giovedì 20 marzo 2014

l'essenziale è vivere...

Si comincia con un'impressionante inquadratura dall'alto dell'arido deserto afgano. Il poderoso roteare delle pale di un elicottero militare cadenza l'afflato epico della scena, un afflato che caratterizzerà l'intero srotolarsi degli eventi successivi. A terra ci sono tre soldati americani che cercano di stanare un presunto talebano. Costui, dopo essersi difeso con un bazooka - uccidendo senza piatà i tre militi - ed essere sgattaiolato fuori dal suo catacombale nascondiglio, viene ferito, catturato e portato in un centro di reclusione in Europa. Incapace di reagire all'interrogatorio poiché reso sordo dall'esplosione che lo ha fermato, viene sottoposto alla tortura del waterboarding per essere infine trasportato in un altro carcere, ma l'auto-veicolo in cui alloggia assieme ad altri prigionieri subisce un incidente cosicché l'uomo riesce a fuggire. Ritrovatosi in mezzo alla neve, braccato dalla fame, dal freddo e dai soldati, la sua lotta per la sopravvivenza assumerà connotazioni metafisiche.
Maestoso film panico dalle apparenti fattezze action-politiche, Essential Killing (2010) è l'ultimo parto del leggendario regista Jerzy Skolimowski (pittore, poeta, amico fraterno di Roman Polanski) ed è una stupenda immersione nella (essenziale, appunto) battaglia per la vita di un essere umano. Con un Vincent Gallo mai così in parte (e per l'interpretazione si meritò infatti la Coppa Volpi al Festival di Venezia) nel ruolo del terrorista islamico (con quella faccia l'attore potrebbe tranquillamente passare per un arabo, un indiano, un pellerossa e chi più ne ha più ne metta) il film trova la sua estrema sintesi nella perdita di ogni riferimento, nello sfuocare progressivo delle ragioni di un conflitto che perdura da forse troppo tempo per conservare intatta, nel guerriero, la lucidità. E così il suo orizzonte si fa sempre più traballante, confuso, assume la forma di un'allucinazione in cui la devozione ad Allah si fonde nel desiderio per un corpo nascosto da un burqa.
Il regista ha dichiarato che il suo amore per il cinema sembrava da anni ormai affievolito: un giorno in macchina gli capitò di finire fuoristrada nella neve a causa del passaggio di un cervo, in Polonia, sua terra madre. E davanti al senso d'improvviso terrore, alla sensazione di spaesante solitudine in cui si trovò catapultato, Skolimowski capì di avere una storia tra le mani. Imbracciata ancora una volta la cinecamera, il suo terrorista sperduto (folgorante l'immagine del bianco manto della neve sporcato dalle impronte sbilenche del fuggiasco sanguinante) mette magnificamente in scena la lotta contro un deserto che è soprattutto interiore. Gallo è bravissimo nel farsi volto e corpo, istinto animale, fatica fisica, regalando alla vicenda la giusta allure ferina. Quasi pressoché muto, Essential Killing parte come un film di denuncia per poi virare verso una dimensione più primordiale, imboccando una prospettiva (molto western-esistenziale: il finale su uno stallone imbrattato di sangue potrebbe essere stato girato da un Sidney Pollak in stato di grazia) che scandaglia la scabra essenzialità della dicotomia vita-morte.
Bel ruolo - breve ma intenso - per Emmanuelle Seigner, ex-fatalona del cinema d'oltralpe che qui indossa i panni di una donna muta, l'unica a prendersi cura di Vincent Gallo ormai morente (un sordo e un muto che si regalano sostegno sulla scorta solo degli sguardi, se questo non è un magnifico, essenziale simbolismo!). S(tr)aziante.

4 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Sydney Pollack. La C ( per tacere della prima ipsilon ) ha una sua importanza e storia che evidentemente sei tra i pochia conoscere e che io, per gli altri, sintetizzo: Syd ha iniziato come attore ( ottimo caratterista, la faccia sorniona, in Tootsie per esempio ) e ha cercato per anni di convincere i produttori di essere il fratello del comico Kevin Pollak ( I Soliti Sospetti, Codice d'Onore ). Quando Kev lo scoprì -colpa di quella bocca larga di Castoro Cruise - non la prese benissimo e minacciò di fare a strisce il regista del Condor che, atterrito, si travestì da donna - diciamo non proprio uno stacco di figliola - e si diede alla macchia dopo esser rientrato nel convitto per registi squattrinati in cui viveva e aver scoperto il cadavere di Vincent Gallo.
In realtà Vince non era morto, ma stava solo meditando sulla possibilità di fare un film su di un regista squattrinato che scrive un soggetto su di un western crepuscolare sulla fronte di Christina Ricci ( idee parzialmente confluite poi nel suo Buffalo '66 ndr ).
Syd è da qualche parte ancora oggi nei panni di una ritalevimontalcini,ma Cinelandia preferisce pensare che abbia raggiunto Alex Magno e tutte le altre leggende che non sono riuscite a raggiungere un fiume ed a perdersi nell'infinito. Kev fa paura. Parlo di Pollak, non di Spacey. Sarebbe stato un Keyser Söze perfetto, ma Bryan Singer temeva di traumatizzare il pubblico. Brr.

CREPASCOLO ha detto...

Tina Ricci e Thora Birch stanno posando nello studio di Mark Ryden quando entra trafelato Vince Gallo ancora travestito da presunto talebano. Vince ignora le ragazze - ma come fa ? io non potrei - e si lancia verso una cassapanca coperta di coperte indiane da cui estrae Sydney Polla(c)k ! Gallo lo sta cercando da mesi perchè intende citare gli ultimi minuti del Condor con Redford che resta con il dubbio che la verità sarà pubblicata dai media nel suo film sulla possibilità che il waterboarding diventi una specialità olimpica. Syd non fa in tempo a dire nulla prima che un terzo occhio appaia sulla sua fronte sorniona. Kev Keyser non perdona. Tra l'altro ufficialmente il suo alibi consiste nelle prove pomeridiane per il Late Show con Letterman. Anche Dave non ha il coraggio di negargli un favore. E stiamo parlando di un tizio che prende per i fondelli presidenti USA! So goes life.

sartoris ha detto...

@crepa la tua ricostruzione ha una falla: anche la Montalcini é passata a miglior vita e quindi con lei il Pollack da te (e me) evocato (^-^)

CREPASCOLO ha detto...

Tutto quello che produco ha una falla, come direbbe il commander
S(c)kettino.