(A partire dal 15 marzo sarà disponibile il primo libro edito da Citofonare Interno 7. Si tratta di un’antologia che ha come titolo La letteratura non conta niente e come sottotitolo 10 racconti su disastrose presentazioni di libri. La raccolta conterrà opere di Marco Montanaro, Marco Candida, Elisabetta Liguori, Saverio Fattori, Roberto Mandracchia, Angela Scarparo, Giuseppe Braga, Ilaria Mazzeo, Livio Romano nonché un racconto del titolare del blog. Quello che segue ne è l'incipit).
«Arriviamo all’ingresso della casa circondariale di Foggia nella quiete arroventata della controra. Sudiamo, i nostri movimenti sono impigriti dal torpore post-prandiale. Dal falasco ai bordi della ripida recinsi
one si diffonde sordo il canto delle cicale e la luce è quella solita - accecante! - delle tarde primavere di questo pezzo di Puglia. Guardo con un’inattesa nota di sgomento il mio compaesaneo Giuse Alemanno, anch’egli scrittore e relatore dell’incontro. Solo una mezz’ora prima ce ne stavamo in compagnia del titolare della libreria Ubik e dei responsabili della Biblioteca Comunale in un piccolo ristorante del centro, a sbevazzare dell’ottimo vino rosso, entusiasti e prodighi d’idee per l’imminente presentazione ai detenuti del mio romanzo Ferro e fuoco, ambientato proprio in questa zona del Gargano. Ora l’imponenza grigiastra, definitiva e respingente del carcere ci ha colti impreparati. Stiamo là muti, un po’ impietriti, aspettando che qualcosa ci liberi dall’impasse.»
one si diffonde sordo il canto delle cicale e la luce è quella solita - accecante! - delle tarde primavere di questo pezzo di Puglia. Guardo con un’inattesa nota di sgomento il mio compaesaneo Giuse Alemanno, anch’egli scrittore e relatore dell’incontro. Solo una mezz’ora prima ce ne stavamo in compagnia del titolare della libreria Ubik e dei responsabili della Biblioteca Comunale in un piccolo ristorante del centro, a sbevazzare dell’ottimo vino rosso, entusiasti e prodighi d’idee per l’imminente presentazione ai detenuti del mio romanzo Ferro e fuoco, ambientato proprio in questa zona del Gargano. Ora l’imponenza grigiastra, definitiva e respingente del carcere ci ha colti impreparati. Stiamo là muti, un po’ impietriti, aspettando che qualcosa ci liberi dall’impasse.»
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