il suo imponente SUV a causa d'un crik difettoso, il protagonista si ritrova bloccato al terreno. Ma questo non è l'unico inghippo. Attorno al veicolo che lo tiene inchiodato si aggira un grosso plantigrado, un bell'orsone bianco che ha deciso di utilizzarlo come integratore proteico per la sua dieta ed ha iniziato a nutrirsi con l’unica parte che al momento riesce a raggiungere: i piedi. Maneggiando siffatte coordinate, l'autore statunitense - scrittore, performer e musicista, dicono le note biografiche - dà vita ad un romanzo satirico davvero tagliente, un’opera che, attraverso l'uso calibrato quanto sottilissimo dell'ironia, sfregia ad unghiate il cuore del Sogno Americano, svelando la pochezza e la bruttura (se ancora ce ne fosse bisogno) che soggiacciono alla pulsione malata che regola ogni architettura sociale odierna: arricchirsi, svettare sugli altri, vincere ad ogni costo: una prospettiva che ci viene inoculata sin da bambini grazie alle vetrine colorate, i cellulari sempre più high-tech, le macchine veloci, i vestiti più cool. Qualcosa che ci sta facendo impazzire tutti. Bello, rapido e spassoso. Con uno spunto riflessivo importante. Che altro chiedere, da un romanzo così?

Aiuto, un orso mi sta mangiando!
Mykle Hansen (Ed. Meridiano Zero)

4 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Mi ricorda molto Paasilinna. E un po' anche Donald Antrim. Però loro sono due geni :)

P.S.: E sono in vena di segnalazioni di un certo tipo. Questo lo sapevi? Per caso conosci quel romanzo?

sartoris ha detto...

@Luigi no non lo sapevo e sono curioso e grato alla Cosmo (oh, 'sti bolognesi son bravi!!!:-)

(e grazie anche a te per la vista perennemente allerta;-)

CREPASCOLO ha detto...

Napo Orso Capo vede in tv uno show in cui Bill Murray dice, con la stessa voce con cui poco prima Letterman parlava dei parassiti nel toupet di Trump, che Zio Paperone è DAVVERO ricco . NOC non ha mai percepito uno straccio di royalty, nemmeno quando lo jive che masticava nei cartoons cominciava a fare breccia tra il pubblico teen. Esce dalla sua caverna e mette in moto la sua psichobike. Rotta x il parco in cui lavora Yoghi. Discutono dal crepuscolo all'alba. Beccano Bubu che li spia e gli fanno confessare di essere un soffia di Cinelandia. Lo arrostiscono e lo assumono in modica quantità perchè hanno ancora tante miglia da percorrere, come diceva il tale. Seguono la route 666 - l'intenzione è quella di raggiungere il Rick's Cafè, mettersi in società con Bogey e mettere in scena uno show burlesque con plantigradi intonati che cantano la roba di Satchmo come farebbe Caparezza - ma finiscono la psychobenza dalle parti della città tra le nuvole di Lando Calrissian. Si mettono a meditare per ritornare connessi con la Forza e rimettere in moto il loro sogno quando il Millennium Falcon atterra sulle loro pellicce, piallandole. Da lontano sembravano due cespugli. Chewbecca scende a vedere cosa grippa le ruote del carrello e trova le due bestiole hannabarberiche. Han Solo fa una delle sue battuttacce sul fatto che con Braccobaldo non sarebbe successo e Chewbe - che ha il poster di Napo nella sua stanzetta e lo sogna in tenuta da schiava come la principessa Leia - ringhia alla luna e disintegra il suo pard con il fulminatore: Guinness diceva che era erratico ed impreciso, ma a distanza ravvicinata vale una spada laser. Ha fatto bene. Era da stendere comunque prima del quarto Indiana Jones.

sartoris ha detto...

@Crepa, prima o poi ci rivelerai da quale pusher ti fornisci, promesso eh? ;-))